Il salva-Franceschini

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Libero Rossi
view post Posted on 30/5/2017, 06:50     +1   -1




Il salva-musei

L’emendamento “salva-musei” era stato accantonato in mattinata dopo che Movimento 5 Stelle e Forza Italia avevano chiesto la presenza in Commissione del ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Intervenuto nella seduta della Bilancio, il ministro ha spiegato che la norma interpretativa introdotta come emendamento alla manovrina serve “come garanzia per il futuro, per dare certezza a chi partecipa”. La legge, ha spiegato, “adegua l’Italia agli standard internazionali. Mi sembrava già chiara in ogni caso il Parlamento con questo intervento toglie ogni dubbio”. Si prevede infatti che “nella procedura di selezione pubblica internazionale” non si applichino i limiti di accesso previsti dalle norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione, che impediscono ai cittadini Ue di accedere a posti che implichino “esercizio diretto o indiretto dei poteri ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale”.

Nell’emendamento si legge che l’articolo 14, comma 2-bis, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83 – che recita “Al fine di adeguare l’Italia agli standard internazionali in materia di musei e di migliorare la promozione dello sviluppo della cultura, anche sotto il profilo dell’innovazione tecnologica e digitale, sono individuati, i poli museali e gli istituti della cultura statali di rilevante interesse nazionale che costituiscono uffici di livello dirigenziale. I relativi incarichi possono essere conferiti, con procedure di selezione pubblica, per una durata da tre a cinque anni, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e in possesso di una documentata esperienza di elevato livello nella gestione di istituti e luoghi della cultura, anche in deroga ai contingenti di cui all’art. 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165”) – si interpreta nel senso “che alla procedura di selezione pubblica internazionale ivi prevista non si applicano i limiti di accesso di cui all’articolo 38 del decreto legislativo 31 marzo 2001, n. 165”.

Quest’ultimo articolo prevede, al comma 1, che “i cittadini degli Stati membri dell’Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale”.

NB il problema oltre al guazzabuglio creato con la selezione farlocca (sentenza TAR e ricorso al CdS) sembra permanere cioè una norma come questa "di interpretazione" può essere retroattiva? Anche perché mi sembra piuttosto innovativa quindi più indirizzata verso il futuro. (MAH!! farnceschini e pd a casa).
 
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