Mibact, in settecento da custodi ad impiegati per il prossimo natale

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Libero Rossi
icon9  view post Posted on 27/12/2015, 11:25     +1   -1




Mibact, in settecento da custodi ad impiegati per il prossimo natale

L’esercito dei settecentododici: scappano dall’accoglienza per andare dietro ad una scrivania. A regalare promozioni a non finire è il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini. Lui infatti, per Natale, ha deciso di far trovare sotto l’albero di settecentododici fortunati una comoda poltrona, usufruibile da gennaio. L’ultimo atto della fuga dei custodi dalla trincea alla scrivania è stato scritto, anzi firmato, lo scorso 17 dicembre. Data in cui il direttore generale del ministero di via del Collegio Romano ha costruito una scialuppa di salvataggio per settecentododici impiegati. Il decreto direttoriale, passato un po’ in sordina, prevede un vero e proprio passaggio orizzontale. Una procedura che, come si legge, non comporta alcun onere finanziario per l’ente poiché si tratta di ufficializzare e rendere totalitari degli spostamenti interni che di fatto sono già avvenuti, ma solo al 50%. Fino a ieri infatti molti dei custodi inclusi nel provvedimento svolgevano funzioni di vigilanza part-time, per il resto del tempo invece venivano impiegati nei settori amministrativi. Per beneficiare del decreto occorre però aver ricoperto il ruolo di impiegato per più di tre anni. Di questi settecentododici fortunati una minima percentuale svolge funzione amministrativa al 100% da più di quindici anni. La stragrande maggioranza invece fa parte degli ex Atm, assistenti tecnici museali, assunti per garantire l’apertura di nuovi siti. Nel grande calderone dei passaggi orizzontali finiscono sia ex Atm sia molti dei 200 custodi assunti nel 2009 per la fruizione e vigilanza dei musei. Se sulla carta questi spostamenti orizzontali non sembrano creare danni economici all’ente, nella realtà però ad avere maggiori disagi potrebbero essere proprio i visitatori, ossia i fruitori dei servizi che il ministero ha l’obbligo di garantire. Le numerose inchieste de Il Tempo hanno documentato l’esistenza di oltre 70 siti archeologici, solo su Roma, chiusi al pubblico. Sebbene siano stati restaurati e messi a norma, questi musei sono off limits perché di fatto manca il personale addetto all’apertura e alla chiusura dei monumenti. Ora questo provvedimento di carattere nazionale rischia di mettere in difficoltà migliaia di siti che non potranno garantire la normale apertura. Basti pensare che solo al Colosseo si registra una diminuzione del 20% di custodi. Lo stesso vale per Palazzo Massimo e Palazzo Altemps, per citarne alcuni. Su 6.000 custodi in tutta Italia oltre il 25% verrà tolto dalle sale per passare al settore amministrativo. Meno sale, più pericolo di chiusura. «Mi chiedo come sia possibile che si faccia un uso improprio del personale assunto relativamente da poco, con i requisiti adatti all’accoglienza di un pubblico poliglotta - afferma Sidney Journo, dipendente ministeriale e presidente dell’associazione beni culturali-. Questi giovani lavorano per qualche anno nell’area fruizione e accoglienza dei siti archeologici e poi fanno il salto lasciando vuote le sale. Eppure - prosegue Journo - la legge vieta l’inquadramento in un incarico differente da quello per il quale si è stati assunti. A tal proposito cito una sentenza di un giudice toscano chiamato ad esprimersi sul ricorso di ex Atm che rivendicavano il diritto del passaggio orizzontale. In quel caso la sentenza parlò chiaramente negando il transito poiché veniva altrimenti tradita la missione dell’assunzione». Non solo. «Esiste la circolare 61 del ministero per i beni culturali, datata 6 marzo 2009, che impone il rispetto del profilo in cui si è inquadrati e vieta il passaggio orizzontale. L’allora direttore generale dei beni culturali, da me interpellato tramite un esposto, ammetteva un uso improprio del personale. È come se la Fiat assumes00 operai per la costruzione di auto e poi questi invece venissero spostati negli uffici contabili, l’azienda fallirebbe. Ecco cosa rischia il ministero: musei chiusi e uffici affollati»
Fonte: Il Tempo
 
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shadow600
view post Posted on 28/12/2015, 06:45     +1   -1




La bellezza dei nostri musei cozza, purtroppo, con l’ignoranza e/o l’indifferenza dei nostri politici, a cominciare dal ferrarese occhialuto che questa estate ha nominato una valanga di direttori stranieri che, forse, non capiscono molto di più rispetto ai manager italiani. Manca la consapevolezza che rischiare di tenere chiusi i musei per mancanza di personale nei turni festivi e di sera comporta un danno gravissimo per il settore turistico e per il suo indotto. Dovrebbe cambiare mestiere chi non è capace di garantire le aperture tutti i giorni dell’anno e per più ore, rispetto alle attuali. Insomma, i nostri musei dovrebbero funzionare continuamente come se fossero aeroporti o stazioni ferroviarie, sul modello delle organizzazioni inglesi e americane. Parlare di gestione privata di tutti i musei è sacrilego? No, la legge lo consente, demandando al ministero l’importante attività di controllo, se viene svolta con competenza e serietà. Laddove esistono le fondazioni, sopraattutto al nord i musei funzionano bene, perché il lavoro è organizzato con razionale flessibilità e sarebbe il caso di destinare una parte delle risorse finanziarie disponibili al pagamento “cash” di sostanziosi incentivi a tutti gli addetti alla vigilanza che si adoperano per garantire le aperture durante tutti i giorni dell’anno: anche il vile denaro ci vuole. Col pronto pagamento di "diarie" ed indennità festive/notturne e con una migliore organizzazione del lavoro, benedetta o no dal placet sindacale, si scongiurerebbe così la “fuga dei cervelli” verso le misere scrivanie degli inutili uffici amministrativi che abbondano nello stipendificio del roman collegio. I maggiori incentivi pagati "cash" ai custodi rimasti “sul campo” si recupererebbero con l’incremento dei flussi economici delle biglietterie, della ristorazione interna e del merchandising (800.000 visite all’Egizio nel 2015, per esempio), che durante questi giorni hanno funzionato più che egregiamente. Chi viene in Italia (aerei strapieni, a Fiumicino e a Ciampino), non si accontenta di mangiare solo un piatto di spaghetti, ma di “nutrirsi” con la nostra cultura museale ed archeologica. Anche i bambini lo capiscono.
 
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1 replies since 27/12/2015, 11:25   439 views
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