e rifor-nine dl Franceschino sempre più ino

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Libero Rossi
view post Posted on 23/1/2016, 17:44     +1   -1




i decreti

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SCHEMA_DM_RIORGANIZZAZIONE_DEL_MIBACT.pdf ( Number of downloads: 33 )

 
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Libero Rossi
view post Posted on 23/1/2016, 17:48     +1   -1




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SCHEMA_DM_MODIFICHE_ALL_ALLEGATO_3__DEL_DM_27_NOVEMBRE_2014_UFFICI_DI_LIVELLO_DIRIGENZIALE_NON_GENERALE.pdf ( Number of downloads: 33 )

 
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Libero Rossi
view post Posted on 25/1/2016, 07:19     +1   -1




Il ministro Franceschini firma il decreto per la riorganizzazione delle soprintendenze e dei nuovi musei

Nel corso del suo intervento durante la cerimonia di apertura di “Mantova capitale italiana della cultura 2016”, il Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha comunicato di aver firmato con Matteo Renzi il decreto che definisce la nuova organizzazione delle Soprintendenze e amplia la mappa dei musei e dei luoghi della cultura affidati alla gestione dei Poli museali regionali avviando così il secondo passo della riforma del ministero. «Con questo atto – ha spiegato Franceschini – il ministero viene ridisegnato a livello territoriale per rafforzare i presidi di tutela e semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione. Le nuove soprintendenze parleranno con voce unica a cittadini e imprese riducendo tempi e costi burocratici». Ecco la mappa e le sedi delle nuove soprintendenze uniche oggetto del decreto. A queste 39 Soprintendenze uniche si sommano le 2 Soprintendenze speciali del Colosseo e di Pompei. Piemonte 1. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, con sede a Torino; 2. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo, con sede ad Alessandria; 3. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, con sede a Novara; Lombardia 4. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano, con sede a Milano; 5. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, con sede a Milano; 6. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, con sede a Brescia; 7. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova, con sede a Mantova; Veneto 8. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, con sede a Venezia; 9. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, con sede a Padova; 10. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, con sede a Verona; Friuli Venezia Giulia 11. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, con sede a Trieste; Liguria 12. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona, con sede a Genova; Emilia Romagna 13. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, con sede a Bologna; 14. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, con sede a Ravenna; 15. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza, con sede a Parma; Toscana 16. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, con sede a Firenze; 17. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, con sede a Siena; 18. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara, con sede a Lucca; 19. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno, con sede a Pisa; Umbria 20. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria, con sede a Perugia; Marche 21. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche, con sede ad Ancona; Lazio 22. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Roma, con sede a Roma; 23. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, con sede a Roma; 24. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Lazio e dell’Etruria meridionaprovince di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo), con sede a Roma; Abruzzo 25. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città dell’Aquila e i Comuni del Cratere, istituita, fino al 31 dicembre 2019, ai sensi dell’articolo 54, comma 2-bis, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, con sede a L’Aquila; 26. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell’Abruzzo, con esclusione, fino al 31 dicembre 2019 della città dell’Aquila e dei Comuni del Cratere, con sede a Chieti; Molise 27. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Molise, con sede a Campobasso; Campania 28. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Napoli, con sede a Napoli; 29. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, con sede a Napoli; 30. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento, con sede a Caserta; 31. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino, con sede a Salerno; Puglia 32. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, con sede a Bari; 33. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, con sede a Foggia; 34. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le provincia di Brindisi, Lecce e Taranto, con sede a Lecce; Basilicata 35. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Basilicata, con sede a Potenza; Calabria 36. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, con sede a Cosenza; 37. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, con sede a Reggio Calabria; Sardegna 38. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias e Ogliastra, con sede a Cagliari; 39. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari, Olbia-Tempio e Nuoro, con sede a Sassari.
 
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view post Posted on 25/1/2016, 10:38     +1   -1

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Non so, mi sembra tanto di vedere rimaneggiati i testi di Salvatore Italia o delle Leggi Costitutive del Ministero...Grande sforzo, se si cambia la parola il lessico non viene gravato da alcun chè! Un bel saltino a pie' pari verso il passato remoto con l'aggravante che da tempo si parla di gestione tramite fondazioni e la parola privatizzare è uscita dalla porta pe rientrare dalla finestra...Mi è parso di ascoltare qualcuno tra gli onorevoli ministri della banda bassotti, fare proposte in merito...Ho poi avuto modo di partecipare ad una riunione sui Beni Culturali cui presenzio' Napolitano e lì c'era un ex Soprintendente dell'ex Soprintendenza Beni Artistici e Storici di.....Il tipo parlottava animatamente con qualcuno su come "monetizzare" con il patrimonio italiano aggiungendo che "porta tanti soldi"...La cosa mi colpi, e non poco, non tanto per il discorso di per sé contestualmente sensato, dato che durante quella riunione con Brai si parlò di strategie e di ritorno economico, ma quanto per il bassissimo profilo del tono adoperato! E' vero , siamo merce di scambio, di tanto in tanto ci tirano fuori dalla naftalina nella quale ci hanno immerso con la loro trascurata avvedutezza economica per metterci a confronto con i fanulloni, quelli che non hanno niente da perdere e con i miopi sfruttatori del pubblico malessere (che non si sono ancora ricacciati in gola le loro stronzate). Questo è mettere business e cultura sullo stesso piano: certo, potrebbe esserci un ritorno, se le mani di questi maneggioni fossero pulite! Ma sto frantume e piantume che fanno di continuo con cose ovviamente più profonde delle loro tasche riduce il tutto al solito polpettone mediatico dove la demarcazione tra buoni e cattivi è come sempre dubbia. Peccato, perché Franceschini sembrava meno ricattabile appena qualche anno fa...Che sia tutto come la storiella di re mida? Solo che invece di rendere oro tutto quello che si tocca, sembra manifestarsi una trasformazione alchemica di tutt'altra "consistenza"!Qual'è la sua impressione, Signor Rossi, si intravede uno spiraglio di politica seria o il tutto coincide con un ritorno al passato (piuttosto che al futuro?)....
 
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Libero Rossi
view post Posted on 26/1/2016, 12:27     +1   -1




credo di poter condividere il suo disagio legate al bla bla e alle porcate che si stanno consumando in questo paese. Quindi più che un ritorno al passato direi che si tratta dello smantellamento delle strutture per la ....se non addirittura della tutela del patrimonio storico.

Cmq ho inviato questa nota a Montanari:

al prof. Tomaso Montanari
“Repubblica.it”

Egregio Professore
Chi le scrive è componente (ma ancora per poco) di quel Consiglio superiore che assentì “senza vergognarsene” a quella che lei continua a definire “riforma”. Un titolo sotto la cui egida si stanno conducendo le peggiori nefandezze, in primis quella detta costituzionale , ma che dire di quella della PA? Intenderei con “riforma” un cambiamento profondo e sostanziale nelle organizzazioni, negli ordinamenti, tale da corrispondere alle esigenze della collettività e, nel nostro caso, dei beni. Quelle di Franceschini 1 e 2 non sono altro che dei correttivi, in qualche parte goffi, tesi a sanare e corrispondere a qualche desiderata. Con ciò nulla di nuovo sotto il sole: lo sfacelo iniziato con Veltroni continua e se possibile peggiora. Non voglio sottacere che all’inizio l’avevo guardato con favore come un tentativo di infondere un po’ di dinamicità a un’organizzazione statica, burocratizzata e asservita ai politici. Ma il cambiamento era solo nominale, ché ai vecchi burocrati ne sono stati affiancati altri solo apparentemente in grado di unire conoscenza e spirito organizzativo. Di qui l’esperienza fallimentare delle Soprintendenze assurte poi a Direzioni regionali, di Pompei ecc. Noi, come Cgil (chi le scrive per qualche lustro ha avuto l’onere di rappresentare questa organizzazione all’interno del Mibac), abbiamo stigmatizzato la deriva di questi “aggiustamenti”, producendo proposte non di ingegneria tout court, ma ripartendo piuttosto dalla necessità di rimettere al centro la missione del Mibac e dei servizi relativi (tutela, conservazione e uso). Proponevamo la creazione di strutture orizzontali per tutti i beni (tutela, conservazione, restauro, sicurezza, ricerca/didattica, lettura/valorizzazione ecc.) edi governance attraverso strutture autonome in pieno raccordo con le amministrazioni pubbliche territoriali. La necessità di ricondurre a gestione unitaria il bene culturale è oggi più di ieri all’ordine del giorno. Dopo questo inciso, veniamo all’attualità o meglio al mio silenzio. Le ultime modifiche hanno riguardato l’assetto delle strutture centrali e periferiche in virtù dei tagli al personale dirigenziale di prima e seconda fascia, e questo dopo le scorpacciate di dirigenti generali – da 5 a 44 -consumatesi al Ministero. A seguito dei tagli (e delle presenze in servizio), si è proceduto a riorganizzare con l’obiettivo di non disturbare posizioni consolidate o clientelari. Sotto la direzione Rutelli (ça va sans dire), si arrivò a definire come “bello e virtuoso” il fatto di avere su tutto il territorio nazionale (ma non in Toscana!) le soprintendenze specifiche per bene (antichità, belle arti - e le brutte? -, paesaggio), superando l’esperienza delle cd miste. Tutti i funzionari ad applaudire indipendentemente dallo sconquasso funzional-organizzativo che ciò avrebbe comportato, così come hanno continuato ad applaudire dopo, con la prima tranche del “novatore” Franceschini …forse perché pensavano di rientrare all’interno dei 20 museoni. Dopo l’infornata degli esterni, qualcuno ha guaito, magari sotto le mentite spoglie della Uilbac, poi nulla. Oggi ci risiamo. E di fronte a una seduta di informazione (a mio giudizio parziale) che il Ministro ha voluto dare al Consiglio, seguita dal silenzio di quelli che avrebbero dovuto farsi carico del malessere dei dirigenti o quantomeno riportare le ragioni di ieri sulla virtù della specificità, ho optato per il silenzio…assenso.
Cordialità
Libero Rossi (componente del personale nel Consiglio superiore Mibact)

P.S. sento in giro diverse posizioni che vagheggiano i bei tempi (e soprintendenze) che furono, ma perché invece non spingere a fondo e chiedere finalmente che si smantelli la struttura centrale con tutto quel coacervo di direttori generali (e segretariato), segreterie regionali e tautologie varie (poli Flegreo, Appia… soprintendenze a Foggia, Roma per il Lazio ecc.) e si torni a una struttura fortemente tecnica e autonoma…insomma si riparta dalla proposta del Franceschini FRANCESCO?
 
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Libero Rossi
view post Posted on 27/1/2016, 06:11     +1   -1




Alla fine il dubbio si è chiarito: sarà Chieti la sede abruzzese della nuova Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (Abeap) istituita con il decreto a firma del ministro Dario Franceschini. Il dubbio si era creato nei giorni scorsi per una contraddizione tra il decreto che individuava L’Aquila come sede della nuova Soprintendenza e l’allegato al decreto che invece citava Chieti. Quello che in molti aquilani temevano, e cioè il verificarsi di un "nuovo scippo alla città" si è alla fine concretizzato. A confermare la destinazione fino a ieri ancora in bilico tra L’Aquila e Chieti è una nota ufficiale del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Nella nota di specifica che nel capoluogo resterà "fino al 31 dicembre 2019, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città dell’Aquila e i Comuni del cratere, istituita ad hoc per la ricostruzione, mentre Chieti sarà la sede della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell’Abruzzo, con esclusione, fino al 31 dicembre 2019 della città dell’Aquila e dei Comuni del Cratere”. La Beap che si trova a L’Aquila, si accorperà all’Archeologica di Chieti. Numerose le reazioni e naturalmente in contrapposizione. Il sindaco Cialente ha accolto positivamente la decisione del ministero, specificando che L'Aquila "ha già una sua soprintendenza, istituita ad hoc per il sisma". Favorevole anche la consigliera regionale Sara Marcuzzi del movimento 5 Stelle che invita a non prendere posizioni campaniliste. Contrari allo spostamento il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, ma anche il capogruppo regionale del PD: "E’ vero che L’Aquila ospita la Soprintendenza unica del cratere, ma questa si configura come una struttura per definizione pro tempore, eccezionale, nata in un contesto di emergenza. Terminata l’emergenza sarà necessario impostare la rinascita, e lo si potrà fare anche e soprattutto valorizzando i punti di forza. Credo, in estrema sintesi, che sia persino grottesco togliere all’Aquila il presidio naturale della struttura della Sovrintendenza..”. “davanti all’ennesimo colpo inferto dall’amico Franceschini, con il trasferimento a Chieti e l’accorpamento che riguarda la Soprintendenza ai Beni Archeologici, Cialente replica a questa frustata in maniera supina e morbida”. afferma il consigliere Giorgio De Matteis. "Ci saranno polemiche - ha detto il ministro - ma era ora di cambiare: spesso ci si doveva rivolgere a enti diversi distribuiti in città diverse". Tre i criteri scelti dal Mibact: il maggior numero di abitanti, una più forte concentrazione di monumenti storici e architettonici e quindi una maggiore consistenza del patrimonio culturale e la dimensione dei territori. Anche Taranto ha mal digerito la scelta veder chiuse le porte della storica sede della Soprintendenza dopo ben 109 anni di storia. Taranto succursale della Soprintendenza unica a Lecce. Sabato si prepara una manifestazione nei pressi della sede della Soprintendenza archeologica, in Città Vecchia; non attenua le polemiche l’inserimento del museo (il MARTA) tra i venti siti più importanti d’Italia. In consiglio comunale è stato discusso un ordine del giorno che vedeva impegnata sia la maggioranza che la minoranza sul problema della soppressione della sovrintendenza ai Beni Culturali di Taranto. tutti sono stati concordi nello scrivere un documento,insieme alla minoranza, di assoluto sdegno su quello che sta per perpetrarsi sul territorio di Taranto. Mentre a Taranto protestano a Foggia esultano. «Il ministro, nell’ambito del riordino e della riorganizzazione di questi Enti ha colto il valore strategico della collocazione di una Soprintendenza a Foggia, sia in ione di salvaguardia che di valorizzazione dell’ingente patrimonio culturale, archeologico ed artistico della Puglia settentrionale, superando un assetto che ci vedeva marginali o esclusi», sottolinea il sottosegretario Scalfarono che prosegue: «.. voglio ringraziare il Presidente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici, Professor Giuliano Volpe, che a questa decisione ha fornito un contributo determinante, conferma la continua attenzione del Governo per il nostro territorio. Attenzione che speriamo possa concludere felicemente anche l'altra vicenda tuttora pendente: quella dell’auspicato assorbimento da parte del MIBACT della Biblioteca Provinciale Magna Capitana»

Gli archeologi del pubblico impiego vogliono discutere della riforma e preparano un sit-in


Riceviamo dall'associazione archeologi italiani del pubblico impiego il comunicato in merito al Decreto Ministeriale di riforma dell'organizzazione del Ministero. Questo appello si aggiunge ad altri che a livello nazionale o locale pongono questioni concrete sugli effetti che l'applicazione della riforma del Mibact sta producendo dopo l'applicazione della fase 1 e quello che l'avvio immediato della fase 2 potrà generare. Sono voci singole o di associazioni tutte di addetti ai lavori che seppur da posizioni diverse evidenziano problematiche che in ogni caso meritano almeno di essere conosciute e quando valide anche considerate.
"L'associazione degli Archeologi del Pubblico Impiego - comparto MiBACT (API-MiBACT), in relazione alle comunicazioni del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, on. Dario Franceschini, e allo schema di Decreto Ministeriale di riforma dell'organizzazione del Ministero, denuncia quanto segue. Lo stato attuale di sofferenza degli uffici che operano direttamente sul Patrimonio (Soprintendenze, Poli Museali, Segretariati Regionali), dovuto alla riforma già in atto con il DPCM 171/2014, e caratterizzato anche da numerose difficoltà relative all'attuale carenza di personale, alle attività di divisione e trasferimento patrimoniale, alla frammentazione delle competenze e degli incarichi, che gli uffici che operano sul territorio stanno affrontando in totale solitudine, con enormi sforzi e sacrificio dei dipendenti, impedisce di gestire con efficacia l'ulteriore lacerante riforma che arriva a meno di un anno dalla precedente e con questa, tra l'altro, in palese contraddizione. Queste problematiche, non tenute in alcuna considerazione da parte del Ministro e del Governo, nonostante gli appelli fatti nel corso del 2015, incidono sulle attività istituzionali penalizzando nei fatti il compito e l'operatività degli uffici stessi, in particolare nel settore dell'Archeologia. Gli sforzi quotidiani dei dipendenti, al servizio dei cittadini e di tutti gli utenti esterni, rischiano di essere completamente vanificati. Le motivazioni con le quali nasce questo nuovo Decreto Ministeriale appaiono peraltro infondate: si stravolge nuovamente l'assetto del Ministero per venire incontro a problematiche paradossalmente innescate proprio dalle recenti scelte dello stesso Governo in materia di silenzio-assenso ed in materia di riorganizzazione della P.A. (v. Legge Madia). Peraltro, come anche in occasione del DPCM 171/2014, si intende lasciare agli uffici sul territorio l'onere e i disagi di trasferimenti e accorpamenti di risorse umane e strumentali (magazzini, archivi, sedi centrali, nuclei, etc) senza indicazioni definite. Si profila pertanto un ulteriore e lunghissimo periodo in cui le poche forze in campo, pagate con i soldi della comunità, saranno impiegate sostanzialmente nella riorganizzazione logistica e procedurale, nelle mere operazioni burocratiche che si innescano con il cambiamento degli uffici, a scapito dell'efficacia, efficienza ed economicità dei Servizi ai Cittadini e della Tutela. Una Tutela che gli Archeologi dello Stato dovrebbero esplicare piuttosto prendendosi cura del territorio, dei monumenti e dei reperti, in quanto braccio operativo e organo tecnico-scientifico di ricerca che per legge svolge quella "adeguata attività conoscitiva" preliminare ad ogni forma di tutela amministrativa, conservazione, fruizione e valorizzazione. Si propone oggi di erigere a responsabile di procedimenti di scavo e conservazione del patrimonio archeologico dirigenti che avranno meno competenze tecnico-scientifiche specifiche sia dei funzionari che andranno a dirigere sia dei professionisti esterni a cui daranno i pareri. La qualità del lavoro nel settore della tutela archeologica, senza la guida di dirigenti con competenze specialistiche, senza depositi, senza laboratori, senza archivi, senza bibliotechon potrà che andare incontro ad uno scadimento e ad una burocratizzazione generalizzati. Ciò che viene presentato come potenziamento della salvaguardia del patrimonio archeologico all'interno delle Soprintendenze Uniche rischia di essere solo uno "specchietto per allodole" e nasconde l'enorme confusione di competenze e frammentazione di funzioni che dovranno essere affrontate da tecnici umiliati nella loro professionalità, privi di mezzi e di autorevole rappresentatività. La prima, ovvia conseguenza di tutto ciò verrà ad essere l'allungamento di tutte le procedure di controllo tecnico ed amministrativo, creando ritardi e disagio a cittadini ed imprese. L'omogeneità dell'azione di tutela e ricerca sugli ambiti regionali, finora garantita dalle Soprintendenze Archeologia, verrà di fatto cancellata a tutto detrimento della conoscenza e della operatività dello Stato sul patrimonio archeologico presente capillarmente sul territorio. Stupisce ancora una volta la completa assenza di un dibattito interno con il coinvolgimento dei tecnici; un settore delicatissimo, reputato dai più un paziente perennemente in coma, viene sottoposto a ripetuti interventi chirurgici effettuati non da specialisti di medicina, come invece dovrebbe essere. Il continuo svilimento del personale tecnico-scientifico e la mancanza di conoscenze approfondite dei meccanismi propri degli uffici che materialmente curano i beni culturali sul territorio provocano dunque un ulteriore e -si teme- definitivo naufragio delle poche energie rimaste in campo. Infine, pare anche il caso di sottolineare che nella bozza di riforma del Codice degli Appalti sembrano scomparsi gli articoli che finora hanno normato la c.d. "archeologia preventiva". Se queste norme venissero davvero cassate dal nuovo Codice, si potrebbe pensare che il Paese intero voglia retrocedere dalla Tutela nelle sue forme più avanzate, con palese tradimento dei principi sanciti dall'articolo 9 della Carta Costituzionale. In qualità di cittadini e di servitori dello Stato chiediamo urgentemente al Ministro Franceschini un incontro al fine di verificare quale sia la sua disponibilità ad affrontare le nostre osservazioni per valutare le conseguenze negative di questa pericolosa e inefficace riforma e al fine di trovare soluzioni condivise."
A.P.I. (Associazione Archeologi Pubblico Impiego - comparto MiBACT)
 
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