| Non sono un fan di Matteo Renzi, che spesso ho soprannominato “Pinocchio”, ma questo ragazzo sveglio con la favella facile, che ha perso onorevolmente il referendum, ha dimostrato almeno che nelle decisioni importanti, come una riforma costituzionale, il popolo partecipa attivamente perché è sovrano, come sancisce l’Art. 1. Il suo fallimento che fa stappare bottiglie di spumante ai tanti nemici, che vorrebbero buttare altri 300 milioni di Euro per indire nuove ed inutili elezioni, in realtà è una messa a fuoco molto chiara sui consensi che ancora riscuote: trovatemi uno, tra le mezze figure del panorama politico, che sia in grado di pigliare da solo il 40% dei voti contro la formidabile ammucchiata del “NO” (destra, sinistra e grillini insieme), che per poco non hanno raggiunto neanche il 60%. E’ un peccato che Matteo Renzi debba guidare un partito di maggioranza che è dilaniato da un eccessivo tasso di litigiosità ed è umiliante che un capo di governo italiano debba sentire sempre Bruxelles prima di fare delle scelte utili per il nostro Paese. Andare a elezioni pure dopo il pronunciamento della Consulta a gennaio potrà servire al massimo per riconfermare gli attuali equilibri, con lievi scostamenti di qualche punto percentuale, senza modificare la prevalenza di una guida politica che è e rimarrà del litigioso Partito Democratico, che rimane fondamentalmente una forza di sinistra che non ha e non avrà mai la maggioranza assoluta nel Paese. Mentre il mite Presidente Mattarella si sta cimentando per trovare un nome al quale appioppare la difficile responsabilità del governo, potrebbe essere una soluzione reincaricare l’uomo più votato negli ultimi anni, magari chiedendo l’appoggio anche esterno di altre forze politiche come quella di Berlusconi, che facendo a pezzi Forza Italia, un tantino alla volta, ha dimostrato di aiutare sottobanco un Renzi leader che non aveva i numeri al Senato. Se Forza Italia non ha ancora trovato un erede naturale al suo fondatore, ecco allora che l’idea di un nuovo partito “della Nazione” a guida Renziana potrebbe raccogliere ampi consensi da buona parte dell’elettorato moderato ed ondivago, che spazia dall’attuale PD fino al M5S e Lega. Se attualmente Renzi è gradito ancora al 28% degli Italiani, nonostante la batosta referendaria, con un suo nuovo partito a trazione democratica, moderata e riformatrice potrebbe prendere addirittura percentuali “bulgare”, che con un premio di maggioranza indispensabile per poter governare si tradurrebbe in una maggioranza assoluta in Parlamento. Dunque nelle strane alchimie della politica italiana la sconfitta referendaria potrebbe rimettere in gioco Renzi per compensare le vistose debolezze di un Berlusconi, di un Salvini ed anche di un Grillo che, in caso di elezioni, a malapena riuscirebbero a riconfermare i loro consensi inutili, perché non aggregati in una coalizione che sia veramente alternativa alla leadership moderata di Renzi.
|
