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| Il Grande CentroMassimo Gramellini 03 luglio 2019 Che le zone a traffico limitato fossero di sinistra, come le librerie a muro e il gelato in coppetta, era risaputo anche prima che a Madrid il candidato della destra Martinez-Almeida ne denunciasse la faziosità, facendo della loro abolizione il fulcro del suo programma. Ma ora che, diventato sindaco, ha abbattuto i varchi della Ztl come altrettanti muretti di Berlino, la sana democrazia dei clacson e dei tubi di scappamento è tornata a esprimersi nel centro storico della capitale spagnola, con buona pace di chi lo aveva trasformato in una bolla anacronistica di aria pulita e rumori rarefatti. L’inquinamento è una delle tante bugie propinate dall’intellighenzia progressista. Se un madrileno di sinistra non ha il fisico per attraversare un ingorgo respirando a pieni polmoni, sono problemi suoi. Ma non può impedire a un madrileno di destra di parcheggiare il Suv sui gradini del Prado, o magari all’interno, quando finalmente ci si deciderà a riconvertirlo in un garage multipiano. Il fatto che nei centri storici delle metropoli abitino solo i turisti, e che i proprietari degli appartamenti non siano i radical chic indigeni ma i fondi sovrani cinesi, è una intromissione indebita della realtà nei confronti della narrazione dominante. Noi, per fortuna, siamo già oltre. A Roma, grazie agli sforzi della giunta pentastellare, in questi giorni bollenti la «monnezza» sommerge i cassonetti dei Parioli e quelli di Tor Pignattara con esemplare equanimità. Il profumo della nuova democrazia. DA CORRIERE DELLA SERA Iscritta
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