Scippo per solidarietà obbligatoria

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Libero Rossi
view post Posted on 4/7/2014, 06:48     +1   -1




Scippo per solidarietà obbligatoria. Il dramma dei pensionati italiani derubati da uno Stato spendaccione. E siccome dalle “pantere grigie”, dai loro movimenti, dalle loro spese, dipende la vivacità dei consumi, anche di figli e nipoti di un’epoca sfigata, poco c’è da sperare in una ripresa dell’economia.

di GIANNI SPARTA’ – La Prealpina





(3.7.2014) - “Largo ai vecchi” è espressione che può permettersi, senza essere linciato, solo un portiere della nazionale di calcio all’indomani di un fiasco addebitabile, secondo lui, alla neghittosità dei giovani leoni della squadra. Un conto è il Bar sport, altro la vita agra di milioni di ragazzi che un lavoro l’avrebbero se la generazione dei loro padri e nonni si facesse da parte in tempi decenti. Cosa non dimostrabile, ma probabile. Guardate come hanno reagito le toghe, per dirne una, all’ipotesi di lasciare i tribunali prima dei settant’anni e oltre. E parlate con i manager degli ospedali: sono subissati di lettere nelle quali i camici bianchi “over 65” annunciano con le parole di Borrelli: “Resistere resistere resistere”. Non parliamo degli accademici: una vita per la cattedra, morirci, se è possibile, il più tardi possibile.



Encomiabile attaccamento alla professione. E anche a una sicurezza esistenziale. O forse paura del dopo che contempla, per categorie meno privilegiate, il seguente bollettino di guerra. I pensionati d’Italia sono i più tartassati d’Europa. Dal 2008 a oggi il loro potere d’acquisto ha perso oltre 1400 euro. Andando avanti di questo passo gli assegni congelati, cioè mai rivalutati, sono condannati a sciogliersi. E siccome dalle “pantere grigie”, dai loro movimenti, dalle loro spese, dipende la vivacità dei consumi, anche di figli e nipoti di un’epoca sfigata, poco c’è da sperare in una ripresa dell’economia. Infatti a denunciare questa situazione sono stati giorni or sono i commercianti.



La previdenza sociale, fateci caso, è la croce in cima alla quale si è consumato il fallimento degli ultimi governi. Gli esodati non smettono di maledire la Fornero. I pensionati tutto potevano aspettarsi da Renzi, uno di sinistra, così si dice, tranne che per “redistribuire ricchezza” mantenesse invariata la confisca di presunta solidarietà sui loro redditi residui. Trasformasse cioè una forma di generosità che il cittadino esercita volontariamente, in una costrizione fiscale. In una tassa.



I supremi magistrati hanno già sentenziato in diverse occasioni che questo genere di scippo non è in sintonia con la Costituzione. E infatti, soprattutto nel pubblico impiego, i derubati sono corsi ai ripari presentando ricorsi che intaseranno le cancellerie: altro che snellire la giustizia. Ma la rivolta silenziosa, perché limitata a titolari di pensioni dignitose, sudate, già centrifugate dal fisco cannibale, comunque parametrate ai contributi versati, non ha suscitato reazioni. La politica ha la presunzione di decidere la carità obbligatoria. I governi, tutti uguali quando assaltano la diligenza, fanno pubblico esercizio di ipocrisia parlando bene comune. Comune a chi? Già saperlo sarebbe un sollievo. Dei soldi arpionati i comandanti fanno poi quello che vogliono. Li spendono male, li sprecano.



“Largo ai vecchi” no, dunque. Buffon doveva giustificare l’aborto azzurro ai Mondiali. Ma “dàgli ai vecchi” nemmeno. Della giustizia sociale sbandierata, di una previdenza sociale modello scandinavo non si vede l’ombra in Italia. Esci dal circuito produttivo e diventi una tanica che ogni mese perde liquido. Allora bisogna riflettere su quella che Angelo Panebianco definisce la doppia faccia della legalità. C’è quella, accettabile, doverosa, che impedisce alla libertà di Tizio di ledere la libertà di Caio. Legalità contro mafia, corruzione. C’è l’altra, perniciosa, odiosa, che legittima il poteri di uno stato illiberale e poliziesco. Anche quando opprimono, depredano, confiscano.
 
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