Il rapporto annuale Eurispes:anche il vizio dell'invidia blocca l'Italia

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Libero Rossi
view post Posted on 29/1/2016, 06:32     +1   -1




Il rapporto annuale Eurispes:anche il vizio dell'invidia blocca l'Italia

Red
A Roma, ieri, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale il presidente di Eurispes Gian Maria Fara alla presenza, come sempre, di alte autorità, ha illustrato i risultati del rapporto Eurispes che come ogni anno fotografa nitidamente l’Italia ed i pregi ed i difetti degli italiani. Il rapporto è stato costruito attorno a 6 dicotomie, illustrate attraverso altrettanti saggi accompagnati da 60 schede fenomenologiche: Programmazione/Improvvisazione • Fragilità/Solidità• Libertà/Necessità • Io/Noi • Menzogna/Verità• Religiosità/Secolarizzazione. L’invidia è il vizio che blocca l’Italia. Una vera e propria sindrome che l’Eurispes definisce “sindrome del Palio” che non ci permette di trasformare la nostra potenza in energia. “L’Italia è infatti rallentata da una diffusa e radicata sindrome del Palio di Siena la cui regola principale è quella di impedire all’avversario di vincere, prima ancora di impegnarsi a vincere in prima persona. L’invidia e la gelosia, se volte in positivo, diventano il propellente indispensabile alla crescita e allo sviluppo. Stimolano la concorrenza nel mercato privato; spingono a comportamenti più virtuosi, apprezzabili e spendibili sul piano del ruolo e dell’immagine, nel pubblico. Di fatto, nel nostro Paese ciò non accade. Invidia e gelosia si traducono in rancore e denigrazione. Odiamo e denigriamo il nostro vicino più bravo e, invece di impegnarci per raggiungere risultati migliori e superarlo in creatività, efficienza e capacità, spendiamo le nostre migliori energie per combatterlo, per mortificarne i successi, per ostacolarne o addirittura bloccarne il cammino. Insomma un vero e proprio “spreco di potenza”, una filosofia del contro invece che del per”. Ma l’invidia non è da sola a frenare la crescita e la modernizzazione del nostro Paese; l’accompagnano la burocrazia e la iperproduzione di norme, leggi e disposizioni. La paranoia regolativa ha ormai raggiunto livelli insopportabili e mentre da una parte si costituiscono e si insediano commissioni per la semplificazione o per la riduzione o l’eliminazione di leggi ritenute superate od obsolete, dall’altra si continua, come in una gara, a produrne di nuove che si intrecciano, si accavallano, si contraddicono con quelle già esistenti. “l’Italia è un paese prigioniero. Prigioniero delle Istituzioni, della burocrazia e delle carte. Un sistema siffatto scoraggia la libera iniziativa, mortifica le imprese, annichilisce i cittadini ed è incapace di mantenere i ritmi e i tempi che la modernità richiede e impone. E tuttavia, il Paese non è la morta gora che alcuni spesso strumentalmente descrivono. E bisogna prendere atto che finalmente qualcosa comincia a muoversi e che al tradizionale piangersi addosso per l’accanimento del “destino cinico e baro”, spesso straniero e talvolta tedesco, viene opposta una forte volontà di reagire per cercare di uscire dal pantano nel quale questo lungo periodo di crisi ci ha costretti”. “Renzi non ha, come altri nel recente passato, la pretesa pedagogica di liberare gli italiani dai loro vizi ma, più praticamente, cerca di esaltarne e valorizzarne i pregi e le potenzialità, offrendo loro un orizzonte gradito, liberatorio e motivante. Il Rapporto Italia di quest’anno indica chiaramente che i segnali di una ripresa ci sono e non sono solo economici. Non ricompattare attorno a quest’onda positiva il Paese sarebbe imperdonabile”. “Sono tre i contesti internazionali – sottolinea il Presidente dell’Eurispes – nei quali il Paese sarà chiamato a dispiegare le sue migliori capacità: l&qu;Europa, il Mediterraneo e la latitudine Est-Ovest. Quello che vediamo emergere nel Paese in questo 2016 di passione, stretto tra guerra mediterranea e crisi asiatica, elezioni comunali e riforme istituzionali, è una nuova, forte e pressante domanda di politica. Una politica più leaderista che partitica, più itinerante (Roma, Mosca, Bruxelles, Washington, Pechino) che stanziale, più comunicativa che annunciatrice, alla quale molto o tutto sarà concesso purché sia sostenuta da una trasparente onestà personale”. Previsioni per il futuro dell’economia: meno pessimismo (-28,4%), più fiducia (+10,1%) Il 47,3% degli italiani (+13,4% rispetto al 2015) indica per il 2016 una sostanziale stabilità economica del Paese. La situazione economica delle famiglie: si inizia a respirare In controtendenza rispetto alla rilevazione del 2015 ad indicare un forte o lieve peggioramento della propria situazione economica è il 40,7% (-36%); La gestione della quotidianità diventa meno critica La difficoltà nel fare fronte alle spese e alle esigenze quotidiane mostra segni di regressione rispetto alla rilevazione del 2015. Il 27,3% non riesce con le proprie entrate ad arrivare alla fine del mese (-19,9% rispetto al 2015). La ripresa del potere di acquisto Con una diminuzione di 18,4 punti rispetto al dato (71,5%) rilevato ad inizio 2015 la perdita del proprio potere d’acquisto rimane comunque una realtà ad inizio 2016 per più della metà dei cittadini. Un Paese, tre Pil I dati più recenti mostrano che in Italia il fenomeno del sommerso è estremamente diffuso, tanto da essere spesso definito “di massa”, confermando una stima che l’Eurispes produsse negli anni scorsi secondo la quale l’Italia ha tre Pil: uno ufficiale di circa 1.500 mld di euro; uno sommerso equivalente a circa un terzo di quello ufficiale, ovvero almeno 540 mld; e uno criminale ben superiore a 200 mld. Il focus sul Mezzogiorno Nel Mezzogiorno un particolare disagio emerge tra gli abitanti delle Isole rispetto a quelli del Sud, ma anche rispetto a quelli delle altre regioni del Paese: i primi infatti indicano un peggioramento della propria situazione economica nel 66,5% dei casi, mentre il dato del Sud si attesta su valori quasi dimezzati (34,6%). Cittadini e Istituzioni: qualcosa sta cambiando La distanza tra cittadini e Istituzioni si sta accorciando: nel 2015 un aumento del consenso riposto nelle Istituzioni toccava solamente il 2,4% della popolazione, mentre il 2016 vede crescere i consensi al 7,5%. Governo, un’inversione di rotta Quanti ripongono la propria fiducia nel nostro Governo passano infatti dal 18,9% del 2015 al 28,6% di quest’anno (quasi tre su dieci) aumentando di quasi 10 punti percentuali. Parlamento in crescita. Stallo per la Magistratura Mentre il Parlamento torna a crescere in termini di consensi abbandonando il dato mortificante del 2015 (10,1%) e arriva al 20%, la Magistratura è bloccata al 35,3% dei fiduciosi. Trasferirsi all’estero? Avendone l’occasione… Volendo tracciare un ipotetico identikit dell’italiano disposto a trasferirsi in un altro paese (il 47,1%) sarebbe un uomo (48,4%), di età compresa tra 18 e 24 anni (66,3%), residente nel Nord del Paese (53%) o nelle Isole (52,3%), in possesso di una laurea o un master (50,1%), senza matrimoni o convivenze in essere (60%) o single (57,7%), cassintegrato (75%), in cerca di occupazione (66%) o studente (61,7%). Un buen retiro Il 41,6% degli italiani sogna, una volta raggiunta la pensione, di trasferirsi all’estero per godersi il meritato relax. Un fenomeno in crescita in ultimi questi anni in cui i paesi con un costo della vita inferiore al nostro hanno accolto numerosi italiani in pensione e con la voglia di cambiar vita. Terrorismo: si sta diffondendo lo stereotipo “medio-orientale=terrorista” Il 23,3% degli italiani ha modificato le proprie abitudini quotidiane a seguito delle minacce provenienti dall’integralismo islamico. Il 17% limita le proprie uscite nei luoghi affollati e il 16% evita di utilizzare i mezzi pubblici. Papa Francesco ha avuto la capacità di ridare slancio alla Chiesa (81,6%), ma calano i consensi Se nel 2014 e nel 2015 la percentuale di chi dava al nuovo Papa il merito di aver ridato slancio alla Chiesa si attestava rispettivamente all’87,1% e all’89,6%, nel 2016 scende all’81,6%. Un calo dovuto forse anche alla sensibilità e all’apertura mostrate verso le questioni etiche e morali, che hanno in qualche modo allontanato la parte più conservatrice dei fedeli. In quattro case su dieci (43,3%) è presente un pet Il 22,5% ha un animale da compagnia, il 9,3% ne ha due, il 4,1% ne ha tre e il 7,4% dichiara di averne più di tre. Il miglior amico degli italiani resta il cane (60,8%) seguito dal gatto (49,3%). La dotazione tecnologica degli italiani Il computer portatile sorpassa (64,5%) quello fisso (54,7%). Lo smartphone si conferma lo strumento tecnologico più diffuso nel nostro Paese: ne ha uno il 75,7% degli italiani (erano il 67% nel 2015). Sono invece meno della metà i possessori di tablet/ipad (43,3%, in crescita rispetto al 36,8% del 2015). Navigare su Internet è ormai un dato di fatto per la maggior parte della popolazione (l’81,5%) Gli italiani usano la Rete soprattutto per cercare informazioni di loro interesse (97,8%) e inviare e ricevere e-mail (85,8%); per navigare sui Social Network (68,9%), guardare filmati su YouTube (66,8%), controllare il proprio conto bancario (65,1%), fare acquisti (55%).
 
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