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| Conservo nella mia memoria le belle immagini di questa terra fantastica, che comincia ad Edimburgo e a Glasgow, per dissolversi nelle nebbiose acque del Mare del Nord. Ho visitato la Scozia nei posti più remoti, con una Vauxhall (volante a destra) presa a noleggio a Londra. Durante quel viaggio sulla A1 da Londra verso Edimburgo, Loch Ness, Aberdeen, Inverness, le Highlands, l’isola di Skye e Glasgow, ho amato la Scozia perché è una terra bellissima e lontana, così diversa dalla campagna inglese. Fra pochi giorni in Scozia si voterà per ottenere l’indipendenza che indebolirebbe parecchio l’attuale Regno Unito, che diventerebbe più povero senza il petrolio del Mare del Nord. L'Unione senza la Scozia non sarà più tale e lo stesso schieramento militare della RAF e della Royal Navy sarà costretto a traslocare, perché i leaders scozzesi hanno già detto a Londra che i sommergibili nucleari e le bombe ad alto potenziale non li vogliono in casa. Per scongiurare questo terremoto politico il prossimo 18 settembre, a Londra si raccontano molte sciocchezze sul conseguente crollo economico della Scozia, che dovrebbe mollare la sterlina inglese per adottare una moneta propria dal basso rating nel concambio. Un’altra “maledizione” che pioverebbe sulla Scozia indipendente sarebbe la fine della protezione dell’MI6 (Servizi Segreti) che smantellerebbe la rete spionistica del nord, lasciando le Highlands in balia di qualche imprecisato invasore proveniente dal Circolo Polare Artico. Nessuno racconta, però, che la beghina di Bukingham Palace non ha fatto costruire in Scozia nessuna autostrada, eccetto quei 70 km. che collegano Edimburgo con Glasgow. Quando si guida da quelle parti, è d’obbligo dimenticare il tempo e la velocità, fermandosi per i numerosi attraversamenti delle pecore, in cambio della vista di un colorato paesaggio da mozzafiato, ricordandosi di fare il pieno perché i distributori scarseggiano. Un’altra balla “ad effetto”, raccontata dalla stampa londinese, è quella della temeraria uscita dalla UE, che riserverebbe agli scozzesi una fine da poveracci, come i norvegesi o gli islandesi, che hanno il reddito pro-capite di gran lunga superiore alla media continentale. Avendo conosciuto diversi scozzesi sul posto e ricordando soprattutto la loro allegra fierezza, con una spiccata capacità di lavorare sodo e di superare le difficoltà della vita, modestamente posso dire che non c'è alcun motivo per cui la Scozia non debba prosperare con un sistema economico indipendente da Londra, se è questo che gli scozzesi vogliono a casa loro. La Nuova Zelanda ha la stessa popolazione della Scozia, la Svizzera idem, come Singapore: nessuna teoria macroeconomica dimostra che esistono motivi per cui un piccolo paese non può organizzarsi bene, anche con pochi abitanti. Quali che siano i risultati del referendum dico che è una fortuna, per gli Inglesi, quella di confinare con un mondo di colori, di gente speciale e di cultura diversa e stuzzicante come la Scozia, che non è solo ilarità, kilt e cornamuse. Edited by shadow600 - 13/9/2014, 11:28
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