| Mibact, in settecento da custodi ad impiegati per il prossimo natale
L’esercito dei settecentododici: scappano dall’accoglienza per andare dietro ad una scrivania. A regalare promozioni a non finire è il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini. Lui infatti, per Natale, ha deciso di far trovare sotto l’albero di settecentododici fortunati una comoda poltrona, usufruibile da gennaio. L’ultimo atto della fuga dei custodi dalla trincea alla scrivania è stato scritto, anzi firmato, lo scorso 17 dicembre. Data in cui il direttore generale del ministero di via del Collegio Romano ha costruito una scialuppa di salvataggio per settecentododici impiegati. Il decreto direttoriale, passato un po’ in sordina, prevede un vero e proprio passaggio orizzontale. Una procedura che, come si legge, non comporta alcun onere finanziario per l’ente poiché si tratta di ufficializzare e rendere totalitari degli spostamenti interni che di fatto sono già avvenuti, ma solo al 50%. Fino a ieri infatti molti dei custodi inclusi nel provvedimento svolgevano funzioni di vigilanza part-time, per il resto del tempo invece venivano impiegati nei settori amministrativi. Per beneficiare del decreto occorre però aver ricoperto il ruolo di impiegato per più di tre anni. Di questi settecentododici fortunati una minima percentuale svolge funzione amministrativa al 100% da più di quindici anni. La stragrande maggioranza invece fa parte degli ex Atm, assistenti tecnici museali, assunti per garantire l’apertura di nuovi siti. Nel grande calderone dei passaggi orizzontali finiscono sia ex Atm sia molti dei 200 custodi assunti nel 2009 per la fruizione e vigilanza dei musei. Se sulla carta questi spostamenti orizzontali non sembrano creare danni economici all’ente, nella realtà però ad avere maggiori disagi potrebbero essere proprio i visitatori, ossia i fruitori dei servizi che il ministero ha l’obbligo di garantire. Le numerose inchieste de Il Tempo hanno documentato l’esistenza di oltre 70 siti archeologici, solo su Roma, chiusi al pubblico. Sebbene siano stati restaurati e messi a norma, questi musei sono off limits perché di fatto manca il personale addetto all’apertura e alla chiusura dei monumenti. Ora questo provvedimento di carattere nazionale rischia di mettere in difficoltà migliaia di siti che non potranno garantire la normale apertura. Basti pensare che solo al Colosseo si registra una diminuzione del 20% di custodi. Lo stesso vale per Palazzo Massimo e Palazzo Altemps, per citarne alcuni. Su 6.000 custodi in tutta Italia oltre il 25% verrà tolto dalle sale per passare al settore amministrativo. Meno sale, più pericolo di chiusura. «Mi chiedo come sia possibile che si faccia un uso improprio del personale assunto relativamente da poco, con i requisiti adatti all’accoglienza di un pubblico poliglotta - afferma Sidney Journo, dipendente ministeriale e presidente dell’associazione beni culturali-. Questi giovani lavorano per qualche anno nell’area fruizione e accoglienza dei siti archeologici e poi fanno il salto lasciando vuote le sale. Eppure - prosegue Journo - la legge vieta l’inquadramento in un incarico differente da quello per il quale si è stati assunti. A tal proposito cito una sentenza di un giudice toscano chiamato ad esprimersi sul ricorso di ex Atm che rivendicavano il diritto del passaggio orizzontale. In quel caso la sentenza parlò chiaramente negando il transito poiché veniva altrimenti tradita la missione dell’assunzione». Non solo. «Esiste la circolare 61 del ministero per i beni culturali, datata 6 marzo 2009, che impone il rispetto del profilo in cui si è inquadrati e vieta il passaggio orizzontale. L’allora direttore generale dei beni culturali, da me interpellato tramite un esposto, ammetteva un uso improprio del personale. È come se la Fiat assumes00 operai per la costruzione di auto e poi questi invece venissero spostati negli uffici contabili, l’azienda fallirebbe. Ecco cosa rischia il ministero: musei chiusi e uffici affollati» Fonte: Il Tempo
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