| Cari compagne/i attivi in questa discussione, non so se è solo una mia impressione, ma le prime riflessioni di Libero, all'indomani del voto, sembrano essere venate di delusione e di un preoccupante pessimismo. Il quadro d'insieme del nostro ministero, disegnato dal nostro segretario, è sconfortante, probabilmente fotografa anche verosiminlmente la situazione attuale, ma allora mi chiedo e vi chiedo che fare ?, che ruolo deve assumere la CGIL?, quali devono essere i suoi punti di attacco?, quali sono gli errori che deve corregere? ecc., ecc. Innanzitutto la delusione : essa è lecita se il risultato che ci si aspettava era di quelli eclatanti, basato su segnali forieri di un'avanzata consistente, ma le testimonianze, fin qui offerte, dai compagne/i registrano invece una certa difficoltà di tenuta del consenso dell'organizzazione sul teritorio. Pertanto, ribadisco ancora una volta, che il risultato non è affatto negativo, ed è da questo che bisogna ripartire, non rapidamente, non lasciandosi prendere da una foga revancista, da una frenesia, ma ragionando evitando le fughe in avanti. Ed è a questi stati d'animo che mi riferivo quando ho accennato alle due possibili strade che si aprono davanti all'organizzazione, ossia se continuare a governare i processi sindacali, con un'azione riformatrice, con un coinvolgimento più ampio di lavoratori, o quelle delle fughe in avanti, delle scorciatoie, della rincorsa delle vertenze. Ma veniamo ad una delle questioni poste da Libero nella sua riflessione : "La questione della dirigenza è il cardine di tutto", i termini sono noti "una dirigenza insufficiente e reclutata con concorsi truccati..." Concordo, e dirò di più, io contesto le procedure, seppur previste per legge, del suo reclutamento. Mi spiego meglio, i nostri sovrintendenti, i nostri direttori di archivi e biblioteche ecc., sono passati per lo più attraverso concorsi riservati o disposti ad hoc, e queste figure di dirigente, in quanto giudicate tecniche, non sono mai previste nei posti messi a concorso dalla scuola superiore della pubblica amministrazione, che si svolge periodicamente e che prevede una durissima selezione, con una formazione di un anno con esame finale e relativo tirocinio. Pertanto, ad oggi, stanti queste procedure di reclutamento, ad esempio, un bibliotecario, da un giorno all'altro, non si sa come, diventa edotto sulla contabilità di stato, sul diritto amministrativo, sul diritto del lavoro e sulla gestione aziendale......, non ci crede nessuno. E' questo il problema principe per l'organizzazione sindacale nel pubblico impiego : per poter meglio sviluppare un'azione sindacale efficace, avremmo bisogno di una controparte dirigenziale preparata, ma il più delle volte si è costretti a concertare con signori che a mala pena conoscono il contratto che regola il loro rapporto di lavoro, figuriamoci se si degnano di dare uno sguardo a quello che regola il rapporto di lavoro di coloro che essi amministrano. Per non parlare poi della incapacità a contrattare organizzazione del lavoro e dei servizi o ad applicare i contenuti degli accordi sindacali firmati dal loro superiore gerarchico. Da quanto detto discendono due ordini di questioni : la prima vede molto spesso i rappresentanti della CGIL nelle RSU assumere il ruolo, agli occhi dei lavoratori e di fronte all'imprepazione dei dirigenti o al loro paternalismo, di gendarmi degli accordi che limitano le pratiche clientelari o spartitorie e perciò stesso finiscono per essere impopolari ; la seconda è la pessima gestione delle risorse economiche per i lavoratori a livello decentrato. Invito tutti noi a fare una riflessione su ciò che afferma Libero, ossia che ci troviamo di fronte per lo più a "progetti fasulli calati dal centro, ma allo stesso modo, spostare in periferia e caricando alla sola RSU l'onere di procedere secondo merito/servizio, è impresa titanica, quando poi il dirigente se ne fotte". In tutta onestà, in considerazione di un non brillante stato dei rapporti sindacali unitari e dell'incapacità media dei nostri dirigenti di proporre progetti che possano migliorare l'efficienza e l'efficacia dei servizi, preferisco, in questa fase, accettare progetti calati dall'alto, perchè in linea teorica più controllabili nelle loro risultanze. Pertanto bene hanno fatto CGIL e CISL a dare un segnale forte all'amministrazione con il ritiro della firma dai progetti nazionali. I progetti locali, per quelle che sono le mie informazioni e la mia esperienza, si sono risolti per lo più, per incapacità del dirigente di programmare o proporre alcunchè e, a volte, per l'impreparazione della RSU, nell'approvazione di progetti inutili o dissipatori di risorse, che hanno visto la partecipazione di tutto il personale remunerato per giunta con la stessa cifra, per la più classica delle politiche spartitorie. Scusate la lunghezza ; in un prossimo post vorrei dire la mia sui "C3 delusi e non più attivi".
|