| È l'Europa che ce lo chiede... Qualche anno fa fu la frase ricorrente dei vari Ministri che con il Governo Monti Fornero impose "lacrime e sangue" in una realtà completamente travisata dall'altezzosa visione di qualche spocchioso onorevole che definì i giovani disoccupati schizzinosi. Il refrain è l'Europa che ce lo chiede torna, guarda caso, ogni volta che la gestione della cosa pubblica riguarda i suoi aspetti economici. Allora in quella sorta di sudditanza che tentano di riproporci ad uso e consumo e che in un rovesciamento Salviniano diviene uno slogan inverso per i suprematisti nostrani, diviene il pressing europeo e la scusa per togliersi le castagne dal fuoco e ridurre all'osso i già risicati diritti. L'Europa non ci chiede di strisciare ai suoi piedi, né di contenere all'italiana e nel modo peggiore assunzioni a tempo indeterminato, pensioni, reddito di cittadinanza etc.. Ed il nostro Letta, che come un buontempone cammina a braccetto con Salvini, non si sorprenda poi di qualsiasi velleitario attacco renziano, dato che non c'è da meravigliarsi quando il governo delude le aspettative dei cittadini ed il futuro europeo con proposte irrazionali come il voto ai sedicenni ed lo jus soli. Letta, che definirei ri-Letta, rientra in quella intangibile categoria di politici dal basso profilo e dalle altrettanto confuse aspirazioni europeiste. Inutile proporsi all'Europa in veste progressista quando i problemi da affrontare sono principalmente connessi al mondo del lavoro. Anacronistico attualmente il suo provocatorio disegno europeista, quasi mutuato dai 5 stelle, spesso più rapidi e sostanziosi rispetto alle problematiche sociali. In verità le proposte vanno fatte seguendo la cronistoria più attendibile delle necessità, altrimenti la trama è quella di un canovaccio già visto. Quello dei battibecchi tra partiti e partitini che distolgono l'attenzione dai problemi reali, senza mettere in dubbio l'onestà di Letta, encomiabile nella proposta della tassa di successione, ovviamente non gradita ad alcuni esponenti della destra. Quelli sempre pronti a fare la cresta su proposte davvero sensate perché sebbene la loro rapacita'sia innegabile con il denaro del Recovery Found, hanno davvero il braccino corto quando temono di essere depredati di qualche centesimo. Le altre proposte sono invece da posporre dato che Letta sembra non preoccuparsi dei paesi europei per niente favorevoli all'accoglienza dei migranti e che con la jus soli continuerebbero a scaricare sul nostro paese tutti quelli che vi transitano senza attuale quella condivisione di intenti che dovrebbe essere una caratteristica rappresentativa dell'Unione. False prese di posizione e rimedi poco efficaci non funzionano, non solo perché strizzando l'occhio all'Europa non si risolvono posizioni conflittuali, ma soprattutto perché stabiliscono posizioni di dipendenza piuttosto che di partnership. Le cure palliative attutiscono il dolore ma non ne sradicano la causa. Uno degli slogan più frequenti della destra è quello di non fare assistenzialismo, nei piani della destra e forse anche in parte di quella sinistra dagli spazi più inclini al compromesso, il reddito di cittadinanza è inutile. È con la voce stridente della Santanche'si insiste su questa storiella degli stagionali che non lavorano perché ricevono il famigerato reddito. Glissano la Santanche'e De Luca sul fatto che gli stagionali dovrebbero lavorare quasi fossero a nero, con paghe miserrime e diritti zero! C'è poi Cottarelli, che riemerge periodicamente dalle ceneri di un passato pietoso, che di tanto ricompare regalandoci le sue perle di saggezza, mascella serrata, in un confronto impari con il passionale e più autentico Landini. Intanto Renzi il furbetto incarna la sua vera aspirazione: far soldi, anche a costo di vendersi la genitrice. Il Renzi d'Arabia si concede una vacanza dal panorama politico ricomparendo con le sue esternazioni da copione quasi fosse una star holliwodiana. Che cosa accomuna molte di queste vecchie e nuove glorie? Ripetere all'infinito gli stessi errori perché credetemi, a molti di loro, palesemente o meno, interessa soltanto difendere i propri di interessi, altro che è l'Europa che ce lo chiede!Ma questa Europa, sospinta ad arte a stigmatizzare sul debito pubblico affinché le banche ci tengano per i cosiddetti, dovrebbe orientarsi in una direzione comune piuttosto che ascoltare i maldipancia di qualcuno. Anche sullo smart working si è parlato troppo ed a sproposito con la conclusione che alla fine saranno numerose le banche ad usufruirne, chiudendo molti sportelli e bancomat al pubblico. Tanto per rendere le cose ancor meno chiare per gli utenti. Solite strategie di politici e faccendieri avidi. È persino scontato ritrovarceli sul groppone, loro che hanno stipendi e vitalizi che nemmeno la presidenza americana si sogna, di nuovo a farci conticini da ragioniere sui costi del lavoro e sulla spesa pubblica. Loro che si sono divorati l'Italia salvo poi versare lacrime di coccodrillo una volta finito il sostanzioso banchetto. Come accattoni vergognosamente competono con la fame della povera gente, senza nemmeno più la dignità di riservare le briciole a quelli che malauguratamente non sono loro commensali. Per questo il benservito a Conte è stato chiaramente orchestrato dai signori delle banche e dell'industria, che malvolentieri condividono il loro potere con una Italia equa e solidale se non per riprendersi la scena. Impuniti come Berlusconi ed il suo medico da strapazzo, eternamente malato ogni volta che si prospetta un processo all'orizzonte. Ed è davvero singolare la smania di successo e la voglia di visibilità di questi ceffi ripuliti, che a sprazzi compaiono sulla stampa per suscitare talvolta invidia e talaltra pietà, quasi che anche loro alla fine dei giochi fossero umani...
Edited by Sunny day - 6/6/2021, 01:20
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