«Io, scontrinista, sfruttata dalla Biblioteca di Roma» bibliooo

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Libero Rossi
view post Posted on 12/1/2017, 16:49     +1   -1




«Io, scontrinista, sfruttata dalla Biblioteca di Roma»

di Antonio Sciotto

Svolgono lavoro di catalogazione, di portineria, perfino di fornitura di materiali agli utenti, come dei veri e propri dipendenti: eppure sono «fantasmi», non riconosciuti degni neanche di una trattativa sindacale. Questa volta non parliamo di un call center in un sottoscala né di un gruppo di braccianti sfruttati, ma di alcuni lavoratori – circa 25 – della Biblioteca nazionale di Roma. Vanno al di là dei voucher, sono addirittura pagati con gli scontrini: loro presentano le ricevute della spesa fatta in un mese, e la biblioteca ricambia con un forfait di circa 400 euro.

La moderna schiavitù del libro è stata denunciata ieri da Federica, catalogatrice «volontaria» della Biblioteca nazionale della Capitale.


«Volontaria perché – spiega alla conferenza stampa indetta dalla Cgil per parlare dei referendum sul lavoro – da anni non pare ci sia altro modo di inquadrarci che come iscritti a un’associazione di volontariato. Abbiamo chiesto più volte di incontrare il direttore della Biblioteca, ma appunto in quanto “volontari” ci ha fatto rispondere che non abbiamo diritto a una interlocuzione».

«Siamo fantasmi – riprende Federica – eppure lavoriamo come tutti i dipendenti all’accoglienza degli utenti, alla catalogazione, alla fornitura di materiali e libri ai tavoli». L’intervento choc di Federica entra nel vivo quando passa a spiegare il metodo di retribuzione applicato dalla Biblioteca nazionale, una invenzione straordinaria (in senso negativo), che va al di là degli stessi voucher, perché non prevede neanche i contributi previdenziali: «Raccogliamo gli scontrini della spesa alimentare fatta in un mese, a volte ci vengono dati anche dai dipendenti per solidarietà, quindi li presentiamo alla Biblioteca: a fronte ci viene dato una sorta di “rimborso spese” forfettario, con un tetto massimo di circa 400 euro».

Insomma, giusto il diritto ai pasti: perché almeno l’energia per spostare i libri da qualche parte la devi pur prendere. Ti ammali? Fai un bambino? Saluti e baci, sei un «volontario».

Alla conferenza stampa è intervenuto anche Giancarlo Sofo, operaio in subappalto del Policlinico Gemelli: per ben 21 anni si è occupato della manutenzione di reparti e sale operatorie, ma oggi è disoccupato. Attende 4 mesi di stipendi arretrati: non può pretendere che sia il Policlinico, luogo per cui in effetti lavora, a risarcirlo del dovuto. A farlo dovrebbe essere l’impresa che ha vinto l’appalto, che però, piccolo particolare, al momento gli risponde picche. Se passasse il Sì al referendum Cgil, il Policlinico sarebbe obbligato a sanare il problema.
http://ilmanifesto.info/io-scontrinista-sf...ioteca-di-roma/
12 gennaio 2017
 
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Libero Rossi
view post Posted on 13/1/2017, 07:21     +1   -1




Mibact, bando per l'impiego di giovani; ma solo volontari

Samuele Sassu
Beni culturali e lavoro, ennesimo atto. Se fosse il titolo di uno spettacolo teatrale, scoraggerebbe anche il più appassionato degli spettatori. Ed è così che si sente chi aspira a lavorare in un museo. Ancora una volta, il Mibact emana bandi per volontari, da pagare pochi euro e impiegare per un anno, mentre dall’altro lato della barricata, un gran numero di giovani in cerca di lavoro, si indigna e fa esplodere la propria rabbia.
Ma andiamo con ordine. Nei primissimi giorni dell’anno vengono lanciati due nuovi bandi, frutto di un accordo risalente al 2014 tra Mibact, Presidenza del Consiglio e Ministero del Lavoro, sull’occupazione di duemila giovani fino a 28 anni di età: il primo, con una richiesta di 71 volontari per i Beni Culturali, 17 per l’Ambiente e 22 per l’Interno; l’altro, per 1050 volontari del Servizio Civile, di cui mille sempre destinati al Mibact. Bandi che rientrano nel programma Garanzia Giovani, il quale prevede l’uso di fondi europei destinati all’occupazione giovanile. Retribuzioni “da volontari”, per l’appunto: 433,80 euro al mese, per un totale di 5.200 euro l’anno.
Tante le reazioni degli operatori del settore, ma non solo. Dalle pagine del Manifesto emerge forse quella più aspra: “I fondi europei che dovevano essere usati per affrontare la disoccupazione giovanile – scrive Roberto Ciccarelli – sono usati in Italia per reclutare forza lavoro per colmare i buchi prodotti dal blocco del turn-over e dai pensionati non sostituiti da nuove leve. In più l’uso di Garanzia Giovani, in questo e altri contesti, servirà a drogare le statistiche sull’occupazione giovanile permettendo al governo di esibire un «successo» quando l’Istat pubblicherà i prossimi dati sull’occupazione”. Il tutto in cambio di qualche elemento in più con il quale questi giovani, alla fine dell’esperienza, potranno “arricchire” il proprio curriculum.
Tuttavia, il rovente inizio d’anno dei beni culturali in tema di lavoro non si esaurisce certo qui. A distanza di pochi giorni, è la Reggia di Venaria, nel torinese, a finire sotto i riflettori: nonostante lo sciopero proclamato per il 6 gennaio dai dipendenti delle cooperative che gestiscono i servizi esterni del museo, la Reggia ha regolarmente aperto le porte ai turisti per l’Epifania, grazie all’impiego di lavoratori a contratto giornalieri e a una decina di dipendenti precettati per turno. L’iniziativa ha suscitato lo sdegno del sindacato Usb, il quale si sarebbe rivolto ai carabinieri per denunciare la Coopculture, che gestisce i servizi della Reggia e ha l’appalto dei 95 lavoratori, di comportamento antisindacale. La risposta della cooperativa si rifà al nuovo capitolato d’appalto che, nei giorni di grande affluenza, prevede la chiamata di personale esterno. “Non si è trattato di personale in sostituzione – fanno sapere – ma di un potenziamento già previsto e concordato con il Consorzio per i fine settimana e i ponti di maggior richiamo turistico”. Concetti immediatamente contestati da Valeria Attolico, delegata Usb, e Sabatino Basile, della Fisascat-Cisl Piemonte, che al contrario sostengono lo sciopero dei lavoratori, scaturito in seguito al taglio della retribuzione da 1.031 euro, più buoni pasto, a 818 euro, senza buoni pasto, nonché alla riduzione dell’orario di lavoro del 20%. Può essere serenamente etichettato come paradosso, il “caso Venaria”, con un polo museale che ha raggiunto il milione di visitatori nel 2016 e, tuttavia, come denunciato dai sindacati, retribuisce i lavoratori con “paghe da fame”. L’ennesima prova della contraddizione tutta italiana che vede contrapposti beni culturali e lavoro.
 
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shadow600
view post Posted on 13/1/2017, 09:33     +1   -1




Prima di accedere alla BNC di Roma, dall'ingresso di Via Castro Pretorio, c'è una vasta area adibita a parcheggio a pagamento, dove ogni giorno entrano centinaia di automobilisti privati che pagano il ticket a ore/a giornata/a settimana. Anche l'affitto delle sale interne per eventi vari non è gratuito (es. 1.000 Euro per una saletta da 80 posti), come la custodia degli effetti personali nei box del guardaroba, come il costo delle tessere di accesso plastificate con la foto dell'utente. Sarebbe interessante sapere perchè una parte di questi ricavi con destinazione ignota non finisce nelle tasche degli schiavi moderni full-time, ingaggiati a 433,80 euro al mese.
P.S.
Fino a poco tempo nella Biblioteca c'era un bar/tavola calda, che funzionava egregiamente con tavoli e sedie, il cui gestore pagava un affitto mensile all'Amministrazione, che ora ha preferito mettere 'e macchinette. Della serie "il nuovo che avanza", ora chi vuole fare la mezz'ora di pausa pranzo è costretto a farsi una scarpinata fino a Via Castro Pretorio, dove c'è una pizza al taglio ed una tavola calda che con un buono pasto a malapena da 'na birra e un panino imbottito.
 
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view post Posted on 13/1/2017, 15:16     +1   -1

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Qualche tempo fa il termine adottato dagli sfruttatori era apprendistato...Ricordo bene che quando tentavo di avvicinarmi al mondo del lavoro i privati mi dicevano sempre la solita canzone:"Sa, non possiamo pagarla come vuole perchè lei è un'apprendista e deve prima farsi le ossa"...
Ma a quanto pare ci sarebbe voluta una doppia dose di calcio e delle cellule ossee dallo sviluppo prodigioso per rispondere alle richieste dei padroni! Il lavoro svolto, infatti, non era mai sufficiente o appropriato e gli orari davvero al di fuori di ogni regolamentazione.
Per fortuna un pò di anni fà esisteva un collocamento che più o meno rispettava le priorità delle già lunghissime liste di disoccupati! Oggi esistono una infinità di centri per l'impiego, collocamenti privati e specchietti per le allodole che da internet attraggono dei poveri illusi per invischiarli in una spirale di siti che aprono altri siti con false richieste di dipendenti, solo per spillare quattrini a chi naviga nel web!
Oggi effettivamente si ricorre ad una vera e propria schiavizzazione rivolta tra l'altro ad una categoria di giovani super laureati, possessori di master e specializzazioni varie.
A questo punto non si tratta più di sprecare energie positive e forze-lavoro ma di fare autogol su tutti i fronti...I nostri giovani, che investono negli studi e non si dedicano a killeraggio o alla rapina o ancora ad abusi di alcol e droghe dovrebbero essere incoraggiati, sostenuti nel l loro cammino
ed in grado di gestire la propria vita. Inece questa è una vecchia utopia che è ormai il ricordo di tempi lontani...
Come è avvenuto per i call center, che danno paghe da fame per intere giornate e quasi zero ferie (altro che paga sindacale!) oggi si tentano altre forme di inganni, magari più sottili perchè rivolte a persone deluse o sprovvedute.
Mi chiedo quando mai si porrà fine a questo stillicidio che coinvolge troppi ragazzi, quando mai si comprenderà che loro sono "davvero" il futuro e che impedirgli di realizzarsi significa, ancora una volta, cancellare il futuro del paese....
 
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shadow600
view post Posted on 16/1/2017, 13:57     +1   -1




Un paese che non sa riconoscere l’importanza dei giovani come attori protagonisti nello scenario evolutivo sempre più globalizzato, non ha alcuna speranza di modellare il proprio futuro. Per quanto mi riguarda, considero l'Italia un paese tecnicamente già fallito, se non cacciamo a pedate i troppi idioti parassiti che finiscono di distruggere ciò che i nostri padri hanno edificato, col sangue e col sudore.
 
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4 replies since 12/1/2017, 16:49   220 views
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