Legge di stabilità 2015: crescita zero, bluff Tfr e pensioni giù

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Libero Rossi
view post Posted on 5/11/2014, 11:15     +1   -1




Legge di stabilità 2015: crescita zero, bluff Tfr e pensioni giù
Istat e Bankitalia bocciano la manovra. Il Tfr in busta? Un rischio


Mentre la legge di stabilità 2015 è ormai pronta all’esame del Parlamento, arriva una doppia stroncatura sulla manovra che rischia seriamente di compromettere il cammino della finanziaria, almeno nella versione in cui il governo Renzi ha deciso di impostarla in origine.

A distanza di poche ore una dall’altra, infatti, due istituzioni severe come Bankitalia e l’Istat – centro statistico di ricerche ed elaborazione dati nazionale – hanno bocciato la legge di stabilità che così faticosamente l’esecutivo era riuscito a far digerire, prima alla Ragioneria di Stato, poi al presidente della Repubblica e, infine, anche ai commissari europei di Bruxelles.

Ora, però, è arrivata questa doppia mazzata sul capo della finanziaria, proprio nelle ore che precedono il suo debutto in Parlamento, dove è arrivata nei giorni scorsi per consentire alle forze politiche di avviare esame, dibattito ed eventuali modifiche.

I dubbi dell’Istat

Sul fronte macroeconomico, l’istituto di statistica ha certificato come, nel 2015, la recessione economica dovrebbe finalmente scomparire, pur di fronte a una crescita ancora troppo tenue, che la manovra economica del governo non riuscirà comunque a spingere.

La stima dell’Istat per il Pil nel prossimo anno, è di un misero +0,5%, con il parallelo incremento dello 0,3% alla spesa delle famiglie, favorito dalla bassa inflazione che si continuerà a registrare. A parere dell’Istat, però, permane un ampio margine di incertezza, in particolare proprio in relazione agli effetti che la finanziaria potrà generare sull’economia.

Le certezze di Bankitalia

Molto meno caute le previsioni di Bankitalia, che si dedica sul provvedimento che più di ogni altro ha fatto discutere fino adesso, peraltro adottato dal governo in via sperimentale poiché, evidentemente, non si riescono a figurare con assoluta sicurezza i possibili scenari. Si tratta del Tfr in busta paga, la facoltà che il governo lascerà a partire dal 2015 ai dipendenti privati.


Peccato, però, avverte la banca nazionale tramite il proprio vicedirettore Signorini, ospitato alla Camera in un’audizione propedeutica al lavoro delle commissioni, “lo smobilizzo del Tfr maturando inciderebbe negativamente sulla capacità della previdenza complementare, o del Tfr se percepito alla fine della carriera, di integrare il sistema pensionistico pubblico, che in prospettiva presenta bassi tassi di sostituzione, soprattutto per i giovani, mediamente più soggetti a vincoli di liquidità”.

Insomma, un quadro horror, che non farebbe che complicare il già problematico rapporto dei lavoratori con una previdenza che allungherà sempre più i propri requisiti per la maturazione dell’assegno. A maggior ragione, la possibilità per i giovani di aderire all’opzione di anticipo del Tfr nello stipendio mensile, scoprirebbe questa categoria di lavoratori – già esposti al rischio della precarietà – anche alla percezione di pensioni non adeguate in futuro. Se mai ne avranno una, naturalmente.
 
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shadow600
view post Posted on 5/11/2014, 15:25     +1   -1




E’ questione di tempo, ma l’economia italiana Italia è destinata a collassare, perché lo Stato è sempre più affamato di denaro mentre i cittadini hanno perso la capacità contributiva. Nell’analisi che ho letto qui sopra mancano alcune “maledizioni” che colpiranno le nostre tasche, come l’aumento dell’IVA e delle addizionali comunali e regionali, fino al 40% in più! E’ ovvio che il PIL non cresca o che stia sotto zero, quando 22 milioni e passa di italiani devono lavorare da gennaio ad ottobre per mantenere le amministrazioni centrali, le regioni e i comuni, per poi pagare una seconda volta (es. il ticket sulle visite mediche) gli stessi servizi già pagati “a monte”. E’ sempre colpa della Germania, se siamo finiti peggio della Grecia che gli analisti vedono in uscita dalla recessione? No, la colpa è anche dei nostri mediocri uomini politici che non hanno il coraggio di ordinare a Bruxelles la rinegoziazione di tutti i trattati, come quello di Maastricht, di Lisbona, del Patto di Stabilità e del Fiscal Compact. E ci darebbero ascolto sul serio, se promettessimo di uscire dall’Euro e dalla UE, in caso di diniego nel venire incontro all'Italia che versa ogni anno 20 miliardi di euro al carrozzone di Bruxelles, per rivederne indietro 10-11 al massimo. E' urgentissimo cambiare le regole per gestire le nostre risorse finanziarie che potrebbero sviluppare meglio tutte le iniziative per creare lavoro e per trasformare tanti disoccupati in nuovi contribuenti. Ho sentito ieri una minchiata sindacale sulla proposta di una patrimoniale, per raccogliere altri 10 miliardi di euro creando nuovi posti di lavoro, mentre quei pochi imprenditori "patrioti" rimasti fuggirebbero col primo aereo per delocalizzarsi dove conviene, come Marchionne docet. A parte che una bella patrimonialina ce la siamo già beccata quasi di nascosto, sui nostri risparmi e retroattivamente sui fondi pensione, vorrei dire alla Giovanna D’Arco dei lavoratori che io verserò il primo euro di patrimoniale sui mattoncini che possiedo (e che mi sono pagato coi sacrifici), quando lei comincerà a pagare come me tutte le tasse sugli attivi di bilancio e sul consistente patrimonio finanziario che il suo sindacato possiede, come gli altri due compari. Dia l’esempio lei, per prima.
 
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1 replies since 5/11/2014, 11:15   214 views
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