Statali, stipendi salvi: ci sono le Europee

« Older   Newer »
  Share  
ISCRITTA
view post Posted on 2/5/2014, 19:19     +1   -1




Statali, stipendi salvi: ci sono le Europee
(Wanda Marra).
di triskel182


statali

NIENTE DECRETO, RENZI RACCONTA LA “RIVOLUZIONE” DELLA P.A. RIMANDATA AL 13 GIUGNO E SCAVALCA I SINDACATI: CONSULTERÀ DIRETTAMENTE I LAVORATORI.

Se uno va a starnutire gli viene detto c’è la campagna elettorale. E questo ha modificato sensibilmente anche l’agenda del sottoscritto”. Eccola, la frase chiave della conferenza stampa di Matteo Renzi di ieri. Un premier particolarmente sorridente e insolitamente dialogante lo dice senza mezzi termini: tra tre settimane e mezzo ci sono le europee, e a questo punto è tutto rimandato a dopo. Inedita cravatta scura con pois bianchi, questa volta è accompagnato dal ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, boccoli biondi lunghi e aria doverosamente sbattuta, visto il parto recente. Niente decreto, nè disegno di legge delega sulla riforma della Pa, ma solo delle linee guida, affidate a una lettera ai lavoratori, sulle quali il governo chiede consigli e valutazioni. Una sorta di referendum, come dice la Madia. Poi, il 13 giugno ci sarà un provvedimento di legge. Renzi la gira così: “Se avessimo presentato oggi il ddl delega e il decreto per la riforma della P.a. avremmo avuto contestazioni di atto tipico della campagna elettorale”. L’esigenza di “coinvolgere gli uomini e le donne che lavorano nella P.a.” va insieme al tentativo di “togliere dalla campagna elettorale” la riforma, “questione che già si è posta anche per le riforme costituzionali”.



Matteo Renzi è un politico abilissimo e sa che se vuole continuare a imporre la sua agenda, le europee le deve vincere. Il che significa arrivare almeno al 32-33% e sperare che Grillo non lo talloni troppo da vicino. Non a caso, il merito della riforma più difficile, quella per cui “servirebbero i marine” (parola di Matteo) resta nel vago. Non a caso, dai titoli dei capitoli della “rivoluzione” che in attesa di fare, Renzi cerca di raccontare (in maniera piuttosto sommaria per la verità) scompare uno dei punti cardine al quale il ministero della Pa stava lavorando: non ci sarà il taglio agli stipendi degli statali (diplomatici, ministeriali, magistrati, militari, polizia, medici). Statali che tradizionalmente votano Pd. Le europee valgono bene una riforma. Il presidente del Consiglio, che peraltro ha capito che è arrivato il momento di cominciare a girare l’Italia per la campagna elettorale prova a derubricare il tema: “Ci sono state alcune anticipazioni che sono diventate tavole della legge, come il fatto che noi avremmo detto che tagliamo gli stipendi”. Una Madia particolarmente in palla, che sfoggia una competenza sul tema maggiore del premier, dà una risposta che non lascia possibilità di equivoci e nega anche che ci siano state divisioni e resistenze in Cdm sul tema: “È una scelta politica. Noi abbiamo voluto per una ragione di equità sociale porre un tetto apicale ma non vogliamo intervenire sulla fasce intermedie. È una scelta politica”. Fine.

Renzi insiste molto sul “metodo” della consultazione e sulla “visione” che dovrebbe portare a una Pa diversa. “Se io passo le giornate a dire sei un fannullone che il lavoratore si senta particolarmente motivato”. E quindi, “la riforma non va fatta contro i lavoratori, ma con i lavoratori”. Arriva pure lo slogan: “Nella pa c’è un sacco di bella gente che lavora e va premiata, c’è qualche fannullone e quello lo stanghiamo”. Mentre cerca di far leva sull’orgoglio del lavoratore-votante, c’è un cambio di strategia comunicativa evidente: “Non c’è l’idea di un governo arrogante. Se ci sono altre idee le ascoltiamo ma sui contenuti: non dite che siamo arroganti ma che abbiamo torto”. Ecco un Renzi dialogante, non più asfaltatore, un po’ il premier della porta accanto, quello di cui ci si può fidare anche perché ascolta i tuoi consigli e i tuoi desideri. La lettera mandata ai lavoratori, sulla quale potranno rispondere entro 30 giorni, risponde a questa esigenza. Ma non solo. Ecco bypassati i sindacati. La Camusso dice che non li consultiamo? La parola alla Madia: “Non penso che i sindacati abbiamo nulla in contrario sul fatto che consultiamo direttamente i lavoratori”. Renzi rincara la dose: “C’è forse l’idea che il datore di lavoro non possa parlare con i lavoratori e che per discutere con i lavoratori il tramite del sindacato sia vincolante e imprescindibile? Sono argomenti interessanti…”. Oltre alla lettera è bell’e pronto anche l’indirizzo di posta elettronica: ri  [email protected]  . La rivoluzione ancora non c’è, la mail invece sì.

Da Il Fatto Quotidiano del 01/05/2014.

Iscritta
 
Top
0 replies since 2/5/2014, 19:19   212 views
  Share