CERCASI EROI DELLA CULTURA

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Libero Rossi
view post Posted on 5/5/2014, 11:13     +1   -1




CERCASI EROI DELLA CULTURA
di Redazione Cadoinpiedi.it - 2 Maggio 2014

Pompei cade a pezzi. Ed è il simbolo del patrimonio italiano che si sgretola. Eppure c'era un tempo in cui ci sono stati eroi pronti a rischiare tutto per salvare questi beni. Sono nomi semisconosciuti della Seconda guerra mondiale, la guerra civile spagnola ma anche conflitti più recenti, dall'ex Iugoslavia all'Afghanistan, raccontati in parte anche da George Clooney nel film Monuments men. Salvatore Giannella ha raccolto le loro storie in Operazione Salvataggio. Gli eroi sconosciuti che hanno salvato l'arte dalle guerre (Chiarelettere). Send to Kindle Pompei cade a pezzi. E nonostante il profluvio di parole, la sopravvivenza dei beni culturali italiani è costantemente sotto attacco di incuria, vandalismo, scarsità di fondi e incapacità di gestione. Un patrimonio immenso, quello italiano, che come quelli degli altri Paesi ha dovuto vedersela con la minaccia delle guerre.
Quando però c'erano eroi pronti a rischiare tutto per salvarli. Sono nomi semisconosciuti della Seconda guerra mondiale, la guerra civile spagnola ma anche conflitti più recenti, dall'ex Iugoslavia all'Afghanistan, raccontati in parte anche da George Clooney nel film Monuments men. Altre storie di questi eroi s. Ci vorrebbe un altro film per raccontare le gesta dei tanti eroi sconosciuti - italiani, svizzeri, inglesi "Al di là del pur lodevole film di George Clooney, gli eroi di cui parlo sono italiani, spagnoli, inglesi, svizzeri", ha detto a Cadoinpiedi.it Salvatore Giannella, ex direttore de L'Europeo e autore di Operazione Salvataggio. Gli eroi sconosciuti che hanno salvato l'arte dalle guerre (Chiarelettere, 2014). "Sono personaggi che hanno servito la cultura, invece di servirsene, come purtroppo spesso accade".

DOMANDA: I nomi di questi eroi, come giustamente li chiama, sono dimenticati da tutti. Eppure il loro ruolo è stato fondamentale. Ma chi erano davvero?
RISPOSTA: Nel libro parlo di una straordinaria rosa di personaggi che ho incontrato direttamente o attraverso i loro eredi in giro per il mondo. Tanti soprintendenti, in particolare, che hanno servito cultura invece di servirsene come capita spesso. Molti di loro nel raccontare il loro operato dicono la stessa cosa: "Abbiamo fatto semplicemente il nostro dovere. Ma l'anima del nostro paese è stata salvata da gente così".

D: C'è un nome, una storia che l'ha colpita di più?
R: Pasquale Rotondi, soprintendente delle Marche, riuscì su incarico del ministro Bottai a condurre l'impresa forse più significativa, la cosiddetta Operazione Salvataggio: mise in salvo 6509 opere. Era la più grande concentrazione di opere d'arte mai messe insieme nella storia dell'umanità. E dopo cinque anni 3 mesi 8 giorni tornarono tutte al loro luogo d'origine in condizioni perfette.

D: Dove le nascose?
R: Nella poderosa Rocca di Sassocorvaro, nel Montefeltro, tra Pesaro e Urbino, e nel palazzo dei principi di Carpegna. C'era il meglio del patrimonio italiano, la tempesta del Giorgione, tredici quadri di Tiziano, diciassette di Tintoretto, quattro di Piero della Francesca, e tanti altri. Quando arrivarono le truppe tedesche li portò al sicuro, a casa sua: la Tempesta venne nascosta sotto il letto della moglie di Rotondi.

D: Non c'era un modo più sicuro di custodire queste opere?
R: Bisogna pensare che questi uomini hanno fatto tutti senza mezzi, senza soldi: i beni culturali erano anche allora senza portafogli. Abbiamo il patrimonio più ricco di tutto il pianeta ma diamo le briciole alla sua conservazione. In un momento in cui fa notizia più l'ombra dell'umanità - i famosi sesso, soldi, sangue - incontrare una ventina di personaggi in cui le tre esse sono abolite e prevalgono solidarietà, spirito di servizio, è una grande lezione di mestiere.

D: Alcune delle storie sono davvero affascinanti.
R: Ci sono veri e propri gialli, come quello del tesoro di Montecassino. La ricostruzione più attendibile è che dopo il bombardamento i capolavori della Chiesa furono restituiti dai tedeschi al Vaticano e quelli dello Stato restituiti alle autorità italiane tranne 15 casse che viaggiarono per il Brennero e furono portate nella casa dell'insaziabile Göring. Oppure la missione Sunrise, grazie alla quale uno 007 svizzero e un barone napoletano hanno salvato l'Italia del nord dall'operazione Nerone, con cui Hitler voleva fare piazza pulita dalla linea gotica in su.

D: Cioè?
R: Il napoletano Parrilli, e la sua città dovrebbe intitolargli una via, era un informatore dei nazisti. Ma quando ha sentito parlare dell'operazione Nerone ha avvisato i servizi segreti svizzeri che per ragioni di convenienza hanno favorito l'anticipo della fine della guerra di sei o otto settimane. Basti pensare che il porto di Genova era già tutto minato, mancava solo l'abbassamento del detonatore, per capire cosa poteva succedere.

D: Non tutto però è tornato in patria vero?
R: Ci sono capolavori che sono ancora prigionieri di guerra, pezzi rubati in Italia durante le razzie naziste, portati all'estero e non più ritornati. Sono 1653 opere, tra cui il fauno attribuito a Michelangelo.

D: C'è ancora bisogno di eroi dell'arte?
R: Assolutamente sì. In Siria bisogna mantenere in sicurezza il patrimonio artistico e archeologico, e non sono lì. Ci sono ancora quelli che predano le opere d'arte e quelli che devono difenderle. Ma il problema non è solo chi vuole impossessarsene. È anche la distruzione, l'incuria.

D: E qui parliamo dell'Italia.
R: È drammatico che l'insegnamento della storia dell'arte sia stato abolito, così come la geografia. Nel momento in cui il mondo si globalizza e viene in Italia per ammirare le nostre opere d'arte, si trova di fronte un paese che ignora la forza dei suoi capolavori e ignora l'economia del turismo. Sono andato in giro per l'Europa e paesi anche piccoli sono riusciti grazie a una trovata, a un'idea a fare turismo. La sfida non è a favore o contro l'Europa: è riuscire a rimanerne degni.

D: Impossibile non pensare ai crolli negli scavi di Pompei. Cosa ne pensa?
R: E mentre Pompei crolla l'Italia ha perso 30 miliardi di fondi europei che non ha saputo usare per difetto di progettualità. Siamo gli eredi dei più grandi progettisti del mondo e non sappiamo progettare l'impiego dei fondi. Il ponte sul fiume Tago in Portogallo è stato costruito grazie ai fondi non utilizzati dall'Italia e recuperati dal Portogallo.

D: Di cultura anche qui parlano in tanti. Cosa sbagliamo?
R: Ma continuiamo a considerare i beni archeologici pietre vecchie. L'allora ministro Tremonti una volta disse: "Di cultura non si mangia". Non è vero. La cultura dà da mangiare, e non solo: offre anche il dolce, il caffè e il dopo caffè.
 
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