Dylan ed il premio Nobel, Critici e pennivendoli

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view post Posted on 17/10/2016, 11:28     +1   -1

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Una canzone tratta dal disco che De Andrè dedicò ad "Antologia di Spoon River" rivisitandone i testi, descrive la vita dei personaggi del libro (tutti trapassati) con una indimenticabile ironia..Tra gli altri l'ottico, per il quale la canzone recitava "Daltonici, presbiti, mercanti di vista...Ovviamente la canzone è un pretesto per criticare i pennivendoli, i critici dell'ultima ora, quella falange di intellettuali che prendono ad esempio solo l'universo attorno al quale gravitano per giudicare il peso e la consistenza di un Nobel. Ricordo come fosse ore che negli Anta, quando frequentavo il liceo artistico, (anno molto movimentato), la mia antologia di italiano aveva inserito la traduzione di Blowing in the wind nel testo!
La risposta è caduta nel vento, questo era il titolo, che ricordo quasi fosse ora davanti a me!
Allora chi era così miope da inserire una canzone americana in un testo di letteratura italiana? Che gli autori di testo fossero tutti rincoglioniti oppure c'era già allora il seme di quella rivoluzionaria bellezza che ha reso celebre la canzone, tra l'altro pacifista e profonda?
L'effetto che quel testo ebbe su di me è indescrivibile: si scolpì nel mio cuore a caratteri cubitali e mi aprì gli occhi sull'inutilità della guerra. Un'altra canzone si impresse nella mia mente, Imagine di John Lennon, ma quella è un'altra storia.
In verità mi lascia profondamente perplesso il dibattito sorto attorno a Dylan. Taluni saccenti accademici dicono che il suo Nobel è immeritato, altri che c'è un unico legame che unisce l'anima di un poeta a quella di un musicista...Gli studiosi del cavillo affermano che non si può leggere e percepire un brano musicale come un capolavoro di letteratura perché melodia e parole risulterebbero slegate e quindi non efficaci e che è insensato attribuire il Nobel a Dylan... Ma io credo che Dylan abbia fatto la storia del suo tempo, impegnandosi in prima linea con Joan Baez in una lunga teoria di battaglie sociali. E questo, da solo, potrebbe bastare ad attribuirgli un Nobel...E' vero, è un personaggio sopra le righe, a modo suo rude e schivo se paragonato all'attuale contesto musicale, fatto di plagio e materialismo e del tutto "fuori"dai canoni creativi di musicisti della risma di Dylan! Ma non è anche vero che il Nobel nostrano Dario Fo non risultasse molto simpatico? E che ancora fino a poco tempo fa qualche governo l'avesse bandito? Riprendiamoci la musica, la letteratura, riprendiamoci la poesia, ma non per creare argomenti popolari o famosi, non è quello il metro dell'arte pura! L'arte degna di tale nome appartiene a tutta l'umanità, con la quale condivide l'amore, la comprensione, la magia! Come un'armonia nascosta raggiunge vette altissime senza proferire parola...Basti ricordare le scarne ed essenziali poesie di Ungaretti o Montale!
Credo che la musica, come la letteratura o la poesia rappresentino un'unica sostanza...Se ascolti la musica che colpisce il cuore e la mente, se condividi la bellezza e non il tran tran dei cliques a misura di case discografiche o di editori venduti, allora percepisci quel legame che unisce questi mondi.
E' anche vero che i pilastri della musica come quelli della letteratura o della poesia, hanno creato degli empirei irraggiungibili, ma provate ad ascoltare un disco di successo...Oggi c'è una pletora di cantautrici come Adele, nasce un disco di successo e tutti, ma proprio tutti, ne imitano la voce! Questo avviene per un solo motivo, quel personaggio è vincente, una calamita per vendite miliardarie.
Ma se la musica e la poesia sono creati da autori fotocopia, dove è finita la creatività? Io credo che alcuni musicisti non andrebbero nemmeno ascoltati perché sono, semplicemente, la parodia di un mondo falso e corrotto dove vince solo chi è più remunerativo. Musica e letteratura divengono un inutile esercizio di abilità se sono asserviti al danaro! Un vero musicista o un vero letterato sono persone che hanno in dono un talento: è davvero un peccato sprecarlo in una sterile produzione.
In quanto ai sofisti del Nobel, vorrei ricordare loro che anche nel mondo dell'editoria e della letteratura sono stati creati dei cloni...La letteratura come il cinema prende in prestito autori più o meno affermati che, guarda caso, si lanciano (con un rassicurante paracadute) in esperienze differenti: giornalismo, TV, cinema, libri...Qualche volta la fiction supera la realtà, ma spesso sono figli di arte sotto mentite spoglie o autocelebrativi buffoni.
La creatività è tutta un'altra cosa, la genialità e l'unicità di un artista prescindono dal pedigree o dal numero di consensi raccolti e non è assolutamente detto che bisogni essere tristi o depressi a seconda del disco che si vuol vendere perché le emozioni AUTENTICHE, grazie a Dio, non sono oggetto di compravendita, zero produce zero e chi non ha nulla da raccontare alla fine è davvero uno che non lascia traccia...ma ai pennivendoli non serve ascoltare il loro cuore, piuttosto sono in sintonia con il tintinnare delle monetine nel portafogli....

Edited by Sunny day - 18/10/2016, 17:13
 
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shadow600
view post Posted on 17/10/2016, 15:38     +1   -1




Ormai indovinare la scelta dei predestinati al Premio Nobel è diventato un gioco buono per I bookmakers. Per la prima volta in assoluto, la giuria ha conferito il premio Nobel in letteratura ad un autore che non può essere apprezzato dai sordi: questa è la vera discriminazione e se un amico ipoudente mi chiedesse "com'è Dylan", gli risponderei che io l’ho trovato sempre lagnoso e antipatico. Insomma, se Stoccolma hanno dato il Premio Nobel per la pace ad Obama, che continua a mandare gli F-16 su Aleppo e dovunque ci sia qualche scaramuccia nel pianeta, mi pare coerente incoronare per la letteratura un Dylan che mai consentirà a qualcuno di sostituire i bei libri con la sua lagna accompagnata dall’armonica. Il Nobel Dylan non si legge, ma con un po’ di pazienza si può ascoltare, ammesso che non sei nato sordo. In ogni caso, gli avvinazzati svedesi innamorati di Bob avrebbero dovuto premiarlo per la cultura generica (musica) e non per la letteratura, che è altra dimensione.
 
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view post Posted on 17/10/2016, 15:58     +1   -1

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Beh, come dicevo prima, vorrei capire com'è che molte ma molte lune fa la fantomatica canzone fosse già inserita in un testo di letteratura italiano...Se lo trovo vi cito anche autore e testo, ma sarà un'impresa eroica!
Allora vorrei capire il perché di questa perplessità, dato che ci sono dei precedenti che risalgono a circa un ventennio fa, poi dovrebbero spiegarmi perché di ogni questione stupida né fanno uno scontro filosofico ai talk show, siccome i puristi della penna sono sempre i soliti noti e c'è da sottolineare che a qualcuno (tra i politici) sono fioccate lauree non meritate. Insomma, mistero dei misteri, dove sta di casa il buonsenso o la virtù? Qual è il criterio di giudizio e quanti sono davvero meritevoli, dato che mi risulta che è Putin che sta sterminando con il suo compagno di giochi la popolazione civile!
 
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view post Posted on 25/10/2016, 10:41     +1   -1

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C'è da ribadire una cosa importantissima...I vincitori di premi Nobel citati, vale a dire il compianto Dario Fo e Bob Dylan, sembrano entrambi sfuggire alla logica dello star system nella quale tutto serve a glorificare e pubblicizzare i Vip.
Al contrario, da quando ha saputo di essere un premio Nobel, Dylan sembra irreperibile, malgrado le polemiche sollevate dai suoi detrattori...Lo stesso Fo fu invece informato con un cartello di cartone del titolo conquistato...
Per i due Nobel la notizia del premio sembra quindi meno importante di quanto non la rendano stampa ed intellettuali, tutti presi da dibattiti televisivi fiume o retrospettive video!!!
Come diceva Oscar Wilde, nel bene o nel male, purchè se ne parli...Ma questa citazione sembra più oggetto di interesse per i media e gli esibizionisti che per i due artisti premiati....

Edited by Sunny day - 25/10/2016, 14:47
 
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shadow600
view post Posted on 25/10/2016, 15:57     +1   -1




Scommetto la camicia che Dylan si farà vivo almeno per ritirare gli 8 milioni di corone, assegnati a Stoccolma assieme alla preziosa medaglietta consegnata dal re. Pure Fo non si dimenticò affatto di farsi accreditare su uno dei suoi conti correnti la stessa somma "simbolica", con apparente disprezzo.
 
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view post Posted on 25/10/2016, 16:59     +1   -1

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Beh, se non altro si sono esposti in prima persona per le loro idee e non hanno cancellato il cervello della gente con una informazione distorta, come tanti bei tipini che conosciamo...Eppoi con i soldi che hanno guadagnato durante la loro vita di artisti, figurati quanto gliene può fregà di un premio di fine carriera...Ci si può forse pagare un loculo d'oro al cimitero? io credo che alla fine tutto ritorni al punto di partenza, ovvero al valore reale delle cose! Qualcuno dice che il danaro non fa la felicità, ma la aiuta moltissimo...Anche questo è vero!
A noi che siamo comuni mortali, ci tocca pianificare su tutto quello che si deve spendere, ma pensa quanta energia in un pensiero che unisce migliaia di persone...Altro che soldi! Ci sono idee che hanno fatto la storia del nostro tempo e mi sembra banale considerarle prodotti commerciali con un valore economico!
Con l'andare del tempo si ottimizza il rapporto tra l'essere e l'avere e questo è un dato di fatto per tutti noi umani, alla fine le corone conquistate dai nostri Nobel a fine carriera sarebbero potute essere più utili all'inizio, quando erano un tantino più giovani...Ma questo bisognerebbe domandarlo ai diretti interessati anche se credo che la risposta sia ovvia....

Edited by Sunny day - 26/10/2016, 17:35
 
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