I 100 anni di EManuele Casamassima

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Libero Rossi
view post Posted on 14/3/2016, 12:04     +1   -1




Oggi Emanuele (NELLO) avrebbe 100 anni. AUGURI meraviglioso amico e magister meo. Paleografo e già direttore della Biblioteca nazioanle di Firenze.

Lo ricordo con questo pezzo tratto dal mio "Un viaggio sentimentale nel libro" (Amazon 2015).

Emanuele Casamassima, familiarmente “Nello” (14 marzo 1916 - Firenze 12 settembre 1988). Ricordo, dopo il direttore della BNCF, l’amico di tanti incontri e serate. Casamassima, laureato in giurisprudenza, aveva partecipato alla guerra e alla resistenza, ed era entrato poi nelle biblioteche: queste le notizie, variamente articolate, presenti nei profili disponibili. Prima a Firenze, poi a Roma, quindi di nuovo a Firenze nel 1965 come direttore. Due righe che non esauriscono l’intenso periodo di studi, di elaborazione e proposte. Ne ripercorrerà spesso gli ambiti, contesti e motivazioni nei nostri più o meno fortuiti incontri che, inutile aggiungere, per me erano propedeutici all’incontro con i libri…o meglio come dicevano allora i miei amici pistoiesi, “bevevo in conca”, in continuità con la mia tradizione paesana che vedeva appunto tale oggetto pieno d’acqua nello scolapiatti dell’acquaio per rifocillare gli astanti. Parlava del libro e dei suoi problemi, di biblioteche poi d’università. Tessendo e ritessendo fili di un dialogo con le più disparate personalità, che, come scoprirò più tardi, sono pezzi dell’enorme puzzle della storia e della conoscenza del libro; ne ricordo alcuni perché più ricorrenti nei discorsi: Giorgio Cencetti, Giuseppe Billanovich, Alberto Giraldi, Augusto Campana, Francesco Barberi, Emidio Cerulli, Giorgio Pasquali, Gianfranco Contini, Franco Cardini, Teresa e Domenico De Robertis, Giancarlo Savino, Armando Petrucci, Robert Marichal, Luigi Crocetti, Filippo Di Benedetto, Claudio Leonardi Paola Barocchi, Luciana Mosicii, quelli del Comitato della biblioteca Nazionale, ma anche Giuseppe Giovacchino Belli, Marcel Proust, Ferdinand De Saussure, infine la vituperata Direzione generale delle accademie e biblioteche. Nulla a che vedere con un Pantheon – avendolo conosciuto sul “pezzo”, posso dire che nulla era più lontano da lui –, piuttosto un retaggio di quelle chiacchierate al fosforo - nell’accezione greca che reca la luce - che artigliavano. Diversi di coloro che ricordato non sono - fisicamente - più tra noi, ma i loro scritti continuano a lambire il mio essere aspirante librarolo. Nelle nostre chiacchierate sempre si partiva dal libro per arrivare alla biblioteca, alla vituperata burocrazia, alla politica i cui esponenti già allora venivano bollati come inadeguati al governo del Paese. Avevamo toccato con mano lo spreco di esperienze, intelligenze e di proposte nate e spiaggiate a Firenze: la legge sulla biblioteca nazionale con il superamento della diarchia di Firenze e Roma, la creazione a Firenze di un Centro internazionale di formazione dei restauratori, la pubblicizzazione dei laboratori di restauro fiorentini..fino ad un’amministrazione autonoma dei Beni culturali. Temi che qualche eco hanno avuto negli anni successivi e anche attuali (per esempio in merito ad un'unica biblioteca Centrale, grazie però alla revisione della spesa e non alla funzione), ma che trovarono in Nello l’ispiratore e il sostenitore nei convegni e negli incontri ufficiali. Dopo le sue dimissioni da direttore della BNCF, continuò a seguire e indirizzare l’azione sindacale dei lavoratori del restauro, collaborò all’uscita della rivista “Centro Erre” e si interessò maggiormente delle tematiche legate al restauro e alla conservazione del libro. Fu con noi durante la serrata dei laboratori di restauro ordinata da Roma e all’incontro con l’allora ministro Riccardo Misasi, da cui scaturì la riapertura e la ripresa dei lavori di ripristino dei libri alluvionati.
Discutere con Nello valeva trovarsi in un mare magnum di interessi e di conoscenze: la musica popolare greca (rimase affranto quando gli rubarono i dischi da lui raccolti); le icone russe e bizantine, il suo amore per Costantinopoli o per Monte Athos (il racconto del suo viaggio aveva dello stupefacente), l’arte romana, i tiri con l’arco (la mattina del 4 novembre 1966 abbandona l’arco e si “fionda” in Biblioteca), la sua paleografia; in questo rollare di discorsi mi tornavano familiari termini come sistema, struttura, economico, langue e parole, B maiuscola e b minuscola, modista..scrittura romana : non passava ora nei nostri incontri a bassa intensità culinaria, che questi e quelli non prendessero la scena. (Ricordo di una serata in trattoria in cui Nello illustrò a Luigi Crocetti l’intero suo progetto di riscrittura della paleografia; ne parlarono a lungo mentre io attonito dialogavo con una graziosa bottiglia di Gallo nero di Lamole). Ho imparato molto da quest’uomo. E l’ho seguito dopo la sua uscita dalla BNCF (1970) un po’ dovunque: a S. Daniele del Friuli, a Poppi, a Pistoia, ad Arezzo..ai Castelli romani (qui i motivi erano diversi, direi piuttosto culinari: diversamente da me, di esuberante appetito, lui era assai, anche troppo, frugale), presente alle sue lezioni di paleografia all’Università di Firenze (1976) e, infine, insieme alle cugine Gisella e Cristina Guasti “a zonzo” fra i plutei della biblioteca Malatestiana. Nelle biografie è ricordato come bibliotecario, Direttore della Biblioteca prima, poi durante e dopo l’ alluvione e professore universitario. Lui, deluso dal mondo delle biblioteche, mostrerà in-sofferenza per tutto ciò che lo legava ad esso. Le poche volte in cui ho avuto modo di interloquire con Francesco Barberi, questi sempre mi chiedeva le ragioni della ritrosia di Nello, “lui che era (stato) un grande bibliotecario”; del perché di questa posizione ché lui poteva ancora dare tanto a quell’ universo mondo. Per una parte convenivo - se non altro per l’apporto concettuale ai diversi problemi di catalogazione, soggettazione, restauro della legatura, conservazione e gestione delle raccolte della biblioteca anche nell’emergenza e nel ripristino - ma, dall’altra, parteggiavo per Nello, perché nell’ambiente delle biblioteche aveva trovato solo ostilità, ipocrisia e servilismo verso chi da sempre deteneva il potere. Lo stesso Barberi, solitario ispettore e maestro di tanti bibliotecari (il caro Franco Balboni, per tutti), cadeva sotto la critica a cagione del suo ruolo “ministeriale”. Casamassima il tecnico, organizzatore e scienziato scevro da compromessi al ribasso o al “se la và la và”, mostrava un rigore soi même che aveva dell’implacabile e ne restai impressionato. Mi trovai fra le mani l’estratto del “suo” articolo pubblicato da Armando Petrucci su “Scrittura e civiltà”, Varianti e cambio grafico, dove nell’interlinea sopra ogni parola vi erano notazioni di cambiamento. Che saranno poi ampliate e dattiloscritte in fogli via via cresciuti di numero e in spessore, frutto dei continui ripensamenti, cambiamenti, approfondimenti che vi verranno incollati sopra (anche in questo il suo modello era Marcel Proust?) e che dovevano andare a costituire il “nuovo manuale” sulla scrittura romana fino al IV Sec.( tuttora inedito presso l’università di Firenze). Da ultimo ricordo la fatica improba - degna dello stampatore di Balzac che si vide costretto a sbarrargli la porta dell’officina - che dovette sostenere Varo Vecchiarelli (complice il sottoscritto) per togliergli dalle mani, per pubblicarlo, Tradizione corsiva e tradizione libraria nella scrittura latina del Medioevo (eravamo a ben 15 bozze d’autore).
Nello mi ha intrigato fin dall’inizio allorché con pazienza ascoltava i “conflitti di competenze” all’ordine del giorno, che lui scioglieva come neve al sole; ne ricordo uno fra il meccanico tuttofare e l’elettricista espropriato dei suoi contatori, nelle caotiche ore delle urgenze e decisioni. Lui era così, un comandante al fianco della truppa caciarona e spesso becera e, nello stesso tempo, un professore di conio risorgimentale alla guida di un “attruppamento” di suoi studenti dopo il terremoto del Friuli o all’indomani del sisma in Irpinia, quando propose ad Armando Petrucci di organizzare delle squadre di studenti per salvare i libri …per quanto il tempo e l’occasione non fossero favorevoli….. stavamo seppellendo il suo amato figlio Marco. Nei giorni dell’eroismo (purtroppo continuiamo a vivere in questa terra di sventura) nascevano amicizie, qualche amore – il che non guasta - ma soprattutto a Firenze prendeva forma il restauro moderno: un Giano bifronte, due facce, una rivolta al passato del libro, che lo tomografa e lo legge in sincronia, si carica di energia (mi spiace, cara Enel , ma tu sei solo involucro) e, la seconda, ne progetta il suo futuro, politica permettendo.
 
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