documento predisposto dal respondabile fpcgil Mipaaf

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equo
view post Posted on 5/10/2015, 15:54     +1   -1




Pa: rinnovo dei Contratti pubblici, il governo è in grave ritardo


Il rinnovo dei contratti pubblici resta per la Cgil una priorità: abbiamo detto fin dal primo momento che noi siamo pronti, ma il governo è in forte ritardo nel convocare le parti sindacali e nell’inviare l'atto di indirizzo all'Aran. Abbiamo posto al governo alcune questioni ma, da quello che ci risulta, quello inviato dal governo all'Aran non è un vero e proprio atto di indirizzo, ma una semplice lettera nella quale il ministro della Funzione Pubblica invita lo stesso Aran a convocare i sindacati e a fare in modo che l'accordo rispetti le previsioni di legge, cioè la riduzione degli attuali 11 comparti a 4 e che si trovino soluzioni innovative che garantiscano un accordo in tempi brevi.



C'è però un punto fondamentale che pende sulla trattativa, ovvero il confronto sulla legge di stabilità. Tutto dipende da quante risorse ci saranno a disposizione, da cui comprenderemo se c’è davvero l’intenzione ad un vero rinnovo dei contratti - che ci darà quindi anche la possibilità di introdurre innovazioni non soltanto dal punto di vista della capacità professionale, della ridefinizione delle carriere delle lavoratrici e dei lavoratori ma anche - come abbiamo sempre detto - sul contratto e gli strumenti di contrattazione sull'organizzazione del lavoro: elementi fondamentali per qualificare e innovare la pubblica amministrazione.


Sempre sui contratti c'è un diritto che va esercitato e garantito: una sentenza della Corte Costituzionale di pochi mesi fa dice che non soltanto era illegittimo il blocco prolungato per 6 anni, ma è illegittima anche la reiterazione di questo blocco. La Consulta ha dato quindi indicazioni al governo di ripristinare la contrattazione.



Poi, considerato che alla predetta sentenza non era seguito alcun atto concreto da parte del governo, un ulteriore ricorso, presentato e vinto dalla FLC Cgil (il comparto della ricerca, dei settori educativi e della conoscenza) ha portato alla esemplare sentenza del 17 settembre scorso, con la quale il Tribunale di Roma ha condannato la Presidenza del Consiglio e l’Aran ad avviare immediatamente le procedure per rinnovare i contratti, sia per la parte normativa che per la parte economica.



La Cgil chiede un rinnovo che garantisca ai dipendenti pubblici una condizione di tutela del potere di acquisto dei loro salari. Siamo davvero preoccupati: sentiamo parlare di cifre irrisorie, talmente tanto basse che questo comporta l’assenza di una vera volontà ad incidere sulla qualità oltre che sulla quantità di questo rinnovo contrattuale. Bisogna individuare risorse adeguate, da un lato per adeguare le retribuzioni dei pubblici dipendenti, dall'altro per sostenere un vasto processo di riqualificazione e di formazione dei lavoratori a garanzia dell’efficacia nella pubblica amministrazione.



In conclusione, ci domandiamo se lo Stato - il nostro datore di lavoro – abbia o meno il dovere di pagare ai propri dipendenti il corrispettivo della prestazione erogata e, in secondo luogo, se sia tollerabile che, con la Legge di assestamento del bilancio 2015, siano scomparse le risorse variabili dei Fondi unici dei Ministeri, proprio quelle che servono a retribuire la produttività e le particolari prestazioni aggiuntive che garantiscono l’erogazione di prestazioni lavorative oltre il normale lavoro dei molteplici servizi ai cittadini.



Se quelle risorse non venissero ripristinate verrebbe confermata l’interpretazione secondo la quale queste tattiche da quattro soldi servono al governo per creare un consenso intorno ad un progetto confindustriale e per ridurre il lavoro ad una innocua variabile del capitalismo del XX secolo: lavoratori silenziati, salari bassi, salario accessorio tagliato selvaggiamente in barba alla produttività, sindacati delegittimati e precarietà contrattuale.



Fatti che sanciscono una distanza siderale nella considerazione che questo governo ha sul limite per l'esercizio di un diritto fondamentale dei lavoratori e le esigenze dei cittadini.



Vorrà dire, quindi, che dobbiamo prepararci per una forte mobilitazione dei lavoratori del comparto Stato, proseguendo contemporaneamente sulla strada del sistematico ricorso alle autorità giudiziarie per garantire il diritto ad un trattamento equo ed al rispetto che si deve a chi continua a portare avanti la pesante ed arretrata macchina dello Stato.



Abbiamo il diritto di esistere.

Roma 5 ottobre 2015 p. la Fp Cgil Mipaaf

Savino Cicoria

 
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