Pon 2014-2020

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Libero Rossi
view post Posted on 15/12/2015, 08:22     +1   -1




riprendo e pubblico

Pon 2014-2020, risorse tante e disponibili. Ora la palla al Mibact

Samuele Sassu
I fondi comunitari ci sono, le risorse pure e tante. Riuscirà il Mibact a spenderli efficacemente? È il quesito che nasce leggendo i dati del dossier di Edilizia e Territorio, del Sole 24 Ore, sullo stanziamento dei fondi comunitari a sostegno del restauro, conservazione e valorizzazione dei beni culturali. Con il Piano operativo nazionale Cultura e Sviluppo 2014-2020, si delinea la strategia del governo per completare quanto iniziato con la precedente programmazione 2007-2013. L’attuale Pon è cofinanziato dall’UE, attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale che dispone circa 491 milioni di euro da destinare ai beni culturali di cinque regioni “in ritardo di sviluppo”: Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia. Secondo il dossier del Sole 24 Ore, rispetto alla dotazione iniziale, sono oltre 360 milioni di euro i fondi relativi all’Asse I del Pon Cultura e Sviluppo, relativi al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano, dei lavori di restauro e degli interventi per migliorare la loro accessibilità. Dal dossier emerge che i progetti avviati e non portati a termine nell’ambito del Pon 2007-2013 sono tanti. È stato necessario, infatti, trasferirli nel nuovo Piano e sono stati definiti dal Mibact “progetti a cavallo”. Partiranno a breve, assicura Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del Mibact: il decreto di rifinanziamento troverà attuazione entro fine anno. Dovrebbero essere circa 15 gli interventi di questo tipo, con circa 30 milioni di euro necessari per il completamento dei lavori. Ulteriori interventi richiederà il Grande Progetto Pompei, il cui valore si aggira intorno ai 105 milioni, anche se la spesa effettiva non ha raggiunto nemmeno il 50% del totale previsto. Altri progetti importanti verranno portati avanti soprattutto in Campania, Puglia e Sicilia. Il Pon 2014-2020 sarà inoltre affiancato da un fondo complementare: “Nella nuova programmazione – afferma Pasqua Recchia - il cofinanziamento nazionale è stato fissato al 25%. Ma lo Stato aggiungerà un fondo complementare da 170 milioni, che accompagnerà la realizzazione dei progetti previsti e che sarà attivo dal prossimo anno. Le risorse dovranno avere il via libera dal Cipe e ne chiederemo l'assegnazione nei prossimi mesi, appena il Pon avrà preso il via dal punto di vista della spesa”. Tuttavia, se i finanziamenti europei e statali non mancano, le gare per il restauro nei primi dieci mesi del 2015 risultano in netto calo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, probabilmente condizionate dalla scarsa attitudine dei Comuni a creare nuovi bandi. Il valore si ferma a 501,7 milioni di euro, per 584 bandi avviati. Ben 225 milioni in meno rispetto al 2014, quando i bandi sono stati 851. L’incidenza sul valore complessivo delle opere pubbliche è soltanto del 2,6%. Il trend negativo, tuttavia, dovrebbe invertire l’andamento dal prossimo 1° gennaio, quando non ci saranno più i vincoli del Patto di Stabilità interno. A fornire un quadro così aggiornato sul mercato pubblico del restauro è la ricerca che Edilizia e Territorio ha commissionato a Cresme. Lo studio mette insieme tutti i bandi e le aggiudicazioni riguardanti la realizzazione di lavori su Beni Culturali dal 2010 fino a ottobre 2015. Quello che emerge è un mercato con numeri e valori fluttuanti. Va meglio per quanto riguarda le aggiudicazioni: secondo la ricerca, il valore delle gare chiuse nei primi dieci mesi dell’anno supera di 80 milioni di euro quello del 2014. Un incremento certamente avvantaggiato dal buon andamento, in termini di gare avviate, del biennio precedente. In testa alla classifica della distribuzione territoriale degli appalti sono Campania e Puglia. La prima con poco meno di 127 milioni di euro in gare aperte e 239 di aggicazioni; mentre per la seconda, le cifre dicono rispettivamente 46,8 e 82 milioni di euro. A seguire Lazio, Sardegna, Emilia Romagna e Piemonte. L’appalto più grande, infine, risulta essere quello dell’Aquila: nello specifico, il bando del 2013, da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per il consolidamento, il restauro e il riuso a sede della provincia del Palazzo del Governo, danneggiato dal sisma del 2009. L’offerta vincitrice, presentata dalla Sac Spa, ha sfiorato i 17 milioni di euro.
 
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