Il Ticino è vicino

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shadow600
view post Posted on 26/9/2016, 16:29     +1   -1




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Gli elettori del Canton Ticino hanno approvato col referendum una proposta per dare ai residenti la priorità di cantone sul mercato del lavoro, nel tentativo di frenare il numero di lavoratori frontalieri provenienti dalla Lombardia e dal Piemonte. Questa decisione popolare passata col 59% dei voti sarà esaminata dal governo svizzero centrale e dal parlamento di Berna. Ieri mi trovavo a Milano (piena di svizzeri) e da quelle parti non mi pare di aver notato preoccupazione da parte di chi già lavora a Lugano, perché nonostante il disfattismo di una certa stampa filorenziana pare che i nostri transfrontalieri lumbard siano molto apprezzati per la professionalità, l’ingegno e la creatività che molti mugnai e cioccolatai svizzeri se la sognano: se togli a loro gli orologi a cucù, le mucche, il cioccolato e la groviera, che cosa rimane in un cantone popolato da sole 300.000 persone? Ad ogni buon conto non c’è da stupirsi se questi emmenthaler svizzerotti cercano di proteggere un po’ i loro interessi, nel mercato del lavoro che con troppi ingressi fasulli e sottopagati rischia di rovinarsi: significa che la professionalità e la voglia di lavorare bene saranno sempre apprezzate, mentre certa gente senza arte e né parte dovrà cercarsi qualche lavoretto rimediato altrove. Credo che il Canton Ticino cerchi di proteggere i propri residenti esattamente come il nostro governo non fa, che anziché tutelare “prima gli italiani” (lavoratori e pensionati) stabilisce che vengano “prima gli scafisti ” e quelli che si portano dietro, considerati dalla intellighentia de sinistra una “risorsa”. ‘Na risorsa che ce costa molto cara, perché con la prossima Legge di Stabilità bisognerà stanziare almeno 3,2 miliardi di Euro per accogliere i profughi e per mantenerli, a fronte dei 120 milioni di micragnosi Euro che ci rimborsa l’Europa (da abbandonare as soon as possible, seguendo quegli incoscenti della perfida Albione).
P.S.
Contro la scelta popolare del Ticino ha tuonato il ministro Gentiloni e a Lugano se la stanno già facendo sotto. A nessuno è venuta l'idea, così, per sbaglio, di trasformare in zona di porto franco il nord del Piemonte e della Lombardia, per attrarre i cioccolatai ticinesi a venire a lavorare qui da noi, portando un po' di franchi svizzeri dalle loro scassatissime banche, che ormai sono come dei libri aperti?
 
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