Colosseo assembleeeeeeeeee

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Libero Rossi
view post Posted on 2/12/2015, 14:22     +1   -1




riprendo e rispondo

Ve lo riporto come una specie di "post-it", dal momento che nel piccolo mondo dei lavoratori dei Beni Culturali mi risulta sia una questione che ha seminato scompiglio e malessere negli ultimi due mesi, al punto che da alcune parti si è espressamente gridato alla incostituzionalità (personalmente mi è sfuggito sulla base di quali argomentazioni strettamente giuridiche, ma di certo il "sapore" è quello di una compressione di strumenti appartenenti alla Democrazia).
Entra in vigore da oggi 19 novembre la Legge 182/2015 (in Gazzetta da ieri) che converte con modificazioni il D.L. 146/2015 in materia di estensione della regolamentazione dello sciopero nell'ambito dei Beni Culturali ampliando il previgente Art.2 della Legge 146/1990.

L'intento dichiarato dal Governo e accolto dal Parlamento sarebbe quello di porre freno al verificarsi di manifestazioni sindacali e scioperi che impediscano l’apertura al pubblico e l’accesso ai luoghi della cultura, specialmente siti di particolare interesse e attrattività turistica come Pompei e il Colosseo.

In realtà l'effettivo esito (solo nominalmente incentrato sulle funzioni di "valorizzazione" e di fruizione, mentre di fatto volto a toccare nuovamente anche gli aspetti della "tutela", oltre a definire esplicitamente che in ogni caso lo spettacolo per i turisti deve sempre e comunque andare avanti, e qui è evidente a tutti che non ci si sta veramente preoccupando dei Beni Culturali della Nazione o dei diritti del Cittadino, ma di altri interessi) appare di suo poco chiaro e ben poca chiarezza di ordine pratico si teme potrà fare l'imminente adozione di un Regolamento se -come sembra inevitabile- esso verrà a giorni emanato d'ufficio dalla Commissione di Garanzia sullo Sciopero nei Servizi Pubblici (CGSSE), in assenza di accordo sindacale e senza manco l'ombra di un tentativo di coinvolgere le organizzazioni datoriali del Privato (che forse potrebbero rivelarsi il vero nodo della questione, non escluso su posizioni insospettabili).

Spiace dirlo, ma più che un provvedimento d'urgenza più o meno assennato e proporzionato alle esigenze concrete, sembrano un po' delle "prove generali". . .

Modificato da Marco De Donno - 19/11/2015, 08:57



Rispondo

Al di là delle motivazioni che ricorda cioè interessi "bottegai" più che salvaguardia delle esigenze di studio, ricerca e fruizione dei cittadini (figurarsi della tutela o conservazione dei beni) quello che si è consumato è stato uno spot-tone a favore di un governicchio di furbi. Se solo pensate alle chiusure operate in spregio dei cittadini/bottegai quando si è chiuso Pontevecchio, Venaria, Cappellone degli spagnoli......fino al circo Massimo ai Rolling stone per 7mila euro!!!! Questi non potevano ammantarsi degli interessi dei Beni quanto di quelli loro! Questione non rilevata dai sindacalisti che pure erano interessati direttamente alla materia. Hanno balbettato (come del resto fanno da troppo tempo vedi pensioni e contratti ecc) facendosela sfuggire dalle mani. Nel merito la questione era insussistente in quanto si trattava di un'assemblea a tempo debito autorizzata e in quanto tale doveva svolgersi. La questione del luogo ed orario doveva essere preoccupazione del Soprintendente nello stabilirlo. La normativa dice che l'assemblea è un diritto del lavoratore ma le modalità si stabiliscono insieme al Soprintendente. Quindi colpevole il dirigente che non ha saputo prevedere gli accadimenti. Quindi lui e solo lui doveva "pagare". Nel caso l'assemblea i sindacati l'avessero convocata per interrompere il servizio una sorta di sciopero "retribuito" (usanza realizzata e diffusa dai sindacati di Pompei - ma non dalla Cgil) doveva essere dal dirigente e Ministero denunciata alla Commissione di garanzia quale forma ultrattiva di sciopero con le relative sanzioni nei confronti dei promotori. Ma si è visto che così non si è proceduto e tutti l'hanno fatta franca meno i lavoratori che sono stati criminalizzati e oggi sottoposti all'inutile legge. I Beni culturali erano già nei servizi essenziali con periodi di moratoria per gli scioperi (feste, agosto, periodo degli esami ecc.) e quando poi gli scioperi si dichiaravano era cura dei sindacati garantire il funzionamento dei servizi essenziali. Ogni tornata contrattuale impegnava le parti a redigere un protocollo di intesa sui servizi da garantire in caso di sciopero ecc. Quindi il DL è tautologico e non ha apportato nulla di nuovo a quanto esisteva al Mibact. Magari era non rispettato dalla Dirigenza ma questo è un altro aspetto. Però vuoi mettere una "grida" nuova di zecca che ci porta sui giornali e ci fa amare dai gonzi?
da aggiungere: l'assemblea era stata convocata per discutere e reclamare il pagamento delle indennità per turni pomeridiano, notturno, efficienza, progetti locali...ancorché contrattuali da due anni non venivano pagate dal Tesoro. Et voilà il giorno dopo l'assemblea Franceschini ha voluto e ottenuto dal Tesoro i soldi ....ma qualche giorno prima il Ministro non poteva andare da Padoan e farsi fare l'assegno al portatore? Insomma come la rigiri la faccenda ...puzza.

 
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