Restauratori, proviamo a ricominciare

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algamarcia
view post Posted on 25/1/2010, 16:46     +1   -1




ringrazio la collega e tutti gli altri che in questi tempi hanno dato generosamente il loro contributo per questa delirante questione.
Sono molto colpita dal silenzio che ristagna da parte del sindacato che mi rappresenta e dal quale mi sento sempre più estranea. Temo che l'andazzo oramai sia quello di prendere le cose con leggerezza e distacco e di risparmiarsi per battaglie che diano più visibilità e consenso. Questo è quello che pensano anche tutti coloro con i quali mi confronto ogni giorno oramai da mesi.
In ogni caso resta la delusione di un'occasione persa per far sentire la nostra voce in una battaglia che vede uniti lavoratori pubblici e privati, vecchie e nuove generazioni e su cui si misurerà la volontà di continuare a dimostrare quell'eccellenza che ciascuno di noi ha contribuito a creare.
CITAZIONE (mafalda50 @ 25/1/2010, 15:51)
Domenica mattina ascoltavo la radio, radiorai 1 o 2 non ricordo. La rubrica"
voci dal mondo" per l'esattezza, che ha mandato in onda un servizio
sul restauro delle "biblioteche del deserto" in Mauritania.
Restauratori italiani hanno permesso la conservazione di centinaia,
migliaia di volumi antichissimi ed hanno formato 12 restauratori
mauritani. Il progetto è sotto l'egida dell'Unesco. Il ministro
Frattini è andato laggiù per ribadire quanto sia alta la nostra
vocazione conservativa. Fa piacere, non trovate? I restauratori
formatori, protagonisti del progetto provengono da di Villa Manin
Passariano- Udine. Mi risulta, caro ministro Frattini, che non siano
qualificati però! Non rientrano tra le sacre scuole!
Se non sono qualificati loro, non lo sono neanche i mauritani...
Gesummio,bisogna avvertire l'Unesco!

 
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mafalda50
view post Posted on 25/1/2010, 19:24     +1   -1




Non siamo gente che si raggomitola e piange su se stessa. Troppo abituati ai sacrifici, agli scomodi cantieri, ai laboratori fai da te quando la L.81 era lontana come la luna. Abituati ad essere sindacalizzati soprattutto quando era scomodo, a battagliare sui diritti e a lavorare in silenzio. Non molliamo la presa. Il sindacato siamo noi, non è una controparte. Al massimo è stato alcune volte assente, alcune volte ha fatto scelte non condivise ma graziaddio è un organismo multicellulare e se una cellula non è confacente al suo sviluppo, la riassorbe e la modifica. Forse e dico forse può modificarsi anche ora, in meglio. Basta non abbassare il nostro livello di partecipazione di cuore e di mente. Nessuno legge nelle nostre menti e siamo noi lavoratori, pubblici e privati, lavoratori futuri, lavoratori ex, che non dobbiamo mollare. Il mondo è piccolo grazie al web e noi non ci possiamo più limitare a mormorare...
Grazie algamarcia, continuiamo.....
 
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shadow600
view post Posted on 26/1/2010, 07:15     +1   -1




Dal “Corriere del Mezzogiorno.it” - Napoli - 25 gennaio 2010.
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/...342273656.shtml

Ricorso al Tar contro la prova-concorso degli ex studenti di belle arti di Napoli.
La generazione dei restauratori fantasma.
Un decreto del ministero: non basta la laurea per accedere alla professione. Precari sul piede di guerra.

NAPOLI - Hanno festeggiato la laurea con tutti i crismi: confetti rossi e occhi rossi (dei parenti). Dopo triennio e specialistica sono diventati restauratori. Professione tra le più nobili: ridar vigore all’arte sfregiata dal tempo. Dal 25 settembre scorso però qualcosa è cambiato. Stop alle feste per un centinaio di ragazzi e ragazze, laureati all’accademia di Belle arti di Napoli ma anche al Suor Orsola Benincasa. La doccia gelida è schizzata sottoforma di decreto del ministero dei Beni culturali 53/2009: il titolo di restauratori - è il succo - non si acquisisce solo con la laurea, come hanno immaginato gli allievi durante l'intero percorso di studi. È necessario superare un concorso, una prova di idoneità, probabilmente “una tantum”. O la va o la spacca. Apriti cielo.
CONCORSO «AUTOSOSPESO» - Da 4 mesi si è scatenato un braccio di ferro tra i giovani improvvisamente regrediti al ruolo di restauratori fantasma e il ministero. Col seguente risultato: un megaricorso al Tar Lazio esercitato da 50 ex studenti napoletani che si addiziona agli altri 5 presentati in tutta Italia. Il dicastero guidato da Sandro Bondi, nel frattempo, ha congelato la data del concorso almeno fino a settembre. Dal canto suo, il tribunale amministrativo probabilmente rimetterà la questione nella corte costituzionale. Insomma, c'è parecchia confusione sotto il cielo. «È un paradosso che al Sud si vadano a togliere possibilità di formazione ai giovani in un campo come il terziario avanzato - commenta l'avvocato Giambattista Iazeolla, che difende i laureati napoletani - Di questo passo l’Accademia potrebbe ridursi a formare solo restauratori dal punto di vista culturale e non pratico, cioè finalizzato al mondo del lavoro». Il cruccio dei ricorrenti al Tar è anche un altro: il concorso, spiega un restauratore che preferisce l'anonimato, «riguarda solo i laureati e non gli allievi delle scuole Icr (Istituto centrale del restauro di Roma) e Opd (opificio delle pietre dure di Firenze) che una volta diplomati sono restauratori a tutti gli effetti». Gli altri, per ridurci al Monopoli, sono costretti a tornare indietro e passare dal via.
LA «RATIO» DEL DECRETO - La genesi di un simile provvedimento, il decreto applicativo del testo unico del 2004, contestatissimo dalle nuove leve, trova fondamento nella necessità di eliminare i restauratori improvvisati e privilegiare chi affronta un impegnativo corso di studi. Spiega L. G., uno dei ricorrenti al Tar: «Lodevole proposito, quello del decreto. L’effetto collaterale però è che si crea un collo di bottiglia, la prova una tantum, ed enormi sacche di precariato». Precariato, già: nelle more dell’esame i laureati non stanno con le mani in mano. A nero, spesso e (mal)volentieri, vanno a bottega, inquadrati con contratti a progetto magari come collaboratori al restauro (grado inferiore). Quando non si svolge opera presso privati - ad esempio ritocchi ad una antica cappella gentilizia - la gran parte dei lavori passa per il settore pubblico e quindi le Soprintendenze. Enti, questi ultimi, che in punta di diritto potrebbero liquidare con un categorico «non si può» anche ditte di restauro impegnate da anni su basiliche e palazzi antichi. Il motivo è sempre lo stesso: senza «permessi» (cioè qualifica formale) niente appalto. All’estero la situazione cambia: con lo stesso diploma di laurea italiano in Belle Arti, si viene riconosciuti restauratori. Così in Germania, Spagna, Svizzera e diverse altre nazioni di area Ue. La battaglia per far sentire le proprie ragioni è in corso, s'è detto, da settembre scorso. Diversi sono stati i sit-in e le manifestazioni a Napoli organizzate, con il sostegno della Cgil Campania, dalla rete informale di aspiranti restauratori. Tra queste l'«incatenamento» (con volantinaggio) ai cancelli di palazzo Reale.
SUGLI STUCCHI DEL SAN CARLO - Dunque, anche se non viene ex lege istituito un albo professionale, di fatto si insinua la medesima logica che blinda medici, architetti e avvocati. Senza un pezzo di carta che attesti la qualifica non si lavora. «Criterio che può andar bene per chi inizia a studiare adesso. Ma non per quelli che si sono già laureati e non immaginavano di doversi sottoporre ad un ulteriore "esame-concorso» afferma L. G.. E dire che molti giovani partenopei hanno, nel periodo pre e post-laurea, fatto palestra sugli stucchi, le dorature, i marmi del teatro San Carlo che si inaugura in questi giorni alla presenza del presidente Napolitano; sul piperno della guglia di San Domenico Maggiore; sulle sete e le tele antiche del Gambrinus o agli stage con il professor Di Bella nelle stazioni dell’arte del metrò cittadino. Chi non aspetta che il vento (la legge) cambi, opera ogni giorno da precario. Suda su pietre, bronzi e affreschi. Com’è tornato a splendere l’obelisco in piazza San Domenico? Niente, ci hanno messo mano i fantasmi…
Alessandro Chetta

Da leggere anche l’articolo pubblicato da “Nuova Agenzia Radicale“ - “Restauratori italiani: la legge li disconosce e noi ci prepariamo a perderli“.

http://www.agenziaradicale.com/index.php?o...=9609&Itemid=50

 
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shadow600
view post Posted on 26/1/2010, 14:36     +1   -1




Starà pensando l’imbufalito direttore del Metropolitan Museum of Art di New York: „Oh my God! I've a damaged Picasso, now! If you Italians are preparing the conditions (53/2009) for losing i vs/bravi restauratori, allora, per favore, mandatemene qualcuno qui a N.Y., urgentemente, perché entro aprile ho la mostra programmata proprio sul “periodo rosa” di Picasso e devo riparare bene quello squarcio di 15 cm. sulla tela “The Actor”, che vale appena 130 milioni di dollari. Una “Picasso woman lover”, troppo vicina al dipinto, ha perso l’equilibrio ed è caduta addosso al quadro con la grazia di un elefante: tela squarciata.

www.corriere.it/esteri/10_gennaio_2...44f02aabe.shtml

Ma in sala, non c’era nessun AVA per sorvegliare sia “The Actor”, che questa elefantessa che, come minimo, avrà esclamato "Ops! Sorry!"? Vuoi vedere che (ogni mondo è paese) pure al Metropolitan non vengono coperti tutti i servizi di vigilanza per imboscarsi in ufficio?
 
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Celadon 58
view post Posted on 26/1/2010, 19:54     +1   -1




Ricevo e pubblico il Testo integrale dell'Ordine del Giorno approvato all'unanimità in data 25 gennaio 2010 al Congresso CGIL della Soprintendenza Speciale per l'Archeologia di Roma che impegna la FP CGIL Ministero Beni Culturali ad intraprendere tutte le azioni opportune volte a tutelare i diritti dei lavoratori del Restauro del MiBac.
Saluti.
Claudio Galli


A tutti i colleghi restauratori

Alleghiamo di seguito il testo dell’Ordine del Giorno contro il Bando di selezione pubblica per il conseguimento delle qualifiche professionali di restauratore di beni Culturali e di collaboratore restauratore di Beni Culturali (ai sensi dell’art. 182 del codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), proposto da restauratori della Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma all’Assemblea Sindacale Congressuale della CGIL del 25 gennaio 2010 e approvato all’unanimità.
Ai fini di sollecitare e promuovere una iniziativa comune da parte della CGIL a tutela dei dipendenti del MiBAC che operano nel settore del restauro e della conservazione, una richiesta avanzata con insistenza da molti colleghi e ribadita ripetutamente anche negli interventi inviati a questo Forum, si propone di assumere iniziative analoghe nel corso delle assemblee congressuali che si terranno presso le sedi di lavoro nei prossimi giorni.

Giovanna Bandini, Gino Mamone, Ida Anna Rapinesi

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Ordine del giorno dei restauratori del MiBAC contro il Bando di selezione pubblica per il conseguimento delle qualifiche professionali di restauratore di beni Culturali e di collaboratore restauratore di Beni Culturali (ai sensi dell’art. 182 del codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), presentato all’Assemblea Sindacale Congressuale CGIL del 25 gennaio 2010 indetta presso la SSBAR.


Con il presente ordine del giorno si chiede che la CGIL si impegni al fine di garantire i diritti dei lavoratori interni al MiBAC operanti nel settore del restauro e ciò a riconoscimento della professionalità posseduta ed acquisita attualmente posta in discussione dall’applicazione di normative che, di fatto, vanno a disconoscere le suddette professionalità.
Invero, l’oggetto del presente O.d.G.è il bando con il quale il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha indetto una procedura concorsuale per il conseguimento delle qualifiche di restauratore di Beni Culturali (ai sensi dell’art. 182, commi 1 ed 1 bis del D. Lgs. n. 42/2004) e di collaboratore restauratore di Beni Culturali (ai sensi dell’art. 182, comma 1 quinquies del Codice), pubblicata sulle Gazzette Ufficiali n. 74 del 25 settembre 2009 e n. 75 del 29 settembre 2009, serie - Concorsi.
Il suddetto bando rappresenta l’atto conclusivo emesso dall’Amministrazione Ministeriale per fissare i requisiti e dettare le procedure per il riconoscimento giuridico delle qualifiche di ‘restauratore’ e di ‘collaboratore restauratore’ di Beni Culturali.
A tal proposito è opportuno svolgere una specifica considerazione ovverosia che tutti devono partecipare alla selezione pubblica bandita con decreto del Segretariato Generale MiBAC e pubblicata sulla G.U. del 25 settembre 2009, perfino i dipendenti dello stesso Ministero che svolgono attività di restauro spesso da più di trent'anni; tutti comunque reclutati a suo tempo con la qualifica di Restauratore (molti divenuti, successivamente, direttori e direttori-coordinatori a seguito del superamento delle prove d'esame in attuazione delle procedure di selezione-progressione, la c.d. "riqualificazione"), nonché di Assistenti restauratori, Operatori tecnici restauratori, ecc. (per i quali è attualmente in corso il processo di “riqualificazione” per il passaggio tra le aree).
Le sopra citate professionalità - di comprovata e pluriennale esperienza - hanno svolto, prima della pubblicazione del bando e svolgono tuttora, attività di restauro e di manutenzione di Beni Culturali in quanto inquadrati specificatamente nei ruoli del Ministero con le qualifiche di ‘Restauratore’, oppure di ‘Assistente restauratore’ od anche di ‘Operatore tecnico restauratore’ (e ciò da svariati lustri). Ma inopinatamente l'Amministrazione, dopo aver adottato i Decreti Ministeriali del 30 marzo 2009 n. 53 ed i Decreti Ministeriali 26 maggio 2009 n. 86 e n. 87, ha ritenuto di interpretare la suddetta normativa con diverse (discutibili) circolari.
In particolare, l’Amministrazione adottava la circolare del 12 agosto 2009 n. 35 e il documento del Segretariato Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali sempre del 12 agosto 2009, recante "Linee guida applicative dell'articolo 182, comma 1, 1-bis, 1-ter, 1-quater e 1-quinquies del Codice dei beni culturali e del paesaggio (disciplina transitoria degli operatori del restauro)" ed ha ritenuto di estendere le norme relative allo status di Restauratore e di Collaboratore restauratore anche ai dipendenti pubblici del Ministero già in possesso delle rispettive qualifiche (cfr. nota 4 a p. 4 delle sopra citate Linee guida).
Successivamente, con la circolare n. 96 del 10 novembre 2009, si è informato “...il personale attualmente in possesso della qualifica sopraindicata che la norma attuale non consente di attribuire la qualifica di restauratore o di collaboratore restauratore al di fuori della procedura stabilita in applicazione della norma medesima.
Pertanto, per essere abilitato ad eseguire gli interventi di manutenzione e restauro su beni culturali [...] è assolutamente necessario conseguire la qualifica professionale di restauratore di beni culturali o di collaboratore restauratore di beni culturali [...] esclusivamente attraverso la procedura di selezione pubblica indetta con il bando pubblicato in G.U. il 25 settembre 2009, in-dipendentemente dal profilo professionale nel quale si è inquadrati in questo Ministero
".
Inoltre, con la circolare n. 118 del 26.11.2009, si è ulteriormente ribadito che "La qualifica (di restauratore, assistente-restauratore, o simili, [...] non può essere considerata di per sé elemento sufficiente ad integrare i requisiti indicati all'art. 182, in quanto i requisiti di partecipazione ai concorsi per il reclutamento o alle procedure di riqualificazione ed i contenuti delle prove sostenute in tali occasioni non corrispondono pienamente ai requisiti indicati dall'articolo 182 ed ai contenuti della prova di idoneità previsti dal D.M. 53/2009.
E' quindi necessario che anche i restauratori dei laboratori pubblici, per poter svolgere (o continuare a svolgere) le attività di manutenzione e restauro di beni culturali [...] ottengano la qualifica professionale di restauratore o di collaboratore restauratore di beni culturali, in applicazione dell'articolo 182
".
Tali provvedimenti impongono sostanzialmente l'obbligo anche a tutto il personale in servizio presso la P.A. con le varie qualifiche relative alle attività di restauro e di conservazione di partecipare alla "selezione pubblica per il conseguimento delle qualifiche professionali di restauratore e di collaboratore restauratore di beni culturali, ai sensi dell'art. 182, commi 1 ed 1-bis del codice dei beni culturali e del paesaggio e di beni culturali”.
Ciò risulta gravemente lesivo - sia sotto il profilo giuridico-amministrativo, sia sotto l’aspetto della dignità professionale - per tutti gli operatori di ruolo nella P.A. e attivi da tempo nel settore restauro i quali debbono sottoporsi, ancora una volta, alla verifica della loro professionalità poiché, di fatto, vengono disconosciuti dalla stessa Amministrazione che li ha assunti e stipendiati per quei precisi ruoli! Invero, sempre la circolare n. 118 del 26.11.2009 - con toni vessatori - così ulteriormente recita: “Qualora il dipendente non partecipi alla selezione pubblica, o non consegua la qualifica per difetto dei requisiti richiesti dalla legge, nulla muterà nello status giuridico ed economico del dipendente, se non per quanto riguarda lo svolgimento delle attività riservate dall’art. 29, comma 6, del Codice, ai soggetti in possesso della qualifica professionale. E quindi, non potrà assumere o gestire con responsabilità autonoma incarichi di esecuzione di interventi conservativi, se non in possesso della qualifica di restauratore; non potrà nemmeno partecipare all’esecuzione di detti interventi, se non è in possesso della qualifica di collaboratore restauratore”.
Per giunta, l’incongruenza più eclatante è costituita dal fatto che svariati operatori svolgono attività di docenza agli allievi delle Scuole di Alta Formazione (allievi e diplomati che, in tale situazione, risultano essere gli unici privilegiati). Difatti, coloro che non dispongono dei diplomi rilasciati dalle Scuole di Alta Formazione devono dimostrare l’esperienza professionale maturata in un periodo antecedente la data del 16 dicembre 2001 e secondo procedure complesse e assolutamente avulse da quelle che sono l’organizzazione e la conduzione del lavoro all’interno della P.A.

In definitiva, con la presente mozione si chiede che il Sindacato CGIL si impegni a garantire l’accesso diretto alle qualifiche a quegli operatori interni alla P.A. già assunti con gli specifici ruoli (e ciò mediante la semplice presentazione del decreto ministeriale di nomina), secondo criteri da concordare con le parti sociali, in grado di rappresentare in modo più confacente lo status degli operatori di restauro in ruolo presso la Pubblica Amministrazione.
In subordine a quanto sopra riportato, si richiede la sospensiva del provvedimento in attesa degli sviluppi derivanti dal ricorso presentato al TAR, nonché degli esiti dei ‘Tavoli tecnici’ (convocati a partire dal 26 gennaio 2010).

 
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mafalda50
view post Posted on 26/1/2010, 20:04     +1   -1




Brava e bravi. Parre che anche la riunione che a Firenze ha visto discutere econcertare, sindacati, comitati e istituzioni ha dato risultati molto positivi. L'assessore alla cultura della città ha offerto tutto il suo appoggio morale e materiale. Notizie lette su gruppo restauratori google...Continuiamo!
Giovanna grazie, il tuo schema è perfetto!
 
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Celadon 58
view post Posted on 26/1/2010, 20:05     +1   -1




Ho (arbitrariamente) inserito anche in questa 'sezione' il documento già trasmesso dal delegato sindacale dr. Claudio Galli in altra 'discussione' presente sul Forum (Ordine del Giorno restauratori MiBAC).

Già Celadon, ora...Cocciopesto...
 
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Celadon 58
view post Posted on 27/1/2010, 00:08     +1   -1




"Non siamo gente che si raggomitola e piange su se stessa. Troppo abituati ai sacrifici, agli scomodi cantieri, ai laboratori fai da te quando la L.81 era lontana come la luna. [...] Non molliamo la presa. Il sindacato siamo noi, non è una controparte. Al massimo è stato alcune volte assente, alcune volte ha fatto scelte non condivise ma graziaddio è un organismo multicellulare e se una cellula non è confacente al suo sviluppo, la riassorbe e la modifica. Forse e dico forse può modificarsi anche ora, in meglio. Basta non abbassare il nostro livello di partecipazione di cuore e di mente. Nessuno legge nelle nostre menti e siamo noi lavoratori, pubblici e privati, lavoratori futuri, lavoratori ex, che non dobbiamo mollare. Il mondo è piccolo grazie al web e noi non ci possiamo più limitare a mormorare..."

Grazie MAFALDA, sei la nostra voce, sei tutti noi.....

Già Celadon....
 
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esmeralda 50 bis
view post Posted on 28/1/2010, 09:01     +1   -1




grazie a tutte voi
 
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Libero Rossi
view post Posted on 28/1/2010, 12:09     +1   -1




siamo alla Camera...con vista. Chissà se faranno passare i nostri emendamenti di proroga "dei termini"(fino al 2009) e....stiamo lavorando anche per le nostre Cocciopestate.
 
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mafalda50
view post Posted on 28/1/2010, 18:48     +1   -1




Grazie Libero ma non farti distrarre dalla vista mi raccomando. Noi "pestate"attendiamo con santa pazienza perchè siamo "de coccio" lo sai...( grazie diletta Celadon)
Intanto propongo altre notizie dal web:
Su iniziativa del Comitato La Ragione del restauro, il Comune di
Firenze ha invitato le organizzazioni sindacali e di categoria
maggiormente rappresentative sul territorio nazionale a partecipare ad
un incontro tenutosi il 26 gennaio a Palazzo Vecchio.


Alla presenza del Vice Sindaco Dario Nardella - che ha manifestato
piena disponibilità ad appoggiare l'iniziativa - è stata presentata la
proposta di modifica dell'articolo 182 del Codice dei beni culturali e
del paesaggio, come predisposta dai legali del Comitato.


Illustrando ai presenti il contenuto del documento, l'Avvocato Pietro
Celli ha evidenziato la necessità di eliminare il limite temporale
della data di entrata in vigore del D.M. 420/2001 (16 dicembre 2001),
per consentire l'acquisizione diretta della qualifica di restauratore
a quanti avranno conseguito i requisiti alla data di scadenza del
termine per la presentazione della domanda.
In alternativa, l'Avvocato ha poi spiegato che - qualora si volesse
comunque mantenere un limite temporale - l'unica data giuridicamente
fondata non può che essere quella di entrata in vigore dei D.M. 26
maggio 2009, n. 86 e n. 87 (28 luglio 2009), visto che tali
regolamenti introducono la disciplina per la formazione dei futuri
restauratori.


Tale soluzione consentirà di superare i dubbi di legittimità
costituzionale dell'articolo 182 del D. lgs. 42/2004, per contrasto
con gli articoli 3, 4, 35 e 41 della Costituzione, nonché il contrasto
delle vigenti disposizioni legislative con i principi del diritto
comunitario in materia di concorrenza e libero accesso al mercato.


Lo stesso vale per il limite del 31 gennaio 2006 per l'iscrizione alle
accademie, ai corsi universitari e alle scuole statali o regionali di
restauro: la modifica consentirà la partecipazione alla selezione
pubblica a coloro che, pur avendo conseguito il relativo diploma, si
vedono negata la possibilità di operare nel settore del restauro.


Ma l'aspetto più importante consiste nella riformulazione del comma
1-bis e nelle modifiche al comma 1-quinquies dell'articolo 182:
consentire a chi è in possesso di determinati requisiti (diploma
almeno biennale ovvero attività di restauro per non meno di quattro
anni dimostrata con autocertificazione) di acquisire anzitutto la
qualifica di collaboratore restauratore, dando poi la possibilità agli
stessi di partecipare alla prova di idoneità per il conseguimento
della qualifica di restauratore.


Lo svolgimento di tale prova dovrà poi avvenire una volta all'anno,
almeno per i prossimi cinque anni (e non più una tantum), visto che il
nuovo sistema prevede una formazione a ciclo unico di durata
quinquennale, ed entrerà a regime non prima del 2016. In tal modo, chi
non dovesse superare l'esame potrà ripetere la prova l'anno
successivo.


Infine, a tutela dei dipendenti pubblici, è stato proposto il
riconoscimento diretto della qualifica di restauratore, ovvero di
collaboratore restauratore, a chi è stato assunto alle dipendenze del
Ministero a seguito del superamento di un pubblico concorso,
rispettivamente, per i profili di restauratore e di
assistente-restauratore.


In caso di modifica legislativa, il Ministero sarà tenuto a rivedere
il regolamento di cui al D.M. 53/2009, che in realtà andrebbe
completamente rivisitato, ma di ciò si discuterà in un secondo
momento.


Per concludere, si rende noto che la nostra proposta è stata
pienamente condivisa da tutte le rappresentanze presenti all'incontro,
e costituirà la base comune per addivenire all'approvazione di un
documento finale, che si spera verrà sottoscritto, oltre che dal
Comitato, anche dalle associazioni sindacali e di categoria
maggiormente rappresentative (CNA, Confartigianato, Fillea-CGIL, UIL
beni culturali).


In allegato la proposta di modifica.


IL PRESIDENTE
Andrea Cipriani

http://groups.google.it/group/restauratori...f9986a3929475ea
 
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Celadon 58
view post Posted on 29/1/2010, 00:53     +1   -1




Grazie Libero di aver (finalmente!!!) ascoltato i nostri appelli.
Anch'io, come la collega Mafalda, spero che tu non ti faccia distrarre dalla 'vista' che puoi avere dalla e nella Camera (procaci scollature comprese...).

Grazie Mafalda degli aggiornamenti 'fiorentini' (l'avvocato Celli - da noi più volte contattato come ben sai... - mi ha trasmesso altri elementi alquanto interessanti che invierò nel 'nostro' indirizzario di restauratori MiBAC...'cocciopestati').

Già Celadon, ora...Cocciopesto (...ma con qualche possibilità di essere restaurato)

P.S. Te lo avevo detto Libero: la ceramica si spezza ma non si piega...e ciascun frammento mantiene - analogamente alle altre 'arti maggiori' - l'unità potenziale... Nel Rinascimento, poi, i lacerti di porcellana cinese erano comunque considerati preziosi (tant'è che venivano montati su oro... ). Inoltre, la polvere di porcellana, sempre in epoca rinascimentale, era usata come antidoto ai veleni...
 
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esmeralda 50 bis
view post Posted on 29/1/2010, 09:15     +1   -1




mitica celadon e anche mafalda ma noi dei metalli possiamo fornire anche armi di tutti i tipi e forse la fionda per essere delle novelle davide contro golia mi sembra la più adatta
 
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esmeralda 50 bis
view post Posted on 29/1/2010, 10:39     +1   -1




scusate ma nel rileggere il post riguardante le leggi noto quanto segue:se tutti i dipendenti pubblici devono avere il riconoscimento del titolo corrispondente all'inquadramento ci sarànno comunque i diplomati con il bollino blu che sono inquadrati come operatori tecnici ma avranno in virtù del titolo la qualifica di restauratore e quindi per capirci in B3 ci saranno due livelli e ...
 
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mafalda50
view post Posted on 29/1/2010, 18:35     +1   -1




...hai ragione ma a quel punto basta partecipare con i titoli ( senza esami umilianti) per il periodo richiesto, -cioè 2009 se accettano la modifica- così potrebbe funzionare che ne dici?
 
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57 replies since 13/1/2010, 13:21   3662 views
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