Gara Colosseo: lettera aperta di un'imprenditrice a Franceschini

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Libero Rossi
view post Posted on 4/4/2017, 06:44     +1   -1




E SE LA GARA CONSIP PER LA BIGLIETTERIA DEL COLOSSEO FOSSE SBAGLIATA?
Caro Ministro Franceschini,
Sono un’imprenditrice di seconda generazione, madre di figli, molto appassionata del mio lavoro e sono l’AD dell’azienda che in Italia, nel 1959, ha portato, per prima, l’idea della fruizione dei beni culturali, le chiese e i musei attraverso le audioguide. Siamo accreditati da un lavoro che compiamo ogni giorno, con estrema attenzione alla qualità in ogni suo piccolo particolare, e vantiamo il servizio nel patrimonio culturale in alcuni dei maggiori siti italiani: Scavi di Pompei e di Ercolano, Sacro Convento di San Francesco in Assisi, Palazzo Reale di Milano, Duomo di Firenze, di Pisa, di Siena, di Milano, Basilica di San Marco e Palazzo Ducale a Venezia e anche Colosseo, Foro Romano e Palatino.
Siamo convinti che la nostra attività si debba compiere all’interno di una responsabilità sociale, che la mia azienda esprime verso i lavoratori e collaboratori e verso tutti quelli che ogni giorno incontriamo nel nostro servizio, cioè i visitatori delle bellezze italiane, affinché possano trovare accoglienza tecnica puntuale e contenuti di qualità; perché solo questo rende merito all’Italia e amplifica la bellezza che possediamo, che si trasforma in fatturato per lo Stato e per la filiera di cui faccio parte.
Il tema degli appalti ha visto da breve l’affermazione di quanto i criteri di sostenibilità economica debbano tenere presente la sostenibilità sociale, ambientale e la qualità. Vediamo ogni giorno il prezzo che si paga senza sostenibilità; lo vediamo nei disastri ambientali, nell’aumento esponenziale delle percentuali di malattia, nel malessere dei lavoratori, nei turni di lavoro massacranti che ledono dignità e vita familiare; una vita che implode sempre più fino al tragico fenomeno del femminicidio (e anche di questo ho voluto occuparmi, preoccupandomi di dare strumenti ai miei lavoratori).
Io sono un’imprenditrice che ha scelto, con un sistema di gestione integrato e certificato SA 8000-ISO 9001, di onorare al meglio gli impegni con i miei lavoratori e il mio mercato. Sono un’imprenditrice socialmente responsabile ed è quanto di più mi rende sicura, ogni giorno, di essere umana, giusta e in qualità, anche con le generazioni che verranno.
Questo comporta di non aderire a quel mercato che mette continuamente a rischio questi principi, imponendo lavoro sottocosto e denigrando la qualità intrinseca dei contenuti culturali che la mia azienda ogni giorno garantisce, insieme alle ideazioni e agli aggiornamenti delle tecnologie.
Caro Ministro, come si può pensare che
il COLOSSEO, l’emblema italiano della cultura, venga valorizzato dalla Gara a procedura aperta per l’affidamento dei servizi di biglietteria e vigilanza per i siti del Colosseo, Palatino - Foro Romano e Domus Aurea indetta da Consip S.p.A.?
La gara, infatti, non è limitata all’affidamento del servizio di biglietteria, ma accorpa e comprende una serie di servizi, in parte non previsti dalla normativa vigente in materia, in altra parte (servizio di fornitura, noleggio e gestione di radioguide, audioguide/videoguide, servizio di vendita e di gestione delle visite guidate, servizi di informazione che comprendono anche il servizio editoriale riguardante i cataloghi e i sussidi catalografici, audiovisivi e informatici, ogni altro materiale informativo) ricompresi nll'ambito dei servizi aggiuntivi codificati ex lege.
La gara in realtà non tiene conto dell’idoneità professionale, della capacità economica e tecnica dei concorrenti e futuri aggiudicatari ma spazza via la filiera compeente - che fino a oggi ha costantemente offerto servizi e incrementato il fatturato a beneficio delle casse pubbliche – per affidare i servizi “culturali” ai gestori della biglietteria.
Come si può Ministro
- indire una procedura di gara che separi e smembri quei servizi aggiuntivi che lo stesso legislatore aveva concepito in modo integrato tra essi?
- permettere che venga snaturato il servizio di valorizzazione dei siti culturali e tutto ciò avvenga arbitrariamente e senza motivazione da parte di Consip, che ha utilizzato lo schema dell’appalto di servizi - violando sotto tale profilo la normativa vigente - e lasciando i servizi aggiuntivi di informazione, di guida e assistenza didattica, di gestione di visite guidate e audioguide impoveriti e sminuiti, come se fossero sufficienti la consegna e riconsegna dei supporti audio/video, fatti da bravissimi bigliettai…., senza l’offerta qualitativa dei contenuti, che è l’essenza del servizio di guida e che oggi garantisce la valorizzazione del bene in 14 lingue?
- ignorare improvvisamente lo strumento della concessione, originariamente abbracciato al fine di trasferire sul concessionario il rischio della gestione del servizio e spronarlo a escogitare modelli efficienti di gestione?
Come è possibile allora che il Colosseo possa essere oggetto di un bando di gara che dimentica:
a - principi, leggi e regolamenti vigenti;
b - una serie di principi di sostenibilità economica;
c - i contenuti culturali ...come se il contenuto qualitativo fosse scindibile dalla tecnologia che lo rende fruibile;
d - quali sono i reali flussi dei visitatori;
e - la reale quantità di strumentazioni e di personale necessari per il servizio, pescando da uno scenario avulso dalla realtà del mercato, dai costi dei supporti tecnologici e dalla qualificazione del personale;
Siamo di fronte, quindi, a una gara essenzialmente volta ad acquisire un simulacro vuoto, decidendo di individuare i contenuti in un secondo tempo tramite il ricorso a terzi. Persino nella rideterminazione del prezzo (perché ha dovuto farlo), Consip non ha svolto alcuna istruttoria, ma ha affermato di aver svolto un mero errore materiale e non ha modificato la base d’asta complessiva, come se il costo di queste forniture fosse irrilevante nella determinazione del prezzo. Gli importi per il noleggio fissati da Consip sono assolutamente e pacificamente fuori mercato, sia nella prima versione sia nella seconda versione oggetto di errata corrige.
Caro Ministro,
sono qui a chiederle di difendere un settore, una filiera, i principi e le leggi del nostro stesso Stato; perché questo comporterà la continuità della tutela e della valorizzazione dei beni culturali di cui siamo così fortunatamente possessori, prima che altre istituzioni europee ci redarguiscano su come lo stiamo facendo; e anche perché per attrarre le imprese a ridare valore all’Italia si devono porre le condizioni perché questo avvenga.
Non partecipo alla gara e ho ricorso affinché questa sia sospesa, convinta di difendere la vita della mia azienda, del mio settore, del Colosseo e dei Suoi obiettivi.
Firenze, 31 marzo 2017
Ilaria D'Uva
Amministratore D’Uva srl"
 
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