No, sulle assemblee non c'è nulla, e del resto era ampiamente previsto. Ma c'è ugualmente qualche altra cosa di parimenti inquietante.
Spesso si dimentica che i musei italiani più importanti aprono al pubblico per un numero di ore complessive superiore a tutti i più importanti
musei europei come il Louvre, Il British, La National Gallery. Per non parlare dei Musei Vaticani, addirittura chiusi la Domenica.
Tutti musei, questi ultimi, che hanno una funzionalità molto alta e che non basano certo il loro successo in base ad una apertura giornaliera
di 11 o più ore obbligatoria.
Eppure, la chiusura per poche ore del Colosseo o di Pompei (oltretutto con motivazioni lavorative e giuridiche ineccepibili) fa scatenare l'ira funesta
di questo governo.
E' evidente l'utilizzo strumentale di tutto questo, probabilmente propedeutico rispetto ai prossimi interventi sulla riforma della P.A., dove
si intende partire da un punto di forza.
Il Governo, quindi, ha una strategia chiara. E noi? ce l'abbiamo?
Probabilmente dovremmo studiarne una nuova, e che non sia facilmente prevedibile. Del resto l'assemblea al Colosseo era più che annunciata, così come il
Decreto presentato, che era già presente nel cassetto pronto ad essere proposto alla prima occasione.
Decidere che la fruizione dei musei debba rientrare nei servizi pubblici essenziali non è poca cosa. Si può essere d'accordo o meno su questo ma il
problema è che inevitabilmente incide profondamente su alcuni nostri diritti; e non mi riferisco a poter fare sciopero o assemblee che si continueranno a
fare seppur con modalità diverse.
Intanto mi pongo una domanda, che si intende per garantire il servizio minimo essenziale rispetto ad un museo? Restare aperti nelle ore di punta come per i trasporti?
Oppure far visionare almeno un dipinto al visitatore? Non si sa.
E poi c'è l'annosa questione dei turni festivi. In molti musei in sotto-organico spesso si deroga rispetto ai limiti contrattuali in base alla eventuale disponibilità
dei lavoratori per motivazioni economiche o per senso di responsabilità. Tutto questo, con questo Decreto non c'è più. Si deroga non più per volontà individuale ma perchè te lo dice il governo. Punto e basta.
Mi sembra che questo governo - così come del resto quelli precedenti - si comporti come quegli imprenditori che, pur non avendo le risorse economiche e di personale, vogliano a tutti i costi aprire un ristorante a 5 stelle e di successo. Saranno destinati a chiuderlo. Un imprenditore intelligente, invece, è consapevole dei suoi limiti ed avvia l'attività imprenditoriale più congeniale rispetto alle proprie possibilità.
Scordiamoci quindi per il momento 'sto ristorante a 5 stelle, apriamo una trattoria, prepariamo la tovaglia di carta.
La pizza però, deve essere la più buona d'Europa. E gli ingredienti ce li abbiamo eccome.