| Pompei chiusa per assemblea: un danno per l'Italia Giulia Vicerè"" Hanno atteso in 1100, l’apertura dei cancelli del sito archeologico pompeiano chiuso dalle 8.30 di questa mattina, a causa di un’assemblea sindacale voluta dai dipendenti. Una bella figura per il nostro Belpaese, che di certo non può permettersi di ridicolizzarsi, in questo modo, agli occhi del mondo. I numerosi turisti che questa mattina speravano di visitare uno dei siti culturali più famosi della Penisola, hanno atteso per tutta la mattinata dietro ai cancelli di metallo, diffondendo in rete agitazioni e disagi: "Sono curioso di sapere che c'è da discutere per tre giorni", twitta un utente. "Non gestite una panetteria di proprietà - fa eco un altro - ci sono dei turisti e delle persone che pagano per venire a Pompei". E c'è chi addirittura invoca l'intervento dell'esercito. “Un danno incalcolabile per l'immagine dell'Italia intera -ha detto il ministro per i Beni culturali e il Turismo Dario Franceschini, esprimendo su Twitter la sua protesta contro il blocco degli ingressi agli scavi causati dalle agitazioni sindacali. Da quando sono ministro a Pompei sono arrivate 78 persone per superare le carenze di personale", ha poi aggiunto in un successivo tweet . L'eco di rivolta giunge dai lavoratori di Uil, Flp, Unsa e Rsu, i quali contestano l'organizzazione del lavoro e il dover essere costretti a lavorare in prefabbricati di cemento-amianto. Si riaccende quindi il confronto tra soprintendenza e sindacati, a causa di: «un'aggravata sperequazione dei carichi di lavoro», scrivono i rappresentanti sindacali, «sbilanciando in maniera forte il numero del personale di vigilanza tra le cinque squadre, che invece andrebbe riequilibrato dopo gli ultimi cinque pensionamenti». A giudicare dalla situazione, si continua a parlare di una vera e propria follia all’italiana, a cui non si riesce a mettere un freno. Com’è possibile che uno dei siti archeologici più visitati e noti addirittura a livello mondiale, chiuda i cancelli a causa di un’assemblea sindacale, sotto gli occhi della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, che rimane in silenzio a guardare? Eppure tutto questo è l’Italia, un sistema malato, deriso da tutti, che sembra non conoscere cure.
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