| E le stelle stanno a guardare (Cronin).
Regna il caos al Mibact.
Questa è la mia opinione rispetto alle ultime vicende riguardanti i lavoratori del Palazzo. Rispecchia né più né meno l’attuale situazione politica e sociale, nel nostro Paese e non solo. Ma cosa è cambiato dal governo precedente? Quello che più mi sfinisce è la consapevolezza di essere in balia di chi, alla guida del Dicastero (con tanto di potere decisionale!?), non ha le idee chiare, soprattutto la forza, si procede con rinvii, nonostante una nuova riforma in atto, ovviamente tutto a discapito dei poveri lavoratori che attendono la retribuzione per il lavoro svolto, la risposta alla loro richiesta di valorizzazione professionale, al diritto al CCNL. Con delusione chi è designato a rappresentarci nell’esigere i nostri diritti, permette tutto questo. Ed i mal capitati costretti ad una condizione di rinvio, di attesa (atavica)…mentre nella realtà tutto volge al peggio, ovviamente. A propos. Di Pompei, io credo che nessuno di noi debba prendere le distanze da chi ha promosso la riunione, anche se va ribadito che dobbiamo stare attenti a curare al meglio i nostri rapporti con l’utenza, piuttosto c’è da chiedersi: come mai i lavoratori unici attori (a prescindere dai promotori), hanno preso parte a tale iniziativa, coinvolgendo molto l’opinione pubblica e i politici, i quali non sono stati in grado di far emergere i punti della sofferenza dei lavoratori di Pompei e del Mibact. Per di più creando, cosa di per sé gravissima, una dissociazione da parte della CISL confederale: per me priva di motivazione ed ipocrita, si trattava di un’assemblea debitamente chiesta ed autorizzata, ma gravemente perché “licenzia” la RSU-Cisl che l’aveva promossa.
Riflettiamo.
Dunque in questo marasma cosa fare? Innanzitutto delle iniezioni di energia, non lasciamoci trasportare dagli eventi, non restiamo a guardare come le stelle…cerchiamo di essere propositivi UNITAMENTE, stabiliamo noi le regole non gli altri per noi, di converso l’alternativa è sconvolgente: significa arrendersi, gettare la spugna. Troviamo, insieme, delle forme di mobilitazione a livello centrale e periferico mirate e forti, bisogna far capire ai lavoratori che di qui a breve smembreranno il Ministero, gli svuoteranno le tasche dal FUA ( non è un termine che riguarda la natura, ma la propria tasca). Mi scuso per tanta rabbia, mi chiedo solo: ma tutto questo contro chi?!? I nostri interlocutori chi sono? Ma il Franceschini di turno è a conoscenza delle difficoltà retributive e oggettive dei propri lavoratori?
Molti hanno gridato allo scandalo Pompei ma nessuno ha messo in conto la possibilità che qualcosa prima o poi si gonfiasse come mongolfiere, col rischio di esplodere.
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