turnazioni: ancora problemi

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Libero Rossi
view post Posted on 22/2/2010, 12:49     +1   -1




CITAZIONE (Michele S @ 19/2/2010, 18:00)
Due domande per Libero Rossi

Se in Puglia hanno l'esigenza di tenere gli uffici aperti fino alle 19,30 e far diventare turnista parte del personale amministrativo, credo che sia una novità, permessa forse dal primo comma dell'art. 13, anche se tu dici che i soldi non ci sono per coprire queste esigenze.
Non credi che altra situazione riguardi il personale impegnato nei portierati? Laddove, oltretutto, già percepiscono le indennità delle turnazioni.
Chi deve occuparsi di aprire gli uffici alle 7,30 e il giorno appresso deve effettuarne la chiusura alle 19,30 subisce un doppio disagio: l'alternanza dei turni e la rigidità dell'orario di servizio. Chi deve aprire gli uffici alle 7,30 non può certo usufruire dell'orario flessibile: alle 7,35 dovrà dar conto del ritardo oltre che all'ufficio personale anche ai colleghi mattinieri che non hanno potuto accedere all'ufficio.

Altra situazione: in un museo temporaneamente chiuso per riallestimento, il personale della vigilanza impegnato in turnazioni essenziali è sempre considerato turnista?
A me sembra scontato, ma vorrei sentire il tuo parere.
Ti ringrazio anticipatamente.

turnista è chi assicura avvicendandosi l'apertura al pubblico degli istituti.
Nel privato recitano

"Lavoro a turni: più lavoratori si avvicendano su una stessa macchina o su uno stesso posto di lavoro. Può caratterizzarsi come:
• lavoro a squadre: l’ avvicendamento avviene nel corso della medesima giornata;
• a ciclo continuo: un sistema di turno unico con l’ avvicendamento di 4 lavoratori su 3 posti di lavoro, con alternanza tra di loro di turni di lavoro e riposi.

Pausa. Dal 1-7-78 tutti i lavoratori addetti a turni avvicendati beneficiano di mezz’ ora retribuita per la refezione nelle ore di presenza in azienda. In molte aziende si è invece raggiunto un’ accordo che prevede il godimento della mezz’ ora di pausa alla fine dell’ orario di lavoro, cioè i lavoratori lavorano sette ore e mezza, pagati 8 ore (escono con mezz’ ora di anticipo)".
Nella logica dell'art.13 del CCIM abbiamo privilegiato il servizio al pubblico. negli uffici tecnici, amministartivi ecc. non dovrebebro esserci turnazioni ma rientri o lavoro pomeridiano. La possibilità offerta per le altre situazioni erano semmai orari "disagiati" da coprire con altri istituti ma nessuno li ha voluti affrontare finora. Parlo della uille che pensa che tutto sia turno e tutti turnino. Il problema per noi, non è la coerenza quanto piuttosto la scarsa capienza del fua. Quest'anno abbiamo stanziato 27,5milioni per queste retribuzioni am non sappiamo l'anno prossimo se ci saranno queste risorse. IL fua serve anche per le posizioni orizzontali oltre alla produttività, al fondo di sede ecc.
Quindi se tutto è turno e tutti turnano perché porre problemi?
Certo seguire i lavori di una ditta comporta la riorganizzazione del lavoro: otto ore come la ditta; è orario e non comporta turno. lo stesso per il portierato: questi se ha il benefit quale l'appartamento dovrà pure dare un servizio per ciò?Aprire la mattina l'istituto e poi basta perché è turno? Dov'è l'avvicendamento? semmai se volessimo (se dovessimo, io dico di no) potrebbe essere pagato con lo straordinario, la banca delle ore ...disagio. I custodi casieri fanno normalmente il loro servizio e se turnano, avvicedìndano il loro orario di lavoro, sono turnisti altrimenti NO.
 
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Michele S
view post Posted on 23/2/2010, 08:23     +1   -1




La questione delle 11 ore di apertura al pubblico per essere considerato turnista è stata pensata per incentivare a rendere fruibili musei, aree archeologiche, biblioteche ecc. per l’intera giornata.
E pare proprio che lo stesso vale anche per gli addetti ai portierati quando avvicendano il loro orario di lavoro, al di là dei custodi casieri, che, come dice Libero, hanno comunque già il loro “benefit” . Pensavo che la seconda parte del primo comma dell’art. 13 riguardasse solo questi e pochi altri casi, invece l’iniziativa di Martinez in Puglia, l’accordo della Soprintendenza speciale di Firenze e chissà quante altre realtà aprono un fronte ben più ampio.
Non sapevo che la UIL avesse una posizione ,per così dire, turnista. Ma d'altronde, se è vero che il FUA verrà gestito a livello locale in modo sempre più discrezionale da parte del capo d’istituto, con stupide rigide percentuali e con i sindacati sempre più in difficoltà, non è meglio che, almeno in parte, questi diventi una retribuzione regolare, automatica che compensi il disagio dei turni, per chi li voglia fare, e permetta ai Martinez di turno di tenere aperti per tutta la giornata alcuni uffici?
I soldi sono pochi? E allora perché quel primo comma? O si trovano i soldi o va cambiato quell’articolo.
 
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Michele S
view post Posted on 24/2/2010, 09:39     +1   -1




Con l’ultima circolare per il famigerato art. 13 credo che finalmente si sia fatta un po’ di necessaria chiarezza sui turni. Ci sono volute quattro circolari per evitare abusi e per interpretarlo correttamente. Era troppo complicato prevedere quello che è successo e chiarire subito i dubbi?
 
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Mecanto
view post Posted on 25/2/2010, 10:47     +1   -1




Purtroppo nelle circolari ministeriali non tutto è stato chiarito:

1- I turni notturni possono essere "contati" per pareggiarsi a mattine e/o pomeriggi?

2- Il monitoraggio per verificare la parità numerica dei turni che l'amministrazione deve attivare, decorre dal 22 ottobre 2009 (firma del contratto) o da quando si firmano gli accordi locali?

3- Nel caso che il monitoraggio decorra dalla firma degli accordi locali, come ci si comporta rispetto ai turni antecedenti, andando a ritroso fino al 22 ottobre 2009? Come devono essere retribuiti?

4- Per il personale a part-time, il diritto di usufruire del 50% dei festivi in riposo deve essere proporzionato al part-time?

5- I volontari disposti al superamento del 50% dei festivi, necessario per garantire l'apertura dei musei, possono essere retribuiti con un progetto di produttività attingendo ad eventuali risparmi sul budget dei turni?

Carissimo Libero, mi rendo conto della pesantezza di tutti questi quesiti, credo anche di avere delle risposte, ma qui pare che solo le circolari hanno voce in capitolo, anche se poi tutti danno la propria interpretazione di comodo. Non so se le risposte a questi quesiti finiranno su un ennesima circolare, comunque grazie per la pazienza, ciao a presto.
 
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Libero Rossi
view post Posted on 26/2/2010, 10:45     +1   -1




CITAZIONE (Mecanto @ 25/2/2010, 10:47)
Purtroppo nelle circolari ministeriali non tutto è stato chiarito:

1- I turni notturni possono essere "contati" per pareggiarsi a mattine e/o pomeriggi?

2- Il monitoraggio per verificare la parità numerica dei turni che l'amministrazione deve attivare, decorre dal 22 ottobre 2009 (firma del contratto) o da quando si firmano gli accordi locali?

3- Nel caso che il monitoraggio decorra dalla firma degli accordi locali, come ci si comporta rispetto ai turni antecedenti, andando a ritroso fino al 22 ottobre 2009? Come devono essere retribuiti?

4- Per il personale a part-time, il diritto di usufruire del 50% dei festivi in riposo deve essere proporzionato al part-time?

5- I volontari disposti al superamento del 50% dei festivi, necessario per garantire l'apertura dei musei, possono essere retribuiti con un progetto di produttività attingendo ad eventuali risparmi sul budget dei turni?

Carissimo Libero, mi rendo conto della pesantezza di tutti questi quesiti, credo anche di avere delle risposte, ma qui pare che solo le circolari hanno voce in capitolo, anche se poi tutti danno la propria interpretazione di comodo. Non so se le risposte a questi quesiti finiranno su un ennesima circolare, comunque grazie per la pazienza, ciao a presto.

La direzione al personale ci prova ma ahinoi facendo un po' di confusione. la circolare ultima (e siamo alla quarta) va oltre la lettura del contrattato. Gli uffici di staff per es. Cmq glielo faremo presente c osì coem le questioni che tu poni in merito al notturno.
L'accorod doveva andare in vigore il 22 ottobre...ma visti i casini che si sono scatenati mi sembra che qualche cosa si dovrà aggiungere.
Il personale che è a part time deve avere in proporzione il suo 50% dei festivi: oggi sono Ava e non fighetti quindi è giusto che abbiano il loro 50% proporzionato al loro 85%...ma per coloro che sono nel progetto vale la % di quelli a full time.
Quelli che sono al 50% NON devono avere la riduzione sui festivi (senza contare che furono assunti appunto per lavorare nei festivi!).
Sui volontari è possibile che abbiano un progetto locale. In fondo sono loro che assicurano le aperture e quindi la produttività agli altri.
 
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Libero Rossi
view post Posted on 1/3/2010, 12:19     +1   -1




Ricevo e pubblico

Sono preoccupato.


Da quando è stato ratificato il nuovo CCIM si è aperta una discussione sull'interpretazione dell'art.13, e conseguentemente sulla sua corretta applicazione, che nonostante un successivo accordo interpretativo (che in realtà nulla spiega), l'emanazione di tre circolari, alcune ore dedicate al tema al tavolo di contrattazione nazionale e decine di interventi nei forum sindacali, sembra non trovare un punto d'approdo. Anzi a me pare che più ci si addentri, più il giardino diventi prima parco, poi bosco, macchia, selva. Ecco quindi che, prima di addentrarci nell'intricata foresta amazzonica, provo anch'io a dare un contributo che ha il merito (me lo do da solo) di cercare di inquadrare il problema in maniera più organica di quanto mi sembra sia stato fatto e, soprattutto, partendo da quello che, nel famigerato art.13, c'è scritto.

Mi permetto di dire che probabilmente molti tra coloro che al tavolo nazionale hanno partecipato al lavoro di faticosa mediazione che ha portato alla definitiva stesura di quel testo dovrebbero probabilmente rileggerlo. Credo che molti di loro si ricordino parti della discussione che poi nel testo non sono state inserite. Non sono altrimenti comprensibili posizioni che non trovano riscontro nel contenuto dell'art.13 ne lo stallo in cui oggi ci troviamo.

Ma proviamo ad andare per ordine. L'art.13 contiene una novità rispetto al passato in quanto con il comma 2 si modifica la natura dell'indennità di turnazione che diventa una “retribuzione che è finalizzata a compensare il disagio derivante dall'articolazione dell'orario di lavoro avvicendato secondo ritmi-discontinui ancorché prestabiliti”. Una seconda novità, che è diretta conseguenza della prima, è l'istituzione della retribuzione collegata al turno mattutino. Gran parte dei problemi nascono dalla necessità di tradurre in pratica queste novità. Ma come già detto, andiamo per ordine. Dal comma 2 si evince un primo punto fermo: per avere diritto alla retribuzione di turnazione il personale interessato deve prima sopportare il disagio. Diventa quindi necessario che ruoti effettivamente nelle turnazioni e non può bastare essere inseriti nella programmazione. Detto questo, resto stupito nel notare la pervicacia con la quale da più parti si insiste sulla necessità che ogni singolo turnista realizzi la perfetta parità fra turni lavorati di mattina e di pomeriggio perchè nell'art.13 così come nel resto del CCIM questo non c'è scritto. Infatti l'unico cenno al concetto di parità è contenuto nel comma 7 che però recita: “nell'ambito della PROGRAMMAZIONE il numero dei turni pomeridiani feriali è pari a quello dei turni antimeridiani feriali”. E' del tutto evidente che, se la lingua italiana conserva un senso, non è possibile confondere il significato della parola programmazione attribuendogliene arbitrariamente uno diverso. La circolare n.68 del 23 febbraio 2010 quando al punto 1 specifica che “il numero dei turni antimeridiani feriali deve essere uguale al numero dei turni pomeridiani feriali”, richiamando poi gli Istituti alle necessarie attività di valutazione in sede di programmazione e poi di monitoraggio e verifica, non può che riferirsi al complesso dei turni prestati dalla totalità dei soggetti coinvolti e mai a quelli effettuati dal singolo turnista. Anche perché il primo comma dell'art.13 precisa che “il sistema delle turnazioni è finalizzato a garantire l'apertura al pubblico per 11 ore al giorno di musei, aree archeologiche, siti monumentali, biblioteche e archivi.....” e questo non lo garantisce mai il singolo lavoratore (che si chiami Ciccio o Pippo fa lo stesso) ma l'insieme dei lavoratori inseriti nell'organizzazione del servizio. Poiché anch'io condivido lo spirito (che se anche non lo condividessi sarebbe lo stesso perché rimarrebbe il fatto che così è scritto) del primo comma e anche del terzo quando individua la necessità di istituire “un sistema di controllo e monitoraggio..............al fine di permettere adattamenti e correttivi per ottimizzare le risorse finanziarie e l'utilizzo del personale” consiglierei casomai all'Amministrazione di intervenire per evitare gli eventuali abusi che sembrerebbe aver riscontrato dal momento che, nella stessa circolare n.68, parla di preesistente sistema che avrebbe creato vantaggi per i singoli a danno della funzionalità e dell'equa ripartizione dei compensi. L'intervento risolutore è quindi quello di agire sull'organizzazione del lavoro in modo da evitare sperequazioni nelle presenze del personale all'interno dei turni (semprechè non siano giustificate dalla necessità di adeguarsi alla richiesta di fruizione e di presenza del pubblico). Sarà perciò sufficiente incaricare i capi d'istituto ad applicare quanto previsto dalla seconda parte del terzo comma come peraltro già fatto con la circolare n.68.

Altro aspetto preoccupante della discussione in corso è l'idea di retribuire al singolo lavoratore turnista solo la quota paritaria di turni mattina-pomeriggio (se non ho capito male, nell'ipotesi di un lavoratore che abbia effettuato nel periodo di riferimento 30 mattine e 70 pomeriggi verrebbero pagate le quote pari: 30 e 30). Questo mi sembra molto pericoloso perché potrebbe essere foriero di una stagione di contenziosi legali, con un duplice rischio per l'amministrazione: quello di perdere le cause davanti al giudice del lavoro (perché da nessuna parte nel contratto c'è qualcosa che giustifichi quella posizione) e quello di esacerbare inutilmente gli animi.

Io proporrei invece di quantificare una quota di disagio minimo da superare per rientrare nello status di turnista. Si potrebbe per esempio stabilire che il monitoraggio avvenga una volta ogni tre o quattro o sei mesi e che ogni singolo lavoratore in quel periodo debba realizzare un numero minimo di turni diversi (potrebbe essere espresso in termini assoluti indicando un numero minimo 10, 15, 20 oppure indicando una percentuale rispetto al totale dei turni effettivamente lavorati). Per coloro che non raggiungessero la quota minima prevista non dovrebbe scattare il mancato pagamento delle turnazioni (che ritengo potrebbe anche questo provocare ricorsi al giudice con qualche probabilità di successo perché comunque i turni sarebbero stati lavorati) ma un sistema di avviso, con l'obbligo di rientro nelle quote nel periodo immediatamente successivo. In buona sostanza affiderei tutto all'organizzazione del lavoro ed alla capacità di controllo e verifica dell'amministrazione.

Altro aspetto di preoccupazione è dato dalla riproposizione dei quantitativi massimi lavorabili di turni notturni mensili e di turni annui festivi. E' proprio quest'ultimo limite (30% elevabile al 50% con contrattazione decentrata) che evidenzia, almeno nel mio Istituto, un problema di carenza del personale addetto. Non sto a rifare qui tutti i conti ma calcolando il numero di festività presenti nel calendario del 2010 e moltiplicandolo per le presenze necessarie nei vari turni, si arriva alla cifra totale di 1750 presenze necessarie a garantire l'apertura e la sorveglianza a museo chiuso. Per inciso sto parlando della Galleria Nazionale dell'Umbria, museo con 40 sale espositive disposte su due piani per la quale ho calcolato 10 unità in servizio nei turni mattina e pomeriggio, 2 unità nelle rare festività nelle quali il museo resta chiuso e 3 unità in servizio notturno. In servizio presso la G.N.U. Ci sono attualmente 40 unità dell'area vigilanza delle quali 10 ex-ATM in servizio part-time. Considerando che nell'anno sono presenti 63 festività, ogni singolo lavoratore ne potrebbe lavorare al massimo 31 perché già con 32 avrebbe superato il limite del 50%. Moltiplicando 31 per 40 si ottiene la somma di 1240, cioè il numero massimo di turni festivi lavorabili da contratto. Quindi anche equiparando il personale in part-time (ma sarà così?) e attribuendo a tutti il numero massimo di festività (ma anche questo non è scontato), restiamo sotto di 510 turni . Questo mi sembra un problema più serio che dovreste affrontare e risolvere perché va ad incidere negativamente e pesantemente proprio sull'esigenza primaria di garantire l'apertura e la fruizione dei musei. Provo anche stavolta a dare un suggerimento. Andando a rileggere i vecchi contratti e i vecchi accordi, troverete anche voi che qualche anno fa si era stabilità la possibilità di superare volontariamente quei limiti in cambio di una piccola integrazione all'importo della turnazione festiva, forse quella è una strada percorribile.

Un ultima considerazione su un' altra idea che sta circolando. In linea di principio penso che la nostra linea del Piave debba esse sempre attestarsi sul raggiungimento del risultato e quindi sul miglioramento dell'azione amministrativa e dell'offerta dei servizi. In quest'ottica posso anche comprendere l'utilizzo dell'istituto della turnazione anche per aumentare gli orari di apertura degli uffici, ma sempre e solo se questo significa andare incontro ad una reale esigenza dell'utenza.
Se così non fosse mi sembrerebbe un po' ridicolo creare un Dicastero dei Turnisti solo perché c'è la voglia da parte di qualcuno di inseguire uno dei miti del nostro ministero che è quello dei “custodi che si prendono tutti i soldi”.

Grazie per la pazienza,
Marco Saltalippi
RSU SBAP e SBSAE dell'Umbria
Perugia, 27/02/2010
 
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spydoctor
view post Posted on 2/3/2010, 12:28     +1   -1




Mi complimento con il collega Marco Saltalippi per il suo intervento sia dal punto di vista formale che sostanziale, in particolare per l'analiticità nell'esporre la sua posizione.
Per continuare su tale linea gli chiedo: la Circolare 22 del 27/01/2010 recita: Ai fini dell'accreditamento ........., in particolare per quanto riguarda l'equivalenza numerica per ciascuna dipendente turnante, dei turni pomeridiani con i turni antimeridiani.
Ciò metterebbe in crisi quello che dici a riguardo al pareggio, anche se sono daccordo sul fatto che se ad un dipendente si liquidasse un numero di turni inferiore a quello effettuato per "pareggiare" i conti si commetterebbe un abuso visto l'obbligo dell'automatismo della corrisponsione delle indennità a fronte di prestazioni effettuate.
Questo meccanismo del pareggio risulta difficilissimo da far quadrare perchè anche se si prende in esame un periodo medio, ad es. tre mesi, nell'ultimo trimestre, l'ultima settimana ti puoi trovare comunque in disparità di turni.
Tieni conto che solo la programmazione su più mesi ti da maggiore agibilità, nel senso che puoi pareggiare nel mese successivo quello che eventualmente ti esce dispari, come totale, nel mese di riferimento.
Quando l'ufficio contabile compila il quadro economico a consuntivo la tabella riassuntiva ti chiede, in caselle separate, di riportare il numero, per area, dei turni antimeridiani e quelli pomeridiani. Se i numerini non combaciano come ci si comporta? Si liquidano anche se sono dispari, arrotondando per difetto?
Se oggi il meccanismo di controllo ti da la possibilità di spalmare su più mesi in nome della programmazione, pensa se la tabella ti chiedesse di riportare il numero dei turni divisi mese per mese: come ne usciresti?
Ho letto diversi verbali di contrattazione che dicono tutto e il contrario di tutto per non parlare degli interventi sui forum, in più sono daccordo con Libero che afferma, giustamente, che l'ultima circolare va oltre la lettura del contrattato, infatti mortifica ulteriormente la sfera di autonomia dei tavoli locali.
Ti saluto e buon lavoro.
 
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elisdea
view post Posted on 8/3/2010, 12:53     +1   -1




Credo che un casino più grande sui turni non poteva succedere.
Caro libero ti pongo un problema Io lavoro in biblioteca a Padova e faccio un turno al pomeriggio alla settimana ( per esigenze di ufficio. lavoro al prestito interbibliotecario.io faccio il turno il mercoledì pomeriggio) Visto che il mio direttore non vuole pagare chi fa un solo turno( e non sono solo io), posso io rifiutarmi di fare questo turno???? Lui il direttore può obbligarmi a farlo???
In attesa di una tua risposta ti saluto e ringrazio ELISA
 
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Libero Rossi
view post Posted on 8/3/2010, 14:13     +1   -1




lui è obbligato a pagartelo, secondo accordo. Un pomeriggio euna mattina, faglielo capire. Ciao
 
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elisdea
view post Posted on 9/3/2010, 09:37     +1   -1




scusa Libero puoi spegare come. qui a padova non vedono una via chiara.
Pensano di pagare i turni unici con l'articolo 12 è giusto così o c'è un altra alternativa??? qui si parla solo di pari e basta come si fa??? scusa ma abbiamo bisogno di un po' di chiarezza anche per controbattere in maniera chiara ciao buon lavoro elisa
 
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Libero Rossi
view post Posted on 9/3/2010, 11:18     +1   -1




non ci sono limiti minimi alle turnazioni. Il turno pomeridiano fatto alla settimana e per 4 settimane al mese è considerato turno. Queste quattro pomeriggi richiedono quattro mattine e avete pagati 4 turni al mese.
Questo è l'accordo sul CCIM.
 
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elisdea
view post Posted on 10/3/2010, 17:53     +1   -1




Caro Libero qui andiamo proprio male, il 17 ci sarà la contrattazione e la rsu di cisl e uil pare non interpretino come fai tu il CCIM sono molto scossi e non capiscono il tuo punto di vista, pendono per il direttore, che vuole togliere ai turnisti di un giorno o due giorni alla settimana la maggiorazione, ma vuole che si continui a farlo lo stesso o si aumenti il numero dei pomeriggi per poterli pagare. questo mi sembra alquanto strano e poco economico.
Io ne parlerò anche con Salvatore Livorno della fpcgil di padova. se puoi ti metti in contatto con lui. grazie del tuo aiuto saluti Elisa
 
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Libero Rossi
view post Posted on 10/3/2010, 17:54     +1   -1




se l'accordo è fuori CCIM chiedi la sua nullità al Mibac
 
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Libero Rossi
view post Posted on 11/3/2010, 10:41     +1   -1




ricevo, pubblico e rispondo:

Mercoledi 10 marzo si è svolta la contrattazione sulla turnazione il prossimo appuntamento è per il 22 di questo mese. La prossima settimana come CGIL organizzeremo una assemblea del personale,(....). Adesso ti pongo alcune cose per evitare errori.
orari di lavoro attuali:
settimana corta con due rientri pomeridiani; settimana corta con orario di sette ore e dodici per cinque giorni. Tutti i giorni a rotazione 5 ASV e 1 archivista coprono 11 ore di servizio e 10 ore al pubblico.Con un solo turno settimanale dalle ore 9,00 alle 18,30 per coloro che fanno il tue turni di rientro viene coperto il servizio fino alle 18,30; mentre per coloro che svolgono le sette ore e dodici un rientro settimanale dalle 10,30 alle 18,30. A costoro fino a dicembre è stato pagato una turnazione settimanale. Il direttore da quest'anno e in riferimento della circolare del 23 dicembre non vuole più consideralo turno in quanto si svolge soltanto uno di pomeriggio. Se noi inseriamo un turno al mattino e uno al pomeriggio fino al coinvolgimento del trenta percento degli ASV per una volta a settima il pomeriggio e una la mattina per ogni ASV possimo consideralo turno? IL direttore sostiene che sarebbe opportuno che gli ASV svolgessero un orariosettimanale intero una volta tutti i pomeriggi l'altra settimana tutte le mattine, oppure in una settimana svolgere tre turni pomeridiani e due la mattina e viceversa per lasettimana successiva questo per una intera settimana per ogni ASV e per un coinvolgimento di almeno il trenta per cento degli ASV. Mettiamo il caso che trovassimo la disponibilità alla proposta della direzione, difficile, i turni verranno pagati tutti o fino ad un massimo di 8? Se non c'è accordo si vorrebbe mantenere l'attuale servizio senza pagare il turno. Aspetto una tua risposta. Ciao

La proposta della direzione sarebbe la più limpida in quanto ci sarebbe l'avvicendamento fra mattina e pomeriggio; questo può essere settimanale (una settimana di mattina, l'altra di pomeriggio) o giornaliero (un giorno di mattino e uno di pomerigggio) o tre di pomeriggio e tre di mattina (sei giorni di apertura) o tre pomeriggi e due mattine (una settimana) quella successiva tre mattine e due pomeriggi ecc.
Intanto non capisco perché l'archivio si chiude alle 18,30. Se il servizio è su due turni dovrebbe essere 8-14, 14-20 (o 13,30-19,30).
Quanto agli orari di 7,12: doppio turno significherebbe 14,24 di apertura! Il turno è un sistema che impone l'avvicendamento fra due lavoratori, una squadra ecc. E il turno serve alle aperture al pubblico. Se voi fate la settimana corta su 5 giorni bisogna che articoliate meglio l'orario e cioè Gianni fa 7,12+30 questo significa che oggi Gianni fa le sue 6ore come turnista mentre il restante tempo lo dedica a fare servizi ausiliari al pubblico (es, ricolloca il materiale, fa le riproduzioni ecc. accordo di Torino). Così è possibile giustificare il pagamento al turnista. Quindi voi organizzate il lavoro su turni di 6 ore nell'arco di apertura al pubblico 8-19,30 e all'interno vi mettete quelli che fanno le 7,12 per 6 ore. Nell'ora e 12 residua devono fare altri servizi.
Se io entro come dici tu alle 11 e faccio le 18,30 poi il giorno dopo arrivo alle 8 e esco alle 16: non è turno in quanto dopo di me non c'è un subentrante.In quel caso si dovrebbe parlare di orari "disagiati" e entrare in altre tipologie previste ma non contrattate.
Non c'è nessun limite di turni mensili (solo per le notti 8-10) sia massimi che minimi quindi due turni a settimana sono possibili (cioè mattina-pomeriggio, pomeriggio-mattina) e legittimi almeno secondo accordo.
 
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elisdea
view post Posted on 17/3/2010, 13:19     +1   -1




Ciao Libero visto che la contrattazione locale non ha fatto passare il turno unico ( come ti dicevo io il mercolediì vengo per tenere aperto l'ufficio prestito interbibliotecario)e quindi non viene proposto di pagare turni unici o di due pomeriggi come turnazione mattino e pomeriggio, viene però proposto di pagarlo con art. 12 punto b( Bisognerà vedere se a Roma si accetterà questa proposta. A questo punto Io posso chiedere di non fare più il pomeriggio motivandolo anche con problemi familiari??? vorrei fare questa richiesta anche in virtù di avere una risposta della direzione a questa tipo di situazione. ciao e grazie per una eventuale risposta Dimenticavo la Cgil ha fatto la proposta dell'art. 12e ha accettato la linea direzione . Ciao Elisa
 
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31 replies since 7/1/2010, 16:45   12855 views
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