Modalità richiamo cig

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SuperMaste
view post Posted on 29/10/2009, 18:17     +1   -1




Buonasera a tutti, ho un quesito a cui ne io e neanche i miei colleghi riusciamo a dare risposta.
L'azienda in cui lavoriamo è in cassa integrazione straordinaria, si lavora a singhiozzo e mediamente ogni lavoratore fa una settimana di cassa al mese.
Comunque sia l'azienda non si organizza bene e quando un lavoratore è in cassa integrazione viene chiamato anche 2 ore prima telefonicamente per rientrare al lavoro.
Tutti i lavoratori dicono si e rientrano, un pò perchè si ha bisogno di soldi, un pò per paura di essere malvisti dall'azienda e un pò perchè pensano che durante la cassa integrazione si è reperibili 24 ore su 24!!
I nostri delegati interni non sanno o non vogliono sapere come funziona il richiamo durante la cassa, ognuno di loro risponde diversamente e cercano sempre di sviare il discorso!!!
A me sembra impossibile che uno sia obbligato tramite una tel a rientrare al lavoro, questa non è reperibilità ma arresti domiciliari, poi non penso che un lavoratore debba essere costretto ad avere un telefono..
Secondo me ha valore solo il richiamo tramite raccomandata ma con quali tempi?
Qualcuno sa dirmi come funziona esattamente questa cosa? Qualcuno sa darmi dei link dove trovare spiegazioni? io non ho mai trovato niente a riguardo.
Ringrazio tutti anticipatamente, spero di non trovare le solite risposte: di questi tempi se ti richiamano devi essere contento, il problema non è essere o no contenti ma sapere quali sono i propri diritti e doveri mi sembra giusto..
 
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shadow600
view post Posted on 29/10/2009, 21:14     +1   -1




La Legge 223/91 illustra ampiamente quali criteri deve adottare un datore di lavoro che si avvale dell'intervento CIGS, per scegliere, a rotazione, le unità produttive da sospendere dall'attività aziendale. Tuttavia, due sono gli obblighi a carico del lavoratore in CIGS: non svolgere altra attività remunerata e rimanere comunque a disposizione delle esigenze operative dell'azienda, perchè stare in CIGS non è come essere in ferie. Tuttavia, se è possibile, come avviene in molte aziende in crisi, non dovrebbe essere difficile pianificare nei mesi a venire la corretta rotazione della CIGS anche per sostenere i redditi individuali e, pertanto, appare scorretto, in questo caso, che che l'azienda in difficoltà informi all'ultimo momento i lavoratori scelti per rientrare in servizio, con una semplice telefonata, a fronte di quale importante sopravvenienza di produttività improvvisa? E' d'uso corrente e corretto, invece per moltissime aziende, avvisare i lavoratori interessati a sospendere la CIGS "a rotazione", con lettera raccomandata R.R., meglio ancora con un telegramma o con un fax, se il lavoratore dispone in casa di un PC o di altro apparecchio ricevente. La comunicazione scritta è necessaria, la telefonata appare giustificata solo se è seguita da una regolare comunicazione scritta. Così è.
 
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esmeralda50
view post Posted on 30/10/2009, 08:51     +1   -1




shadow perdonami vista la tua conoscenza legislativa posso sottoporti un quesito personale : mio figlio è infermiere laureato assunto tramite concorso al Santa Lucia di roma, non so se hai seguito le vicende, adesso il padrone giacchè l'istituto è un ISCR ha messo in licenziamento su 182 infermieri 132 come avverranno e con quale modalità i licenziamenti ? grazie in anticipo esmeralda
 
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shadow600
view post Posted on 30/10/2009, 09:36     +1   -1




Buongiorno. Esiste una vasta letteratura giurisprudenziale ispirata alla Legge 223/91, che stabilisce che, nella fase dei licenziamenti collettivi, non è arbitraria la scelta dei lavoratori da colpire, ma vanno rispettati sia gli accordi sindacali, sulla base delle norme contrattuali in vigore, che alcune regole per procedere ai licenziamenti. Il primo criterio di scelta, comunemente rispettato dalle aziende prossime alla riduzione di personale, è quello della “pensionabilità“, perché appare senza dubbio ragionevole individuare in via prioritaria i licenziandi tra coloro che possono accedere alla pensione nel corso o al termine della mobilità. A tal proposito si è espressa più di una volta la Corte Costituzionale. Altro criterio non arbitrario è quello oggettivamente ponderato sulle condizioni oggettive (carichi familiari, reddito, assistenza infermi in famiglia) che ciascun potenziale licenziando presenta. A fronte di quanto sopra indicato, la giurisprudenza corrente impone, ai datori di lavoro che intendano ridurre il personale, di rispettare determinate graduatorie nei licenziamenti, ordinate secondo questi criteri di scelta NON arbitraria, definiti, comunemente, “criteri legali”: carichi di famiglia, anzianità, esigenze tecnico-produttive ed organizzative che, tuttavia, rimangono residuali, rispetto ai criteri indicati sul contratto di lavoro in essere. La Cassazione e la Corte Costituzionale hanno riconosciuto più volte la legittimità della prevalenza dei criteri di scelta nei licenziamenti, derivanti sia dagli accordi sindacali, che da quelli legali che impediscono, pena l’impugnazione del licenziamento davanti al giudice ordinario, la possibile ARBITRARIETA’ e DISCRIMINAZIONE, definibili, altresì, come lo scostamento dai corretti parametri della obiettività, ragionevolezza e coerenza con il più semplice principio dell‘imparzialità.
Bye.
 
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esmeralda50
view post Posted on 30/10/2009, 10:05     +1   -1




grazie assolutamente per la velocità e la precisione, posso approfittare ancora della tua gentilezza per chiederti se non è contemplata l'opprtunità della mobilità tra struttura privata,quale il Santa Lucia, che è l'ospedale di eccellenza nel centro-sud, e altre struttura pubbliche sempre della filiera.grazie ancora
 
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shadow600
view post Posted on 30/10/2009, 10:26     +1   -1




Da almeno 20 anni (fin dai tempi della Olivetti di Ivrea dell'Ing. De Benedetti) si fanno accordi politico-sindacali al Ministero del Lavoro e all'UPPA - Funzione Pubblica, per collocare personale privato nella P.A.. Tutto è possibile, ci vuole lo "sponsor" politico che promuova il collocamento dal Santa Lucia a qualche ASL: diciamo che sotto elezioni, anche le cose impossibili diventano possibili? Quando c'è la volontà politica, alla Funzione Pubblica non resta che obbedire con un DPCM "ad hoc", per destinare il personale privato assunto per legge nelle strutture pubbliche che necessitano di ulteriori risorse e professionalità come quella sicuramente posseduta da tuo figlio. Se pò ffà, se pò ffà, ce vole er politico giusto, sotto elezzioni. Ciao.
 
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esmeralda50
view post Posted on 30/10/2009, 10:31     +1   -1




ma dai, fantastico, sei machiavellico, se posso permettermi, grazie per i preziosi e sottolineo preziosi consigli a presto
 
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anto_malatesta
view post Posted on 15/2/2010, 14:26     +1   -1




CITAZIONE (shadow600 @ 29/10/2009, 21:14)
La Legge 223/91 illustra ampiamente quali criteri deve adottare un datore di lavoro che si avvale dell'intervento CIGS, per scegliere, a rotazione, le unità produttive da sospendere dall'attività aziendale. Tuttavia, due sono gli obblighi a carico del lavoratore in CIGS: non svolgere altra attività remunerata e rimanere comunque a disposizione delle esigenze operative dell'azienda, perchè stare in CIGS non è come essere in ferie. Tuttavia, se è possibile, come avviene in molte aziende in crisi, non dovrebbe essere difficile pianificare nei mesi a venire la corretta rotazione della CIGS anche per sostenere i redditi individuali e, pertanto, appare scorretto, in questo caso, che che l'azienda in difficoltà informi all'ultimo momento i lavoratori scelti per rientrare in servizio, con una semplice telefonata, a fronte di quale importante sopravvenienza di produttività improvvisa? E' d'uso corrente e corretto, invece per moltissime aziende, avvisare i lavoratori interessati a sospendere la CIGS "a rotazione", con lettera raccomandata R.R., meglio ancora con un telegramma o con un fax, se il lavoratore dispone in casa di un PC o di altro apparecchio ricevente. La comunicazione scritta è necessaria, la telefonata appare giustificata solo se è seguita da una regolare comunicazione scritta. Così è.



Ciao, sono un tesserato cgil slc, e anche io sono in cgis da 2 anni, vorrei qualche chiarimento sulle modalità di richiamo, tu hai scritto che sarebbe meglio una raccomandata R.R o telegramma,e comunque è obbligatoria la comunicazione scritta, mi puoi indicare esattamente il paragrafo in cui la legge 223/91 o altra legge che specifica questo?
Dato che abbiamo problemi del genere nella nostra azienda, in questo modo potremmo avere un documento di legge valido ed esplicito .
grazie
 
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shadow600
view post Posted on 15/2/2010, 15:31     +1   -1




Dai commi contenuti nell'art.4 della Legge 223/1991, si evince che il datore di lavoro ha l'obbligo di usare la forma scritta per qualsiasi comunicazione relativa sia alla sospensione della attività aziendale, che alla ripresa, dopo il periodo assistito dalla Cassa Integrazione Gradagni (Ordinaria o Straordinaria). La comunicazione scritta e mai verbale vale verso l'INPS, che eroga il trattamento salariale, vale per le Organizzazioni Sindacali e vale per il lavoratore che, pure in cassa integrazione, mantiene pienamente il suo rapporto di lavoro con l'azienda in crisi, in ristrutturazione, in riorganizzazione ecc.. Pertanto, tutte le comunicazioni hanno valore se scritte ed è palese che il lavoratore debba essere messo in grado di prenderne visione, ricordando i doveri della correttezza e della buona fede imposti dagli articoli n. 1175 e n. 1375 del Codice Civile. A tal proposito la Cassazione si è più volte espressa.
www.cgilfo.com/approfondimenti/2009.03.VOLANTONE.CIGO.pdf
 
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anto_malatesta
view post Posted on 15/2/2010, 17:31     +1   -1




risposta veloce ed esuriente.
OTTIMO
(fossero tutti cosi i rappresentanti sindacali della cgil...purtroppo il buono e il cattivo ce dappertutto)
GRAZIE
 
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rossoporpora
view post Posted on 23/2/2010, 19:13     +1   -1




Una domanda: la mia azianda ha trasferito tutti i lavoratori nella sede principale e tempo un mese dalla Cigo si è passati alla Cigs. Se dovesse richiamarci esiste l' obbligo di accettare visto che per buona parte delle persone la sede di lavoro sarebbe a più di 200 km di distanza dalla residenza. Grazie a chi riuscirà a darci una risposta
 
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Libero Rossi
view post Posted on 24/2/2010, 15:03     +1   -1




CITAZIONE (rossoporpora @ 23/2/2010, 19:13)
Una domanda: la mia azianda ha trasferito tutti i lavoratori nella sede principale e tempo un mese dalla Cigo si è passati alla Cigs. Se dovesse richiamarci esiste l' obbligo di accettare visto che per buona parte delle persone la sede di lavoro sarebbe a più di 200 km di distanza dalla residenza. Grazie a chi riuscirà a darci una risposta

non capisco la Cigs si da' per le ristrutturazioni, riconversioni ecc. ed ha una durata limitata nel tempo 12 mesi max 16 (se non ricordo male). Una volta finita si deve ritornare a lavoro altrimenti si va in mobilità.(con retribuzione limitata a seconda dell'età/anzianità altrimenti senza retribuzione). Quindi..... Sul problema dei 200km deve trattare il sindacato.
 
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MarcoArg
view post Posted on 4/7/2016, 21:44     +1   -1




Buona sera, sto per essere richiamato dalla mia ditta in quanto lavoratore in cigs..attualmente non abbiamo percepito ancora lo stipendio di gennaio...febbraio e marzo ancora non si sa come ci farà le buste paga...settore edilizia e siamo in cassa integrazione straordinaria dal 18 marzo...posso rifiutare il rientro senza incorrere nel licenziamento per giusta causa? Grazie
 
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view post Posted on 20/10/2020, 13:07     +1   -1
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salve , sono un lavoratore in CIG vorrei sapere se c'e' un limite di tempo per una prestazione lavorativa giornaliera ? Mi spiego ,se un lavoratore che si trova in rotazione di cassa si mette in malattia in una giornata lavorativa , con quanto preavviso il datore puo' anche obbligare un altro lavoratore a prendere servizio ? Grazie
 
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13 replies since 29/10/2009, 18:17   60860 views
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